Intensificazione esplosiva
Domenica 22 ottobre, il National Hurricane Center (NHC) denomina la tempesta tropicale OTIS. In quel momento, la velocità media dei venti in un minuto ha raggiunto i 35 nodi (65 km/h). Le previsioni indicano che il sistema dovrebbe rafforzarsi leggermente, raggiungendo al massimo venti di circa 50 nodi.
Soltanto martedì 24 ottobre le previsioni prevedono che OTIS si rafforzi fino a diventare un uragano di categoria 1 con venti medi di 75 nodi.
Ma le cose non vanno secondo le previsioni. Arrivato in acque molto calde, con temperature tra i 29 e i 31°C, OTIS si rafforza improvvisamente. Il 24 ottobre alle 12 UTC, i venti medi erano stimati a 40 nodi. Tre ore dopo erano stimati a 60 nodi. Lo stadio di uragano è raggiunto alle 18 UTC con venti medi stimati a 70 nodi. Alle 19 UTC, un aereo da ricognizione sorvola l'uragano e misura venti medi di 95 nodi. Alle 21 UTC, i venti medi raggiungono i 110 nodi. OTIS è ora un uragano maggiore, di categoria 3 sulla scala Saffir-Simpson.
Il 25 ottobre, alle ore 00 UTC, OTIS genera venti medi di 125 nodi, diventando così un uragano di categoria 4. Alle 03 UTC, i venti medi superano i 140 nodi e la categoria 5 viene raggiunta. Alle 04 UTC, i venti medi sono stimati a 145 nodi. È stato raggiunto l'apice della tempesta.
Mercoledì 25 ottobre, alle 0625 UTC (08:25 in Svizzera, 0:25 in Messico), OTIS tocca terra in Messico, vicino ad Acapulco, con venti medi (stimati in un minuto) di 145 nodi (270 km/h) e una pressione atmosferica nell'occhioi del ciclone di 923 hPa.
Una volta approdato, l'uragano si indebolisce rapidamente. Tuttavia, la città di Acapulco e l'entroterra sono stati colpiti da venti violenti e piogge torrenziali per diverse ore.
In 16 ore, OTIS è passato da semplice tempesta tropicale a uragano di categoria 5, con una velocità media del vento di 105 nodi. Un'intensificazione così rapida ed estrema non ha precedenti.