I cambiamenti climatici comprendono molti aspetti e sollevano numerose domande. I cambiamenti climatici possono essere spiegati partendo da quattro affermazioni di base:
È indubbio che dall’industrializzazione in poi la temperatura media sulla Terra è aumentata in modo marcato e che il clima è cambiato sensibilmente sia a livello mondiale sia in Svizzera. La temperatura media globale attuale è superiore di +1,3 °C, in Svizzera addirittura di +2,9 °C rispetto alla media del periodo preindustriale 1871-1900. La temperatura globale non è mai stata così alta negli ultimi 2000 anni, molto probabilmente addirittura negli ultimi 125’000 anni. Molti altri cambiamenti nel sistema climatico possono essere osservati.
A livello globale la temperatura media del decennio 2011-2020 è di +1,1 °C più alta rispetto alla media del periodo preindustriale 1850-1900. Con circa +1,6 °C il riscaldamento sulla terraferma è nettamente più marcato di quello sopra gli oceani, pari a +0,9 °C. Il riscaldamento è inoltre particolarmente pronunciato alle alte latitudini dell’emisfero nord. L’incremento ha subito una forte accelerazione a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso. Gli anni dal 2015 al 2024 sono stati i più caldi dall’inizio delle misurazioni. Il 2024, in particolare, con un’anomalia di ben +1,5 °C rispetto alla media preindustriale 1850-1900 è chiaramente l’anno più caldo, seguito dal 2023, 2016 e dal 2020. In relazione con il riscaldamento globale si possono osservare molti altri cambiamenti. Questi vanno dagli eventi meteorologici estremi, ai cambiamenti nel ciclo dell’acqua alla fusione dei ghiacciai e delle calotte polari, fino all’innalzamento del livello dei mari, al cambiamento delle correnti marine e all’acidificazione dei mari.
In Svizzera il clima è cambiato in modo marcato. Lo dimostrano l’evoluzione della temperatura, del regime idrico e degli estremi meteorologici.
La temperatura in Svizzera è aumentata notevolmente da quando sono iniziate le misurazioni (vedi tabella nella presentazione qui sotto). La media climatica annuale è già di 2,9 °C superiore alla media del periodo preindustriale 1871-1900 (stato al 2025). Negli ultimi dieci anni (2015-2024) l’aumento di temperatura è risultato essere pari a 2,8 °C. A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, ogni decennio è risultato più caldo di quello precedente. Gli nove anni più caldi sono stati osservati tutti dopo il 2010. Con uno scarto di rispettivamente 3,6, 3,4 e 3,3 °C rispetto al periodo preindustriale 1871-1900, gli anni 2022, 2023 e 2024 sono stati di gran lunga i più caldi, seguiti dal 2018 e dal 2020. In Svizzera i quattro anni più freddi sono stati misurati tutti prima del 1900. Il riscaldamento in Svizzera è da lungo tempo oltre il doppio rispetto alla media globale (vedere il riquadro informativo «Perché l’aumento della temperatura in Svizzera è superiore alla media globale?» qui sotto).
Esistono due effetti principali che spiegano la differenza tra il riscaldamento medio nel mondo e quello in Svizzera. Da un lato, a partire dal periodo preindustriale, con una differenza di +1,6 °C, il riscaldamento sulla terraferma è notevolmente maggiore rispetto a quello sopra gli oceani. Le masse di acqua assorbono una gran parte dell’energia termica supplementare, che è trasferita negli strati oceanici più profondi. Poiché invece le masse terrestri immagazzinano l’energia termica con maggiore difficoltà, qui è disponibile più energia per riscaldare l’aria a contatto con il terreno. Inoltre, in corrispondenza degli oceani una gran parte dell’energia termica in gioco è impiegata per l'evaporazione, poiché diversamente dalla terraferma, sui mari l’acqua è disponibile in quantitativi illimitati. Il secondo effetto è il maggiore riscaldamento alle latitudini più elevate dell’emisfero nord rispetto alle zone equatoriali. In questo contesto si ipotizza che siano determinanti la diminuzione delle superfici coperte da neve o ghiaccio, che assorbono una maggiore quantità di radiazione solare, come pure un maggiore trasporto di energia termica dalle basse latitudini verso i poli. Il maggior riscaldamento della Svizzera rispetto alla media globale potrebbe quindi in linea di principio essere spiegato anche con la sua posizione geografica, trovandosi in una zona continentale alle latitudini medio-alte.
