È finita la siccità?
Nonostante vi siano diversi modi di definire la siccità, limitandoci all’analisi delle precipitazioni totali cadute negli ultimi due anni possiamo fare le seguenti valutazioni.
Se da una parte, come menzionato sopra, i totali annuali del 2023 sono risultati non troppo distanti dalla norma 1991-2020, superandola solo nelle vallate grigionesi meridionali, in alcune regioni la somma delle precipitazioni degli ultimi due anni risulta ancora deficitaria. In particolare, sull’Alto Ticino e sul Mendrisiotto manca ancora all’appello dal 25 al 35 % della precipitazione che cade normalmente sull’arco di due anni, mentre altrove dal 10 al 20 %. Se guardiamo invece agli ultimi 3 anni, in tutte le regioni la somma delle precipitazioni non supera il 50 % di quella normalmente attesa sull’arco di tre anni.
Soleggiamento di poco superiore alla media
A sud delle Alpi il numero totale di ore di sole del 2023 è stato compreso fra il 100 e il 110 % della norma 1991-2020. A Lugano e a Locarno Monti il 2023 risulta rispettivamente il nono e il dodicesimo anno più soleggiato dall’inizio delle misure nel 1961.
Un anno in linea con le attese
Nel contesto del forte cambiamento climatico in atto, non sorprende che anche il 2023 sia risultato nel complesso molto mite, soprattutto per la presenza di lunghi periodi più caldi della norma indipendentemente dall’occorrenza di nuovi primati di temperatura. Anche il regime delle precipitazioni è risultato in linea con le proiezioni dei modelli climatici: lunghi periodi siccitosi sono stati interrotti da precipitazioni intense e da fenomeni talvolta estremi.
L’anno si apre con temperature quasi da primato
Così come il 2022, anche il 2023 è iniziato all’insegna di temperature estremamente miti. Fra l’1 e il 6 gennaio l’anomalia della temperatura media giornaliera rispetto alla norma ha localmente superato i 5 °C, con temperature massime di 12 – 14 °C e punte fino a 16 -17°C nelle vallate grazie al favonio. Nonostante le marcate anomalie giornaliere, non sono stati raggiunte temperature da primato.
Ad una prima parte di gennaio caratterizzata da temperature elevate, è seguita una seconda parte con temperature inferiori alla norma soprattutto in montagna, dove il 19 e il 20 gennaio sono stati registrati valori fino a 13 °C sotto lo zero. Per Lugano si è trattato del terzo gennaio più mite dall’inizio delle misure nel 1864.
Febbraio molto mite e asciutto
A sud delle Alpi il mese di febbraio è stato molto mite, soprattutto in montagna; si è trattato del settimo mese di febbraio più mite dall’inizio delle misure nel 1864. Le anomalie positive di temperatura hanno raggiunto valori molto elevati il 4 febbraio, quando, a causa del favonio, alle basse quote esse hanno superato i 10 °C. A Lugano e a Locarno Monti la temperatura media giornaliera è stata compresa fra 15 e 16 °C, cioè di ben 11 °C superiore alla norma. A titolo di confronto, medie giornaliere di 15-16 °C sono tipiche della terza settimana di maggio.
La somma delle precipitazioni di febbraio è risultata eccezionalmente bassa. Per la maggior parte delle stazioni pluviometriche, essa non ha superato i 5 – 6 mm; alcune stazioni di misura hanno misurato addirittura meno di 1 millimetro di pioggia.
Innevamento molto scarso
Anche nell’inverno 2022/23 l’innevamento sui monti del versante sudalpino è risultato molto scarso. Seppur generalmente superiore a quello dell’inverno precedente, la media dell’altezza della neve presente al suolo è risultata molto più bassa della norma 1991-2020; ad esempio a Bosco Gurin a 1640 m essa è stata di 19 cm (norma 66 cm), a San Bernardino a 1640 m di 24 cm (norma 63 cm), ad Airolo a 1139 m di 11 cm (norma 40 cm) e a Poschiavo a 1078 m di 2 cm (norma 11 cm). Le nevicate più significative dell’inverno sono state quelle di inizio dicembre 2022.
Marzo all’insegna delle correnti nordoccidentali
A sud delle Alpi anche il mese di marzo è risultato mite; si è tratto del sesto mese consecutivo a far registrare una temperatura media superiore alla norma. A causa delle frequenti correnti nordoccidentali che hanno soffiato sulle Alpi, le precipitazioni sono risultate vicine alla norma solo in prossimità della cresta alpina principale, mentre più a sud è mancata all’appello circa un terzo dell’acqua normalmente attesa. Il soleggiamento, al contrario, è stato più abbondante sul Sottoceneri.
Aprile fresco con una situazione di sbarramento
Nonostante in aprile vi è stata un’alternanza fra giornate più miti e giornate più fresche della norma, il mese nel suo complesso è risultato di 0,4 °C più fresco della media pluriennale. Le precipitazioni hanno mostrato grandi differenze regionali, ma mediamente sono state ancora una volta inferiori alla media. Fra il 20 e il 21 aprile si è verificata la prima situazione di sbarramento da sud dopo sei mesi in cui questa configurazione meteorologica non si era manifestata: sono caduti da 65 a 90 mm di precipitazione, mentre in montagna sopra i 1800 metri sono caduti da 20 a 60 cm di neve fresca. Localmente si è trattato della nevicata più abbondante del semestre invernale.