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Nell’occhio del ciclone - parte 1

MeteoSvizzera-Blog | 22 ottobre 2022
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Ciclone tropicale, tifone o uragano? Con il quarto tema della serie #lameteospiegata, una collaborazione con RSINews, ci spostiamo sugli oceani più caldi per vedere un po' più da vicino un fenomeno tropicale particolarmente violento.

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“Gli uragani fanno un sacco di rumore; fanno un sacco di danni; inoltre l’uomo non ha trovato il modo di controllarli. Non c’è da meravigliarsi che diano loro nomi di donne”. La battuta (perché di battuta si tratta, lo sottolineiamo a scanso di equivoci) del commediografo americano Robert Orben calza a pennello per lanciarci alla velocità del vento nel tema della quarta puntata della serie RSINews #lameteospiegata.

Il tema, “ça va sans dire”, è proprio quello dei cicloni tropicali che, a dipendenza di dove si sviluppano, assumono nomi diversi. L’esperienza e la conoscenza sulla quale ci appoggeremo sono quelle del nostro moderno “Virgilio” meteorologico Luca Nisi di MeteoSvizzera.

Ciclone tropicale, uragano o tifone?

La matassa va dipanata partendo dai nomi e dalle definizioni, che spesso traggono in inganno o generano confusione. In generale, è il nome ciclone tropicale che definisce questa struttura dal “cuore caldo”. Dopodiché, tipicamente ci sono due nomi principali utilizzati nel mondo per definire questi cicloni: uragano viene utilizzato maggiormente sull’oceano Atlantico settentrionale e nel Pacifico centro e nord-orientale (le acque che bagnano le coste ovest dell’America del nord e del Centroamerica per intenderci). Il termine deriva dall’inglese Hurricane, che a sua volta discende dal dio Maya delle tempeste Huracan. Spostandoci verso l’Asia invece, quindi nel Pacifico occidentale e in parte dell’oceano Indiano, viene di norma preferito il termine tifone, che deriva dal cinese “tái fēng”, che significa grande vento (maggiori info sulla suddivisione di oceani e mari). Insomma tre nomi, o meglio due, che indicano la stessa cosa, il ciclone tropicale appunto.

Che cos’è un uragano?

“L'uragano è un sistema ciclonico che si origina su acque molto calde, quindi su zone molto lontane dalle nostre latitudini, e la temperatura della superficie dell'acqua deve essere di almeno 27 gradi su delle aree piuttosto estese e per una profondità di almeno 50 metri. Si formano quindi tipicamente nelle zone tropicali o subtropicali del pianeta” spiega Luca Nisi. Un ciclone tropicale è caratterizzato da un centro o da un vortice di bassa pressione e soprattutto si differenzia dai sistemi depressionari che conosciamo alle nostre latitudini proprio per il nucleo caldo: “Vuol dire che all'interno di questa struttura abbiamo dell'aria più calda rispetto ai bordi esterni. Un uragano è caratterizzato da diversi fronti temporaleschi che si allungano dal centro a forma di spirale, sono pertanto molto differenti rispetto ai cicloni extratropicali che conosciamo in Europa”. Queste spirali con linee di temporali molto violenti ruotano attorno a un centro ben definito: il cosiddetto occhio del ciclone, “che solitamente è una zona di relativa calma e spesso addirittura con cielo sereno, in prossimità dei fronti temporaleschi invece i venti sono invece particolarmente violenti, le precipitazioni molto intense e le cellule possono a volte dare luogo a dei tornado all'interno dell'uragano… potete immaginare i danni che può provocare”.

Cicloni tropicali vs. cicloni extratropicali, le differenze

In generale, i cicloni tropicali si differenziano da quelli extratropicali, che si formano in zone al di fuori dei tropici, già a partire dalla struttura e dalla dinamica. I cicloni extratropicali, che sono le depressioni che conosciamo in Europa, si formano quando si scontrano masse d'aria con caratteristiche molto differenti, tipicamente una massa d'aria calda e umida provenienti da sud con una massa d'aria fredda proveniente dalla zona polare. “Scontrandosi, a causa delle differenti densità delle masse d’aria e a causa della rotazione della Terra, iniziano a roteare. Queste depressioni hanno il cuore freddo, esattamente il contrario - per quanto riguarda la distribuzione delle temperature - rispetto ai cicloni tropicali. Soprattutto hanno anche dei sistemi frontali, con un fronte caldo e uno freddo ben definiti. Al contrario, i cicloni tropicali hanno un cuore caldo: la loro energia non deriva dallo scontro di masse d'aria con temperature differenti, ma da una superficie marina oceanica molto calda che, evaporando e salendo condensa e rilascia dell'energia nell’atmosfera sotto forma di energia termica (calore latente di condensazione). Non hanno fronti, ma come detto hanno spirali temporalesche molto violente”.

La nomenclatura: una passione mediatica, ma anche una riduzione dei rischi

Lo sappiamo ormai tutti: gli uragani hanno un nome, che conquistano appunto quando raggiungono lo stadio di tempesta tropicale. Ma perché viene loro affibbiato un nome? “I nomi degli uragani e delle tempeste sono sempre ben voluti dai media, in quanto grazie a un nome si può facilmente far riferimento a un fenomeno meteorologico preciso nel relativo articolo o servizio. Il vero motivo è però un altro: i nomi vengono dati per ridurre il rischio di confusione quando vengono diramati i bollettini di allerta. Durante la stagione di massima intensità e frequenza, possono infatti esserci anche diversi uragani e tifoni contemporaneamente nel mondo; è quindi fondamentale, per la navigazione ma non solo, avere un nome che indichi precisamente una struttura tropicale di questo tipo in una zona precisa”. Nel mondo ci sono undici centri per le allerte degli uragani e sono loro i responsabili della nomenclatura per le rispettive regioni (qui la lista dei nomi utilizzati). Il nome inoltre, una volta assegnato, non viene più tolto, anche se la tempesta si indebolisce e viene declassata a una categoria inferiore. “È anche per questo che ogni tanto questi ‘residui’ di uragani che raggiungono l’Europa hanno ancora un nome, anche se non sono più così intensi.”

#lameteospiegata è una serie RSINews, in collaborazione con
MeteoSvizzera, che nasce con l’intenzione di approfondire, una volta al mese, un tema meteorologico non per forza legato alla stretta attualità. La missione: renderlo accessibile e comprensibile. Il blog è accessibile al seguente link: https://bit.ly/3gAjTPi