Il forte riscaldamento ha ripercussioni su molti altri indicatori climatici in Svizzera. Ad esempio, la quota dell’isoterma di zero gradi si sta alzando notevolmente. Di conseguenza dal 1850 a oggi i ghiacciai delle Alpi hanno perso circa il 65% del loro volume ed entro la fine del secolo in corso saranno quasi completamente scomparsi dal paesaggio alpino. In pianura oggi il periodo vegetativo dura diverse settimane più a lungo rispetto agli anni Sessanta del secolo scorso. A causa dell’aumento delle temperature le precipitazioni si verificheranno più spesso sotto forma di pioggia che di neve. Il numero di giorni con neve è diminuito sensibilmente, soprattutto alle basse quote. Negli ultimi 150 anni le precipitazioni invernali sono invece aumentate. Tra il 1950 e il 1980 il soleggiamento è diminuito, ma dal 1980 sta di nuovo aumentando.
A causa dei cambiamenti climatici gli eventi meteorologici saranno in futuro più estremi anche in Svizzera. Ad esempio, le ondate di caldo sono diventate nettamente più frequenti e intense, mentre i periodi di freddo intenso sono diventati molto più rari. Il numero di giorni di gelo e di giorni di ghiaccio sta diminuendo e il gelo dei laghi (Seegfrörnen) sarà sempre meno probabile. Oggi le forti piogge sono sensibilmente più frequenti e intense che all’inizio del XX secolo. Il principio che causa questa evoluzione è noto da ben oltre 150 anni: più l’aria è calda e più vapore acqueo può essere presente prima che inizi la condensazione. Di conseguenza l’aria calda ha un maggior potenziale di generare precipitazioni intense rispetto all’aria fredda. I modelli numerici che simulano i processi fisici del sistema climatico (modelli climatici) prevedono già da diversi decenni questi cambiamenti. Negli ultimi decenni le estati sono diventate molto più asciutte, a causa di precipitazioni più scarse e allo stesso tempo della maggior evaporazione causata dal forte riscaldamento.
Per molti indicatori climatici l’influsso dei cambiamenti in atto è chiaro. Tuttavia, i cambiamenti relativi ai processi e ai fenomeni su piccola scala o molto locali, come la nebbia, il favonio o i venti locali, lo sviluppo delle singole celle temporalesche, i tornado o la grandine, sono più difficili comprendere e da spiegare. Né le osservazioni, né gli odierni modelli climatici forniscono sufficienti informazioni sull’evoluzione di queste grandezze per poter formulare affermazioni fondate in merito cambiamenti in atto e a quelli attesi. Le basi delle osservazioni stanno tuttavia migliorando e anche i modelli climatici sono in continuo sviluppo e la loro risoluzione spaziale sta aumentando. In futuro sarà quindi possibile dare sempre più risposte alle domande a cui non è ancora stato possibile rispondere fino ad oggi.
Oggi i processi e le interazioni che regolano il sistema climatico sono chiari. L’effetto serra riveste un ruolo centrale. L’emissione dei gas a effetto serra prodotti dalle attività umane aumenta l’effetto serra naturale, portando a un maggiore apporto di energia termica all’atmosfera. Tutto il riscaldamento osservato dall’inizio dell’industrializzazione può essenzialmente essere ricondotto alle attività umane.
