Temporale di rara violenza per il Sopraceneri. Influsso dei cambiamenti climatici?
Iniziamo subito con menzionare il fatto che per rispondere in modo dettagliato e definitivo a questa domanda, dovrebbe essere svolto uno studio di attribuzione ai cambiamenti climatici. Gli studi di attribuzione confrontano la probabilità che uno specifico evento si verifichi nel clima attuale con la probabilità che lo stesso evento avrebbe avuto in assenza delle emissioni di gas serra causate dalle attività umane a partire dal 1900, basandosi sia sui modelli climatici che sulle osservazioni storiche. Negli ultimi anni questa disciplina è stata più volte utilizzata per verificare se l’intensità o l’estensione di un evento possa essere raggiunta anche in un’atmosfera non riscaldata dall’attività antropica. Uno dei più recenti studi di attribuzione svolti per un evento vicino a noi, è stata l’analisi delle devastanti alluvioni dell’Emilia Romagna e delle Marche. Gli studi di attribuzione vengono svolti, al momento, per eventi atmosferici con dimensioni spaziali che superano la mesoscala e dimensioni temporali di almeno un giorno. Il violento temporale grandinigeno in questione, pur avendo una notevole estensione spazio-temporale, è da considerarsi ancora un fenomeno troppo locale per poter essere considerato dalla maggior parte dei modelli climatologici utilizzati attualmente in modo operazionale.
Detto questo, si possono però fare un paio di considerazioni. Il temporale in questione si è sviluppato al termine di un periodo canicolare molto intenso, il più tardivo per intensità. La massa d’aria che si è creata nella Pianura Padana risultava molto calda, umida e potenzialmente instabile. Condizioni che si verificano più raramente verso la fine dell’estate, vuoi per la radiazione solare meno intensa, vuoi per un’atmosfera più dinamica rispetto alla piena estate (passaggio di fronti e relativo rimescolamento della massa d’aria). Nel caso di intense ondate di caldo particolarmente tardive, i contrasti termici che si possono creare all’arrivo di perturbazioni sono potenzialmente più forti rispetto all’estate, in quanto dalle latitudini più settentrionali la massa d’aria che può scendere è potenzialmente più fredda. I contrasti termici e la dinamica che ne consegue, sono uno degli elementi base per la formazione di perturbazioni temporalesche intense.
A livello climatologico, l’ultima parte dell’estate e l’inizio autunno, considerando il periodo che va da metà agosto agli inizi di ottobre, il Sud delle Alpi è da sempre stato interessato a livello più o meno regolare da situazioni di sbarramento con una componente temporalesca molto marcata e conseguenti eventi alluvionali. Con una temperatura atmosferica più elevata e un mar Mediterraneo che mostra un’anomalia positiva della temperatura rispetto alla norma sempre più marcata, a causa della maggiore energia implicata è ipotizzabile che, a parità di configurazioni sinottiche, gli eventi tendano ad essere più intensi rispetto al passato. Per quanto riguarda gli accumuli di precipitazioni, l’aumento è significativo anche a livello statistico, con circa +12% sugli accumuli giornalieri massimi annuali e un aumento di circa 26% della frequenza delle precipitazioni estreme giornaliere (frequenza del superamento del 99esimo percentile) negli ultimi 100 anni.
La violenta grandinata del Locarnese è un caso singolo, completamente fuori norma considerando la regione interessata, l’intensità, l’estensione spaziale e il periodo. Essa s’inserisce in un contesto dettato da una generale tendenza all’estremizzazione degli eventi a livello globale. Tuttavia lo si deve considerare come un caso singolare, che non lo si può correlare con sufficiente rigore statistico con il riscaldamento globale in atto. Potrebbe essere semplicemente frutto di un evento molto raro all’interno di una naturale variabilità climatica della regione alpina. Per solide statistiche ed eventuali tendenze sui fenomeni convettivi e relative caratteristiche (per esempio come grandine, fulminazione) sono necessarie, oltre a modelli climatologici in grado di risolvere questi fenomeni in modo esplicito, una serie di misure ed osservazioni più lunghe.