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Analisi delle precipitazioni temporalesche del 20-21 luglio 2025 - parte 1
MeteoSvizzera-Blog | 02 agosto 2025

Tra la sera del 20 e la mattinata del 21 luglio 2025 un fronte freddo proveniente da ovest ha attraversato la Svizzera. Il versante sudalpino, e in particolare il Ticino, è stato interessato da precipitazioni temporalesche intense. L’epicentro delle precipitazioni è venuto a trovarsi in una fascia dal Locarnese alla Val Verzasca e alla parte più occidentale del Piano di Magadino. Con una serie di 3 blog presentiamo l'analisi di questo evento. In questa prima parte viene presentato il contesto meteorologico.

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Contesto meteorologico

Domenica 20 luglio 2025 un fronte freddo legato a una zona depressionaria ben strutturata e centrata tra il Regno Unito e la Manica si è avvicinato alla regione alpina da ovest (Fig. 1). Esso ha attraversato la Svizzera nel corso della notte su lunedì 21 luglio 2025 lasciando il nostro Paese già nel corso della mattinata dello stesso giorno (Fig. 2). All’avvicinarsi di questo sistema frontale, le correnti da sudovest si sono rafforzate convogliando aria gradualmente più umida e calda di origine subtropicale verso le Alpi.

Fig. 1. Carta meteorologica al suolo, situazione alle 12 UTC del 20 luglio 2025. È ben visibile il fronte freddo legato alla depressione centrata sul Regno Unito che si sta avvicinando alle Alpi da ovest.
Fig. 1. Carta meteorologica al suolo, situazione alle 12 UTC del 20 luglio 2025. È ben visibile il fronte freddo legato alla depressione centrata sul Regno Unito che si sta avvicinando alle Alpi da ovest. (MeteoSvizzera)
Fig. 2. Carta meteorologica al suolo, situazione alle 12 UTC del 21 luglio 2025. Il fronte freddo si è allontanato dalla Svizzera verso est, il versante nordalpino è interessato da correnti occidentali meno umide ma ancora instabili, mentre a sud delle Alpi la massa d’aria risulta più stabile e secca.
Fig. 2. Carta meteorologica al suolo, situazione alle 12 UTC del 21 luglio 2025. Il fronte freddo si è allontanato dalla Svizzera verso est, il versante nordalpino è interessato da correnti occidentali meno umide ma ancora instabili, mentre a sud delle Alpi la massa d’aria risulta più stabile e secca. (MeteoSvizzera)

Inizialmente, per effetto dell’afflusso di aria calda in quota, la massa d’aria sul versante sudalpino è risultata solo moderatamente instabile. Nella seconda parte della giornata di domenica 20 luglio 2025, soprattutto a partire dalla serata, sul versante sudalpino il sollevamento originato dall’orografia ha innescato le prime precipitazioni sottoforma di rovesci, solo localmente temporaleschi e non di forte intensità. Nel corso della notte su lunedì, a causa dell’arrivo di aria più fredda in quota, la massa d’aria si è ulteriormente destabilizzata con la conseguente intensificazione dei rovesci e temporali. A Sud delle Alpi inoltre si è instaurata per un periodo di tempo limitato una corrente da sud nei bassi strati (low level jet), non particolarmente intensa, ma che ha comunque raggiunto i 35 - 45 km/h sui 1500 metri (radiosondaggio Novara Cameri) e 50 - 60 km/h sopra i 2000 metri di quota circa (radar VAD, vedi Fig. 3).

Fig. 3. Profilo del vento derivato dalle misure del radar meteorologico del Monte Lema (Velocity Azimuth Display - VAD) e del radiosondaggio di Novara Cameri. Le barbule colorate rappresentano le velocità del vento derivate dal radar, quelle nere sono derivate dal radiosondaggio.
Fig. 3. Profilo del vento derivato dalle misure del radar meteorologico del Monte Lema (Velocity Azimuth Display - VAD) e del radiosondaggio di Novara Cameri. Le barbule colorate rappresentano le velocità del vento derivate dal radar, quelle nere sono derivate dal radiosondaggio. (MeteoSvizzera)