Il tempo e il clima sulla Terra dipendono dalla radiazione solare. Circa la metà della radiazione che arriva dal Sole è assorbita dalla superficie terrestre e la riscalda. Un ulteriore 20% è assorbito dall’atmosfera, che si riscalda anch’essa. Il rimanente 30% è riflesso verso lo spazio e non contribuisce a riscaldare la Terra. Affinché la vita sulla Terra abbia potuto svilupparsi, è stato decisivo il fatto che naturalmente l’atmosfera è in grado di trattenere buona parte dell’energia emessa dalla superficie terrestre (sotto forma di radiazione termica infrarossa) . Ciò è possibile grazie al fatto che i gas a effetto serra, presenti naturalmente nell’atmosfera, come il vapore acqueo, l’anidride carbonica, il metano e l’ossido di diazoto sono in grado di assorbire la radiazione termica infrarossa, trasformandola in energia termica. Questo processo viene chiamato effetto serra naturale (tedesco) e provoca l’aumento della temperatura media globale nella bassa atmosfera di circa 32 °C, ossia da -18 °C a +14 °C. In altre parole senza l’effetto serra naturale la vita sulla Terra non sarebbe possibile come la conosciamo oggi, in quanto la Terra sarebbe un pianeta decisamente freddo e inospitale. Questo effetto è conosciuto da oltre 150 anni ed è stato dimostrato da numerosi esperimenti e misurazioni.
A partire dall’industrializzazione iniziata nel 19° secolo, i quantitativi di gas a effetto serra nell’atmosfera prodotti dalle attività umane sono in continuo aumento. I motivi principali sono la combustione dei combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale), come pure l’agricoltura intensiva, la scomparsa delle grandi foreste e delle paludi, il cambiamento dell’uso del suolo. Negli ultimi 150 anni, ad esempio, il contenuto di anidride carbonica nell’atmosfera è aumentato di quasi il 50%, ossia da circa 280 ppm (particelle di CO2 per milione di molecole di aria) a 425 ppm (stato gennaio 2025). Negli ultimi due milioni di anni la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera non è mai stata così elevata.
Poiché le attività umane provocano un rinforzo dell’effetto serra naturale, nell’intero sistema climatico è presente una maggior quantità di energia termica. La maggior parte di questa energia si accumula negli oceani e nei mari, riscaldandoli. Solo l’1-2% circa rimane nell’atmosfera aumentandone la temperatura. Tutto il riscaldamento osservato dall’inizio dell’industrializzazione può praticamente essere ricondotto alle attività umane. L’attività del Sole, il vulcanismo e le variazioni interne al sistema climatico svolgono un ruolo trascurabile. Queste conclusioni si basano anche sulle simulazioni ottenute con i modelli climatici, che da decenni sono in graduale miglioramento e tengono conto in modo sempre più preciso delle diverse leggi della fisica che descrivono i fenomeni che avvengono nell’atmosfera.
Nel corso dei milioni di anni della storia della Terra il clima è cambiato più volte. Le principali cause sono ben conosciute scientificamente. Nella storia della Terra i periodi caldi con temperature più miti (periodi interglaciali) e i periodi freddi con una concentrazione più bassa dei gas a effetto serra (periodi glaciali) sono stati causati principalmente dai cambiamenti dell’orbita terrestre attorno al Sole o dell’asse di rotazione della Terra, come pure dallo spostamento dei continenti. Tuttavia, questi cambiamenti avvengono molto più lentamente rispetto all’attuale aumento delle temperature e possono essere esclusi quale motivo del forte riscaldamento degli ultimi 150 anni. I cambiamenti climatici attuali non possono essere motivati neppure con un mutamento dell’attività solare o di quella dei vulcani.
Un ulteriore rafforzamento dei cambiamenti climatici avrà effetti prevalentemente negativi. Per la Svizzera i rischi consistono in un aumento degli eventi meteorologici estremi con estati sempre più asciutte, un’intensificazione delle precipitazioni, un aumento dei giorni tropicali e inverni vieppiù poveri di neve. Nelle regioni di montagna si dovranno mettere in conto ulteriori rischi come l’aumento delle cadute di massi e delle colate detritiche o la diminuzione della biodiversità.
