La regione compresa tra il fronte freddo in quota e il fronte freddo nei bassi strati (il cui avanzamento è rallentato anche dalla presenza di orografia complessa), denominata shallow moist zone, è caratterizzata dalla presenza di aria ancora calda di origine subtropicale nei bassi strati e l’afflusso di aria più fredda in quota con divergenza negli strati superiori ai 5000 metri (Fig. 4). Questa situazione causa spesso condizioni di spiccata instabilità con la formazione di temporali anche di forte intensità. Spesso in questa regione si formano anche zone di convergenza molto marcate, all’origine delle linee temporalesche con la continua rigenerazione di cellule temporalesche. A dipendenza della velocità di spostamento del fronte freddo in quota e a basse quote, queste linee possono spostarsi sul territorio più o meno velocemente: esse sono talvolta molto lente o stazionarie (vedi evento Vallemaggia 29-30 giugno 2024), talvolta in rapido movimento da ovest a est. Ovviamente, oltre alla portata dell’afflusso di umidità e l’instabilità termodinamica presente, l’accumulo di precipitazioni su una determinata regione dipende anche dalla velocità di spostamento di tali linee. Nel caso analizzato in questo rapporto, la velocità di avanzamento dei fronti ha determinato uno spostamento graduale della linea di convergenza verso est. Il suo spostamento ha subito un’ulteriore accelerazione quando ha raggiunto il Sottoceneri, in particolare il Luganese e Mendrisiotto. La durata limitata della fase di rigenerazione di celle temporalesche su queste due regioni ha determinato, nonostante le elevate intensità di pioggia istantanee, accumuli di pioggia complessivamente più contenuti.