La regione compresa tra il fronte freddo in quota e il fronte freddo nei bassi strati (il cui avanzamento è rallentato anche dalla presenza di orografia complessa), denominata shallow moist zone, è caratterizzata dalla presenza di aria ancora calda di origine subtropicale nei bassi strati e l’afflusso di aria più fredda in quota con divergenza negli strati superiori ai 5000 metri (Fig. 4). Questa situazione causa spesso condizioni di spiccata instabilità con la formazione di temporali anche di forte intensità. Spesso in questa regione si formano anche zone di convergenza molto marcate, all’origine delle linee temporalesche con la continua rigenerazione di cellule temporalesche. A dipendenza della velocità di spostamento del fronte freddo in quota e a basse quote, queste linee possono spostarsi sul territorio più o meno velocemente: esse sono talvolta molto lente o stazionarie (vedi evento Vallemaggia 29-30 giugno 2024), talvolta in rapido movimento da ovest a est. Ovviamente, oltre alla portata dell’afflusso di umidità e l’instabilità termodinamica presente, l’accumulo di precipitazioni su una determinata regione dipende anche dalla velocità di spostamento di tali linee. Nel caso analizzato in questo rapporto, la velocità di avanzamento dei fronti ha determinato uno spostamento graduale della linea di convergenza verso est. Il suo spostamento ha subito un’ulteriore accelerazione quando ha raggiunto il Sottoceneri, in particolare il Luganese e Mendrisiotto. La durata limitata della fase di rigenerazione di celle temporalesche su queste due regioni ha determinato, nonostante le elevate intensità di pioggia istantanee, accumuli di pioggia complessivamente più contenuti.

Fig. 4. Quota del geopotenziale, vento e temperatura a 500 hPa (circa 5800 metri), analisi del modello ECMWF-IFS del 21 luglio 2025 ore 03 UTC, al momento della formazione della linea di convergenza temporalesca. Negli strati più alti dell’atmosfera il flusso sulle Alpi è ciclonico e leggermente divergente.
Fig. 4. Quota del geopotenziale, vento e temperatura a 500 hPa (circa 5800 metri), analisi del modello ECMWF-IFS del 21 luglio 2025 ore 03 UTC, al momento della formazione della linea di convergenza temporalesca. Negli strati più alti dell’atmosfera il flusso sulle Alpi è ciclonico e leggermente divergente. (MeteoSvizzera-ECMWF)
Fig. 5. Distribuzione della pressione al suolo (ridotta a livello del mare secondo l’atmosfera standard) e temperatura a 850 hPa (circa 1500 metri), analisi del modello ECMWF-IFS del 21 luglio 2025 ore 03 UTC, al momento della formazione della linea di convergenza temporalesca. Il gradiente di pressione e il gradiente termico sul versante sudalpino e la Pianura Padana sono relativamente contenuti, motivo per cui la corrente nei bassi strati non è risultata particolarmente intensa.
Fig. 5. Distribuzione della pressione al suolo (ridotta a livello del mare secondo l’atmosfera standard) e temperatura a 850 hPa (circa 1500 metri), analisi del modello ECMWF-IFS del 21 luglio 2025 ore 03 UTC, al momento della formazione della linea di convergenza temporalesca. Il gradiente di pressione e il gradiente termico sul versante sudalpino e la Pianura Padana sono relativamente contenuti, motivo per cui la corrente nei bassi strati non è risultata particolarmente intensa. (MeteoSvizzera)

Durante tutta la fase allertata, compresa la fase nella shallow moist zone, i valori di instabilità atmosferica sono risultati piuttosto modesti considerando il potenziale che la stagione può offrire. Il CAPE-MU non ha superato i 1000-1200 J/kg nemmeno nelle regioni più meridionali. Bassi anche i valori di wind shear. Al contrario, significativi sono risultati i valori di acqua precipitabile (30–40 mm) denotando la presenza di una massa d’aria molto umida di origine subtropicale.

Fig. 6. Radiosondaggio di Novara Cameri del 21 luglio 2025 alle ore 00 UTC. Il profilo risulta instabile con una moderata avvezione da sud nei bassi strati.
2025 alle ore 00 UTC. Il profilo risulta instabile con una moderata avvezione da sud nei bassi strati. (MeteoSvizzera)

Nella seconda parte, che verrà pubblicata domani, analizzeremo nel dettaglio l'andamento delle precipitazioni e gli accumuli rilevati. Lunedì invece, nella terza parte, presenteremo l'inquadramento climatologico dell'evento.