I cicloni tropicali mediterranei, i temuti “Medicane”
Esiste un tipo di ciclone a noi molto più vicino: i cicloni tropicali mediterranei, ribattezzati anche “Medicane” (dall’unione di Mediterranean e Hurricane), un termine però ancora dibattuto a livello scientifico. Di cosa si tratta? “A causa del riscaldamento climatico e di una superficie del mare sempre più calda (quest'anno alcune zone del mar Tirreno meridionale hanno addirittura superato i 30 gradi), le condizioni per la formazione di tempeste simil-tropicali sono presenti anche nel Mediterraneo, anche se non si tratta di veri e propri uragani. È un sistema depressionario che, a differenza degli altri che abbiamo in Europa, ha un cuore caldo. Magari è meno evidente rispetto ai cicloni tropicali veri e propri, ma come loro prende l’energia dalla superficie marina molto calda e dalla condensazione del vapore acqueo, e non dallo scontro di masse d'aria con temperature differenti. La differenza con gli uragani è che non si innesca unicamente con la formazione di cellule temporalesche in assenza di vento, ma spesso si forma per transizione tropicale, ovvero quando una depressione con caratteristiche extratropicali (con fronte caldo e fronte freddo) entra sul bacino del Mediterraneo, tipicamente in autunno o nella prima parte dell'inverno. A causa della presenza di molta energia dovuta alle temperature elevate della superficie marina succede la transizione: i sistemi frontali perdono d’importanza e l’attività temporalesca prende il sopravvento; organizzandosi ulteriormente attingendo energia proprio dal Mediterraneo inizia a roteare formando addirittura un “occhio”.
Si tratta di sistemi molto violenti che di norma causa danni principalmente nel Sud Italia, in Grecia e in tutto il bacino del Mediterraneo orientale. A causa proprio del costante aumento delle temperature superficiali del Mediterraneo, le osservazioni ci indicano che la loro frequenza sta effettivamente aumentando”.