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Circolazione generale dell'atmosfera - 5a e ultima parte
MeteoSvizzera-Blog | 30 novembre 2024
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In questa quinta, e ultima parte, della nostra serie dedicata alla circolazione generale, daremo un'occhiata all' influsso cruciale della vorticità sui movimenti verticali dell'atmosfera alle medie latitudini. Ancora un piccolo sforzo e ci siamo!

Mappa dei venti e dei principali flussi a getto a 300 hPa (circa 10.000 m) per domenica 27 ottobre 2024 alle 12 UTC. Le frecce rosse rappresentano l'accelerazione centripeta, le ellissi rosse le aree di sollevamento dinamico e le ellissi blu le aree di subsidenza dinamica. Fonte: EC-Charts@ECMWF
Mappa dei venti e dei principali flussi a getto a 300 hPa (circa 10.000 m) per domenica 27 ottobre 2024 alle 12 UTC. Le frecce rosse rappresentano l'accelerazione centripeta, le ellissi rosse le aree di sollevamento dinamico e le ellissi blu le aree di subsidenza dinamica. Fonte: EC-Charts@ECMWF
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La nozione di accelerazione

Prima di entrare nel vivo dell'argomento, dobbiamo definire il concetto di “accelerazione” così come viene inteso in fisica. Sebbene tutti pensiamo all'accelerazione come a un aumento della velocità di un oggetto in movimento (un veicolo, per esempio), la definizione fisica è molto più ampia e comprende qualsiasi variazione della velocità o della traiettoria di un oggetto in movimento.

In meteorologia, siamo interessati a tre tipi di accelerazione:

  1. Accelerazione come viene solitamente intesa, cioè quando una forza viene esercitata nella stessa direzione del movimento.
  2. Quando la forza viene esercitata nella direzione opposta a quella del movimento. Si parla di accelerazione negativa o decelerazione.
  3. Quando la forza è perpendicolare alla direzione del movimento. Si tratta di un cambiamento di direzione, senza alcuna variazione di velocità (ad esempio, sulle montagne russe, veniamo accelerati ad ogni curva, anche se la velocità del veicolo rimane costante).

Quando l'accelerazione è parallela alla direzione del moto, si definisce accelerazione tangenziale; quando è perpendicolare, si definisce accelerazione centripeta.

Diagramma che illustra i tipi di accelerazione. In 1, non c'è accelerazione; in 2, la velocità aumenta costantemente (accelerazione tangenziale positiva); in 3, la velocità diminuisce costantemente (accelerazione tangenziale negativa); in 4, l'accelerazione fa curvare la traiettoria (accelerazione centripeta).
Diagramma che illustra i tipi di accelerazione. In 1, non c'è accelerazione; in 2, la velocità aumenta costantemente (accelerazione tangenziale positiva); in 3, la velocità diminuisce costantemente (accelerazione tangenziale negativa); in 4, l'accelerazione fa curvare la traiettoria (accelerazione centripeta). (Wikipedia)

Come promemoria, nella seconda parte di questa serie abbiamo mostrato che l'accelerazione centripeta, come l'accelerazione tangenziale, è legata ai movimenti vorticosi.  In altre parole, in un fluido, l'accelerazione e la vorticità sono intimamente legate.

Nozioni di convergenza e divergenza

Se la Terra non ruotasse, le masse d'aria scivolerebbero dall'alta alla bassa pressione, come una biglia sul fondo di una ciotola, ma poiché la Terra ruota, i venti vengono deviati verso destra (nell'emisfero settentrionale) dalla forza di Coriolis fino a quando non si raggiunge un sottile equilibrio tra quest'ultima e la forza del gradiente di pressione. Il vento diventa quindi parallelo alle isobare e ruota intorno alle depressioni; questo è conosciuto come “vento geostrofico”.

