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L'inverno 2023/24 a sud delle Alpi

MeteoSvizzera-Blog | 20 marzo 2024

Nella Svizzera italiana la stagione invernale 2023/24 è terminata come la più mite dall’inizio delle misure nel 1864. Le precipitazioni sono state superiori alla media, in particolare verso le vallate grigionesi meridionali. Mentre alle basse quote non si sono verificate nevicate significative, in montagna la neve è arrivata all’inizio di dicembre, ma poi è risultata deficitaria fin verso la fine di febbraio.

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Stagione estremamente mite

Così come a livello globale e nazionale, anche a sud delle Alpi la stagione invernale 2023/24, che comprende i mesi di dicembre, gennaio e febbraio, è risultata la più mite dall’inizio delle misure nel 1864. Lo scarto dalla media 1991-2020 è stato di +2.6 °C.

Con un’anomalia di +2.1 °C rispetto alla norma 1991-2020, la temperatura media del mese di dicembre è risultata la quarta più elevata dall’inizio delle misure nel 1864. Lo scarto dalla media è risultato inferiore per il mese di gennaio (+1.7 °C), il decimo più mite dall’inizio delle misure. Febbraio, invece, ha fatto registrare ben +3,9 °C rispetto alla norma 1991-2020, superando di circa mezzo grado il record precedente che risaliva a febbraio 1998.

Poche giornate più fredde della norma

Dopo un inizio del mese caratterizzato da temperature inferiori alla norma soprattutto in montagna, fra il 10 e il 31 dicembre le temperature si sono mantenute sempre al di sopra delle medie. Le anomalie positive più marcate sono state raggiunte fra il 22 e il 24 dicembre, quando una corrente nordoccidentale ha sospinto aria molto mite fin sulle Alpi e una corrente favonica ha interessato il versante sudalpino. Il 23 dicembre a Locarno Monti sono state registrate le temperature minima (12,6 °C) e massima (22,3 °C) più elevate dall’inizio delle misure nel 1901. Fra il 23 e il 24 dicembre molte altre stazioni di rilevamento del Sud delle Alpi hanno registrato temperature fra le dieci più alte mai misurate in dicembre.

Anche i primi dieci giorni di gennaio hanno visto temperature superiori alla norma, seppur di poco. Fra il 9 e il 22 gennaio, invece, le temperature si sono mantenute per lo più al di sotto della media climatologica, ad eccezione del giorno 18, per poi salire su valori abbondantemente più elevati del normale fino alla fine del mese. Considerando le temperature massime giornaliere, con una media di 14,7 °C la settimana fra il 22 e il 28 gennaio è risultata la terza più mite mai registrata a Locarno Monti nel mese di gennaio dall’inizio delle misure nel 1935. I 13,5 °C raggiunti il 24 gennaio a San Bernardino costituiscono la temperatura più elevata mai misurata in gennaio dall’inizio delle misure nel lontano 1864.

In febbraio solamente fra il 23 e il 27 le temperature medie a sud delle Alpi sono risultate inferiori alla norma, con anomalie negative generalmente più piccole di 3 °C. In tutti gli altri giorni del mese esse hanno superato abbondantemente la norma 1991-2020, con anomalie positive quasi sempre superiori a 3 °C che hanno addirittura toccato e localmente superato i 6 – 10 °C fra il 3 e il 4 febbraio e fra il 16 e il 19 del mese. Il 4 febbraio a Locarno Monti la temperatura non è scesa sotto i 12,1 °C, valore più alto per febbraio della serie storica iniziata nel 1882. Considerando le temperature medie giornaliere Piotta ha registrato un nuovo primato il 17 febbraio con 10,1 °C (+9,9 °C rispetto alla norma) e Poschiavo / Robbia il 4 febbraio con 12,2 °C (+13,4 °C rispetto alla norma).

Precipitazioni superiori alla norma

Il totale delle precipitazioni della stagione invernale 2023/24 a sud delle Alpi è risultato pari al 158 % della norma 1991-2020. Tuttavia i quantitativi hanno mostrato marcate variazioni regionali: mentre sul Ticino centro-meridionale e nelle vallate meridionali dei Grigioni essi hanno superato il 150 % della norma, verso l’Alto Ticino, in particolare nelle regioni nordoccidentali del Cantone, essi sono risultati in linea con la media pluriennale o solo leggermente superiori ad essa.

