Come promemoria, nella seconda parte di questa serie abbiamo mostrato che l'accelerazione centripeta, come l'accelerazione tangenziale, è legata ai movimenti vorticosi. In altre parole, in un fluido, l'accelerazione e la vorticità sono intimamente legate.
Nozioni di convergenza e divergenza
Se la Terra non ruotasse, le masse d'aria scivolerebbero dall'alta alla bassa pressione, come una biglia sul fondo di una ciotola, ma poiché la Terra ruota, i venti vengono deviati verso destra (nell'emisfero settentrionale) dalla forza di Coriolis fino a quando non si raggiunge un sottile equilibrio tra quest'ultima e la forza del gradiente di pressione. Il vento diventa quindi parallelo alle isobare e ruota intorno alle depressioni; questo è conosciuto come “vento geostrofico”.
Tuttavia, questo sottile equilibrio viene spesso alterato, in particolare quando il flusso subisce un'accelerazione (nel senso fisico del termine, come sopra). In prossimità del suolo, si tratta generalmente di una decelerazione dovuta all'attrito della massa d'aria sulla superficie terrestre. In quota, invece, entrano in gioco tutti e tre i tipi di accelerazione: l'accelerazione vera e propria (all'ingresso di un flusso a getto, per esempio), la decelerazione (all'uscita da un flusso a getto) e la curvatura del flusso (vorticità positiva o negativa). Quando l'equilibrio tra il gradiente di pressione e la forza di Coriolis si rompe e il vento non è più parallelo alle isobare, si parla di “vento ageostrofico”.
Convergenza, divergenza e movimenti verticali
Quando una massa d'aria si discosta dai “binari” rappresentati dalle isobare, tende a convergere in alcuni punti, opportunamente chiamati zone di convergenza, e a divergere in altri punti, chiamati zone di divergenza. Quando queste zone sono vicine al “coperchio” rappresentato dalla tropopausa (circa 12.000 m alle nostre latitudini), l'aria in eccesso nelle zone di convergenza non può che evacuare verso il basso, causando l'abbassamento e l'essiccazione della massa d'aria, per poi divergere a livello del suolo. Al contrario, la corrente d'aria causata dalle zone di divergenza in quota è all'origine di movimenti ascensionali su larga scala che favoriscono le precipitazioni e i temporali, nonché la convergenza negli strati più bassi dell'atmosfera.
Da un punto di vista previsionale, le zone di divergenza dinamica vicino alla tropopausa sono quindi essenziali per definire le potenziali ascendenze e quindi le aree di maltempo. Ecco perché i meteorologi sono costantemente alla ricerca di queste zone.