Tuttavia, questo sottile equilibrio viene spesso alterato, in particolare quando il flusso subisce un'accelerazione (nel senso fisico del termine, come sopra). In prossimità del suolo, si tratta generalmente di una decelerazione dovuta all'attrito della massa d'aria sulla superficie terrestre. In quota, invece, entrano in gioco tutti e tre i tipi di accelerazione: l'accelerazione vera e propria (all'ingresso di un flusso a getto, per esempio), la decelerazione (all'uscita da un flusso a getto) e la curvatura del flusso (vorticità positiva o negativa).  Quando l'equilibrio tra il gradiente di pressione e la forza di Coriolis si rompe e il vento non è più parallelo alle isobare, si parla di “vento ageostrofico”.

Convergenza, divergenza e movimenti verticali

Quando una massa d'aria si discosta dai “binari” rappresentati dalle isobare, tende a convergere in alcuni punti, opportunamente chiamati zone di convergenza, e a divergere in altri punti, chiamati zone di divergenza. Quando queste zone sono vicine al “coperchio” rappresentato dalla tropopausa (circa 12.000 m alle nostre latitudini), l'aria in eccesso nelle zone di convergenza non può che evacuare verso il basso, causando l'abbassamento e l'essiccazione della massa d'aria, per poi divergere a livello del suolo. Al contrario, la corrente d'aria causata dalle zone di divergenza in quota è all'origine di movimenti ascensionali su larga scala che favoriscono le precipitazioni e i temporali, nonché la convergenza negli strati più bassi dell'atmosfera.

Da un punto di vista previsionale, le zone di divergenza dinamica vicino alla tropopausa sono quindi essenziali per definire le potenziali ascendenze e quindi le aree di maltempo. Ecco perché i meteorologi sono costantemente alla ricerca di queste zone.

Illustrazione schematica dei processi di subsidenza e ascensionali associati alle zone di convergenza e divergenza in quota, a cui fanno eco movimenti opposti negli strati inferiori dell'atmosfera.
Illustrazione schematica dei processi di subsidenza e ascensionali associati alle zone di convergenza e divergenza in quota, a cui fanno eco movimenti opposti negli strati inferiori dell'atmosfera. (www.geo.hunter.cuny.edu)

È stato dimostrato matematicamente (ma vi risparmiamo la dimostrazione...) che i movimenti agéostrofici avvengono sempre da destra a sinistra del vettore di accelerazione della massa d'aria; quindi le zone di convergenza/ subsidenza si trovano a sinistra dell'ingresso di un getto e le zone di divergenza/ascendenza si trovano a destra. All'uscita del getto, dove si verifica la decelerazione, è vero il contrario. Nelle aree in cui il flusso è curvo (accelerazione centripeta), la zona di divergenza/ascendenza si trova a valle del canale depressionario e la zona di convergenza/subsidenza a monte.

L'illustrazione che apre questo articolo mostra in blu le principali zone di convergenza/ subsidenza e in rosso le principali zone di divergenza/ascendenza in Europa occidentale per domenica 27 ottobre alle 12 UTC.

Qualche esempio concreto

Le zone di divergenza in quota (note come zone PVA, per “avvezione di vorticità positiva”) possono variare di dimensioni. In estate, piccoli e poco profondi canali depressionari possono essere sufficienti a scatenare temporali. D'altro canto, le zone di divergenza più pronunciate, associate a una forte instabilità e a una massa d'aria molto ricca di acqua precipitabile, possono provocare forti piogge, come nel caso del 29 giugno di quest'anno - un triste ricordo in Val Lavizzara e Bavona, come anche in Vallese - o addirittura supercelle temporalesche molto vigorose come quella del 20 giugno 2013, che ha interrotto bruscamente la Festa Federale di Ginnastica a Bienne.