In dicembre le precipitazioni si sono verificate nella prima metà del mese, con i quantitativi più elevati caduti nei primi due giorni quando sono stati misurati da 30 a 60 mm, con punte fin verso i 100 mm nelle valli Bregaglia e Poschiavo. In seguito, la prevalenza di correnti nordoccidentali ha causato qualche debole nevicata solamente in prossimità della cresta alpina principale, prima che nell’ultimo giorno del mese venissero registrati in modo più diffuso da 5 a 15 mm. Nelle vallate grigionesi meridionali il totale mensile di dicembre si è avvicinato localmente al 200 % della norma.

In gennaio le precipitazioni sono state inferiori alla norma 1991-2020 nella maggior parte delle regioni. L’evento di precipitazioni più importante si è verificato fra il 5 e il 6 gennaio, quando una il versante sudalpino è stato interessato da situazione di sbarramento. I maggiori accumuli di precipitazione sono stati registrati sul Ticino centrale e nel Moesano, dove sono caduti fino a 40-50 mm. L’elevata intensità delle precipitazioni ha causato un importante abbassamento del limite delle nevicate, a tratti fin sul fondovalle della Riviera e della Mesolcina.

Mediate su tutto il territorio sudalpino svizzero, la somma mensile delle precipitazioni cadute nel mese di febbraio ha raggiunto il 315 % della norma 1991-2020; in altre parole, è caduta più di tre volte la precipitazione normalmente attesa in questo mese. Si è trattato del sesto mese di febbraio più ricco di precipitazioni dall’inizio delle misure nel 1864. Per le stazioni di Cimetta e Stabio quello del 2024 è stato il secondo mese di febbraio con precipitazioni più abbondanti dall’inizio delle misure nel 1982, per Robiei e Torricella / Crana il terzo (inizio delle misure rispettivamente nel 1991 e nel 1961). I periodi piovosi sono stati essenzialmente due, fra il 9 e l’11 febbraio e fra il 22 febbraio e la fine del mese, entrambi causati da situazioni di sbarramento da sud. Le precipitazioni del primo evento sono risultate localmente abbondanti per il mese di febbraio, in particolare nel Sottoceneri. Il 9 febbraio a Scudellate sono stati misurati 65,9 mm di pioggia, a Morbio Superiore 60,1 mm, valori più elevati per questo mese dall’inizio delle misure nel 1974. A Stabio (inizio misure nel 1982) l’accumulo sulle 48 ore ha raggiunto i 106 mm, valore più elevato per il mese di febbraio.

Neve solo in montagna, soprattutto a fine febbraio

Durante le precipitazioni della prima parte di dicembre il limite delle nevicate è stato spesso compreso fra 1000 e 1400 metri, spingendosi a tratti anche più in basso, come ad esempio il 4 dicembre quando qualche fiocco è caduto localmente fino in pianura. Attorno alla metà del mese, in montagna l’altezza della neve risultava in linea o di poco inferiore alla media del periodo. Nelle giornate miti e soleggiate della seconda metà del mese, tuttavia, essa è calata fino a valori ben inferiori alla norma. Soprattutto in Ticino, a fine anno l’altezza della neve presente in montagna era fino al 70 – 80 % inferiore alla norma.

In montagna la neve è tornata all’inizio del mese di gennaio, quando sono caduti fino a circa 40 cm di soprattutto sulle montagne del Ticino centrale, ma poi non si sono verificate nevicate significative fin verso metà febbraio. Le nevicate più ingenti della stagione si sono verificate verso la fine di febbraio. Anche se non sono stati registrati nuovi primati per quanto riguarda la neve fresca caduta su uno o più giorni, esse hanno portato l’altezza della neve presente al suolo alla fine dell’inverno meteorologico a fine febbraio su valori superiori alla norma.

Stagione non molto soleggiata

A sud delle Alpi il numero di ore di sole dell’inverno 2023/24 è risultato generalmente compreso fra il 90 e il 100 % della norma 1991-2020, con il soleggiamento più basso registrato lungo le Alpi. Il mese meno soleggiato è stato febbraio, quando il numero di ore di sole è stato compreso fra il 74 e l’82 % della media, senza grandi differenze regionali.