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Fronte freddo

Un fronte freddo è una zona che separa due masse d’aria, associate solitamente a una depressione. È caratterizzato dalla presenza di nuvole, precipitazioni e a volte anche temporali. Come indica il suo nome, il suo passaggio porta ad un abbassamento delle temperature.

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Un fronte freddo è una zona che separa due masse d’aria, una calda e l’altra fredda. Si parla di un fronte freddo quando l'aria fredda, avanzando, scalza e sostituisce dell'aria relativamente più calda presente davanti a sé, al suolo. Poiché l'aria fredda è più densa di quella calda, essa riesce a “infilarsi” sotto l’aria calda e la solleva, innescando un movimento verticale verso l’alto. Al passaggio di un fronte freddo il vento gira in senso orario (generalmente da sud-ovest a nord-ovest) e solitamente si rafforza, la temperatura dell’aria si abbassa rapidamente e la pressione atmosferica inizia ad aumentare. Sulle carte meteorologiche che rappresentano la distribuzione della pressione al suolo, i fronti freddi sono rappresentati da una linea blu con dei triangoli. Spesso la posizione dei fronti freddi corrisponde a un “gomito” nella forma delle isobare.

Il movimento ascensionale dell'aria generato dal fronte freddo forma nuvole, da cui spesso si generano delle precipitazioni. Un fronte freddo può essere più o meno attivo, a dipendenza in particolare dalla differenza di temperatura fra l’aria presente davanti al fronte e quella dietro ad esso. Maggiore è questa differenza e più il fronte sarà attivo e l’instabilità nella zona frontale grande. In genere, le nuvole associate ad un fronte freddo sono nembostrati, altocumuli e stratocumuli. In corrispondenza dei fronti freddi si formano spesso anche cumulonembi che possono causare violenti temporali, soprattutto in estate.

Il tempo dopo il passaggio del fronte è caratterizzato da una forte variabilità. Questo tipo di tempo è chiamato in francese «temps de traîne» e in tedesco “Rückseitenwetter”. In italiano non esiste una specifica denominazione. Esso si sviluppa dopo una breve fase in cui le nuvole, dietro il fronte, si dissolvono completamente (schiarite post-frontali). In seguito l’aria fredda che affluisce in quota rende l’atmosfera instabile dando vita alla formazione di cumuli, da cui si possono sviluppare dei rovesci. Le schiarite si alternano a rovesci di pioggia o addirittura di gragnuola. Questo fenomeno è tipico del mese di aprile ed è chiamato proprio “tempo d’aprile”. Quando l'aria è molto instabile, si possono formare anche dei cumulonembi (e quindi dei temporali).

I diversi tipi di fronti freddi

Esistono due tipi principali di fronti freddi: quelli catabatici e quelli anabatici. Un fronte freddo catabatico è caratterizzato da aria relativamente secca in alta quota. Questo impedisce alle nubi di estendersi in modo importante dietro il fronte e le precipitazioni si verificano quindi davanti al fronte o proprio sulla zona frontale. Un fronte freddo anabatico è costituito da aria più umida e instabile in alta quota. Le precipitazioni sono piuttosto concentrate dietro il fronte e si formano in gran parte nell'aria fredda.

I fronti freddi sono talvolta seguiti da un secondo fronte freddo meno attivo, noto come fronte freddo secondario. Questi fronti sono generalmente associati alla presenza di aria polare. Il fronte freddo secondario segna quindi il confine tra l'aria fredda (proveniente dal primo fronte freddo) e l'aria polare, ancora più fredda.

Alcuni fronti freddi cosiddetti di basso strato (o di superficie) fanno affluire l'aria fredda solo a quote relativamente basse. Sono quindi meno instabili e relativamente poco attivi. L'aria fredda dietro il fronte stabilizza rapidamente la massa d'aria e impedisce la formazione di rovesci.

Un fronte freddo mascherato designa la zona che separa dell'aria marina relativamente mite da una massa d'aria più fredda, posta davanti al fronte. L'aria a basse quote dietro il fronte freddo mascherato è quindi più mite dell'aria che essa va a scalzare e che sollevandosi va a posizionarsi sopra l’aria che arriva dietro al fronte. Queste situazioni si verificano in particolare d’inverno quando abbiamo delle situazioni d’inversione termica (caratterizzate dalla presenza di aria fredda in prossimità del suolo e di aria calda al di sopra). Quando un fronte freddo accompagnato da aria marina relativamente mite incontra l’aria fredda presente sotto un’inversione termica, la temperatura al suolo può aumentare dopo il passaggio del fronte.