I cambiamenti climatici si manifestano, oltre che con il riscaldamento globale, con una serie di conseguenze dirette in tutto il mondo. Alcuni esempi sono i cambiamenti nel ciclo dell’acqua, gli eventi meteorologici estremi, la fusione dei ghiacciai e delle calotte polari, l’innalzamento del livello dei mari, il cambiamento delle correnti marine e l’acidificazione dei mari.
In collaborazione con i partner del mondo della ricerca, MeteoSvizzera elabora scenari climatici per la Svizzera. Questi mostrano come evolverà in futuro il clima nel nostro Paese e si basano sulle attuali e più recenti conoscenze scientifiche. Se le emissioni dei gas a effetto serra continueranno ad aumentare, entro la metà di questo secolo in Svizzera si potrà verificare un aumento della temperatura di +2 o +3 °C rispetto alla media (1981-2010). Senza una protezione coerente del clima, anche le precipitazioni sono destinate a cambiare ulteriormente: le precipitazioni possono diminuire fino al 25% in estate e aumentare fino al 20% in inverno. Gli attuali scenari climatici CH2018 mettono in evidenza quattro principali evoluzioni, che emergono in parte già dalle misure degli ultimi 150 anni: estati sempre più asciutte, intensificazione delle precipitazioni, aumento dei giorni tropicali e inverni vieppiù poveri di neve.
I cambiamenti climatici in Svizzera hanno un forte impatto sull’ambiente, la società e l’economia. I rischi superano chiaramente le opportunità e toccano quasi tutti i settori. Diversi rischi, soprattutto le elevate temperature, i pericoli naturali e le malattie, colpiscono la salute della popolazione. Sono particolarmente vulnerabili le regioni di montagna, dove i rischi aumentano a causa della minore stabilità dei pendii, l’aumento degli scivolamenti, delle colate detritiche e della caduta di massi. Anche la biodiversità è compromessa dai cambiamenti climatici soprattutto in montagna. Le opportunità che si presentano riguardano il settore della produzione energetica invernale, i minori danni causati dalla neve, i ricavi dal turismo estivo e, eventualmente, anche il settore agricolo.
Poiché l’impatto dei cambiamenti climatici è percettibile già oggi, sono necessari provvedimenti tempestivi. L’incremento della temperatura sulla Terra e la gravità delle sue conseguenze sono essenzialmente proporzionali ai quantitativi di gas a effetto serra che verranno emessi a livello globale. Una riduzione rapida e coerente di queste emissioni può prevenire ulteriori danni, evitando gli impatti peggiori.
Alla Conferenza sul clima di Parigi nel 2015 la comunità mondiale ha ratificato un accordo che obbliga tutti i paesi a ridurre le emissioni di gas a effetto serra. L’obiettivo è di limitare il riscaldamento globale medio a meno di 2 °C, idealmente a 1,5 °C, rispetto al livello del periodo preindustriale. L’accordo è stato ratificato anche dalla Svizzera, che si impegna a ridurre le sue emissioni di gas a effetto serra rapidamente e drasticamente. Entro il 2030 le emissioni dovranno essere diminuite del 50% rispetto al 1990. È necessario agire quasi ovunque e gli interventi riguardano i seguenti settori: edifici, industria, agricoltura, trasporti, servizi e rifiuti. Entro il 2050 verrà perseguito l’obiettivo del saldo netto delle emissioni pari a zero. In seguito non potranno più essere immessi nell’atmosfera gas a effetto serra, a meno che essi possano essere nuovamente rimossi attraverso pozzi di assorbimento e provvedimenti tecnici.
Gli scenari climatici CH2018 mostrano che provvedimenti coerenti di protezione del clima potrebbero contenere in modo efficace gli effetti del cambiamento climatico. Entro la metà del 21° secolo potrebbe essere evitata circa la metà dei possibili cambiamenti climatici in Svizzera ed entro la fine del secolo i due terzi. Ciò nonostante, è necessario anche un adattamento ai cambiamenti climatici. La Svizzera persegue una strategia in tal senso sin dal 2012. L’attuale piano d’azione per il periodo 2020-2025 comprende 75 provvedimenti a livello federale, che riguardano tutti i settori coinvolti.