29 giugno 2024: una marcata area di bassa pressione associata a una debole corrente a getto genera un sollevamento generalizzato della massa d'aria sul suo fianco settentrionale (immagine a sinistra: la linea tratteggiata mostra la zona di vorticità, l'ellisse rossa sulla verticale della Svizzera (quadrato rosso) mostra la zona di sollevamento). Il risultato saranno forti precipitazioni convettive a sud delle Alpi, estreme in Lavizzara e Bavona,  e nell'Alto Vallese, che porteranno il Rodano a raggiungere il livello di piena più elevato in assoluto.  (immagine a destra: precipitazioni cumulate nell'arco di 24 ore).
29 giugno 2024: una marcata area di bassa pressione associata a una debole corrente a getto genera un sollevamento generalizzato della massa d'aria sul suo fianco settentrionale (immagine a sinistra: la linea tratteggiata mostra la zona di vorticità, l'ellisse rossa sulla verticale della Svizzera (quadrato rosso) mostra la zona di sollevamento). Il risultato saranno forti precipitazioni convettive a sud delle Alpi, estreme in Lavizzara e Bavona, e nell'Alto Vallese che porteranno il Rodano a raggiungere il livello di piena più elevato in assoluto. (immagine a destra: precipitazioni cumulate nell'arco di 24 ore), (MeteoSvizzera)
Mappa delle isoipse per il livello di pressione di 500 hPa del 20 giugno 2013. La zona di sollevamento dinamico molto marcata (in rosso) visibile sulla Svizzera, combinata con una massa d'aria altamente instabile, è stata la causa del devastante temporale che ha colpito la Festa Federale di Ginnastica a Bienne quel giorno. La somiglianza con la situazione precedente non può passare inosservata.
Mappa delle isoipse per il livello di pressione di 500 hPa del 20 giugno 2013. La zona di sollevamento dinamico molto marcata (in rosso) visibile sulla Svizzera, combinata con una massa d'aria altamente instabile, è stata la causa del devastante temporale che ha colpito la Festa Federale di Ginnastica a Bienne quel giorno. La somiglianza con la situazione precedente non può passare inosservata. (MeteoSvizzera)
21 e 22 settembre 2023: un canale depressionario (zona di vorticità positiva) associato a una potente corrente a getto attraversa l'Europa occidentale da ovest a est. A ridosso di questa zona di vorticità e all'ingresso destro della corrente a getto (ellisse rossa), una zona di divergenza/ascendenza associata a un confine di massa d'aria (fronte freddo) causerà intense precipitazioni in Svizzera (quadrato rosso), in particolare a sud delle Alpi e nei Grigioni, dove l'instabilità era ancora elevata alla fine dell'estate.
21 e 22 settembre 2023: un canale depressionario (zona di vorticità positiva) associato a una potente corrente a getto attraversa l'Europa occidentale da ovest a est. A ridosso di questa zona di vorticità e all'ingresso destro della corrente a getto (ellisse rossa), una zona di divergenza/ascendenza associata a un confine di massa d'aria (fronte freddo) causerà intense precipitazioni in Svizzera (quadrato rosso), in particolare a sud delle Alpi e nei Grigioni, dove l'instabilità era ancora elevata alla fine dell'estate. (MeteoSvizzera)

Conclusioni

I sistemi meteorologici sono complessi e caotici. Per mettere in evidenza un elemento o un altro, come abbiamo cercato di fare in questa serie di articoli dedicati alla circolazione generale dell'atmosfera, dobbiamo necessariamente maltrattare la realtà e semplificarla eccessivamente. Quindi, per quanto complicata possa apparire al lettore, la teoria è ancora lontana dall'illustrare correttamente la sottigliezza, la ricchezza e la complessità dei movimenti atmosferici. Una teoria che fallisce in un caso particolare non significa che sia sbagliata, ma che sono entrati in gioco elementi non considerati nel presupposto iniziale.

Grazie ai coraggiosi lettori che si sono presi la briga di approfondire con noi i fondamenti della fisica. Ci auguriamo che abbiano aperto la porta e gli occhi su una realtà complessa e affascinante, e soprattutto che abbiano avuto il desiderio di imparare sempre di più.

Di seguito troverai alcuni link ad altri articoli di questa serie e ad altri articoli su argomenti simili: