Ambito dei contenuti

El Niño e La Niña, i bambini impertinenti del Pacifico - Parte 3

MeteoSvizzera-Blog | 16 maggio 2023
5 Commenti

Non solo atmosfera: in quest'ultimo contributo di #lameteospiegata andiamo a vedere quali sono gli effetti di el Niño e la Niña sulle correnti oceaniche. Inoltre presenteremo qualche dato e record degno di nota, per poi terminare discutendo le possibili interazioni con i cambiamenti climatici.

  • Tempo

Piè di pagina

Navigazione top bar

Autorità federali svizzereAutorità federali svizzere

Non solo atmosfera: anche la vita degli oceani (e degli umani) cambia

Spesso El Niño e La Niña vengono associati a fenomeni atmosferici e al clima di date regioni, ma questi fenomeni hanno anche un importante effetto sugli oceani. “In condizioni normali nell'Oceano Pacifico gli Alisei soffiano dal settore est lungo l'equatore interagendo, come detto prima, con la superficie dell’oceano per effetto dell’attrito. In pratica portano acqua calda dal Sudamerica verso l'Asia. Il movimento di queste masse d'acqua verso la costa occidentale dell'Oceano Pacifico causa un aumento del livello del mare su questo lato, che può raggiungere anche 80-100 cm rispetto alla costa orientale. Chiaramente, le due coste sono separate da migliaia di chilometri di acqua e non è quindi possibile osservare concretamente la differenza, ma resta piuttosto notevole. Per sostituire l'acqua calda che viene sospinta verso ovest, viene fatta risalire dell'acqua fredda dagli strati profondi verso la superficie e questo processo è chiamato in inglese Upwelling" spiega Luca Nisi di MeteoSvizzera.

Detto questo, El Niño e La Niña sono due fenomeni climatici che modificano o interrompono queste condizioni normali: con La Niña vengono accentuate e le correnti di acqua calda verso ovest si intensificano, con sempre più aria ricca di umidità diretta verso le coste indonesiane e australiane, con al contempo un’intensificazione dell’upwelling lungo le coste sudamericane, in particolare in Perù. Questa spiegazione ci permette di arrivare al dunque: l’acqua più fredda che risale con l’upwelling è ricca di nutrienti che giungono così in superficie. In situazione di La Niña le coste sudamericane bagnate dal Pacifico approfittano di questa risalita di nutrienti che favorisce molto la pescosità, quindi anche in ottica socioeconomica è molto importante.

Al contrario in presenza di El Niño l’upwelling è spostato maggiormente verso l’Australia e l’Indonesia e in Sudamerica arriva acqua più calda e avara di nutrienti e la pescosità decresce di conseguenza.

Sempre in rifermento alle conseguenze socioeconomiche, nel web si trovano addirittura citazioni da ricerche storiche che affermano come una forte prolungata fase di El Niño abbia influito pesantemente sull'impero degli Inca in Perù, che arrivavano a compiere dei sacrifici umani per tentare di prevenire le precipitazioni, proprio perché fenomeni intensi erano legati a periodi molto siccitosi o a precipitazioni molto intense”. E a questo proposito alcuni storici ipotizzano che anche i venti particolari di una fase El Niño favorirono l’incursione distruttrice del ‘conquistador’ spagnolo Francisco Pizarro nel 1532, che mise fine all’impero precolombiano.

Dati e record, dal caldo estremo a un raffreddamento localizzato

Per parlare di dati significativi, va fatta una premessa: El Niño e La Niña sono fenomeni che hanno un influsso sia sulla meteorologia sia sulla climatologia di varie regioni. Sono dei fenomeni intensi che provocano anomalie importanti su vari parametri meteorologici: pertanto spesso sono correlati a record, sia di siccità sia di precipitazioni e non li menzioneremo tutti. “Andando a guardare tutte le regioni che sono interessate da questo fenomeno i record si moltiplicano, però penso che valga almeno la pena menzionare un dato recente: un fenomeno molto molto intenso di El Niño si è verificato a cavallo tra il 2015 e il 2016 e si è rivelato uno tra i tre più forti mai osservati, assieme a quello del 1982-83 e del 1997-98. L’ultimo episodio, insieme al riscaldamento globale in atto, è stato considerato la causa principale del caldo record nel 2016, che risulta ancora oggi l'anno più caldo a livello mondiale. El Niño quindi, combinato come detto al riscaldamento climatico, favorisce nuovi record di temperatura media a livello mondiale.

La Niña ha al contrario un effetto raffreddante, anche dovuto al fenomeno di upwelling di cui abbiamo parlato prima: l’acqua molto fredda che risale dalle profondità oceaniche verso la superficie va a sua volta a raffreddare gli strati più bassi dell'atmosfera. E a questo proposito anche qui vale la pena citare un episodio recente: nel 2022, che è stato comunque uno degli anni più caldi a livello mondiale anche se non abbiamo superato il 2016, era in atto – come già visto – una forte fase di La Niña. E infatti, se si guarda la mappa delle anomalie climatiche a livello mondiale, seppur nella la maggior parte delle regioni erano positive e quindi vediamo una colorazione rossastra quasi dappertutto, dove era presente il fenomeno di upwelling le temperature sono state al di sotto della media. Un raffreddamento che non ha comunque permesso di mitigare a livello globale quello che è stato uno degli anni più caldi dall’inizio delle misure a metà ‘800 circa”.

El Niño e La Niña, quale relazione con il cambiamento climatico?

Al riscaldamento climatico fin qui qualche accenno è stato fatto, ma concretamente che relazione intercorre tra El Niño/La Niña e il cambiamento in atto? “Ci sono principalmente due relazioni con esiti opposti tra loro. La prima relazione l’abbiamo già menzionata e possiamo dire che entrambi incidono sulla temperatura globale. I fenomeni di El Niño, in particolare, influiscono notevolmente sul riscaldamento della temperatura media del pianeta. Negli anni con El Niño è pertanto più facile avere delle temperature alte, ma ovviamente non bisogna interpretare questo fatto come una causa del cambiamento climatico o – per assurdo – arrivare addirittura a confutarlo, è solo un elemento che va ulteriormente ad accentuare queste anomalie positive di temperatura. Ci sono poi molte prove scientifiche che dimostrano che il riscaldamento globale, e qui arriviamo alla seconda relazione, provoca un aumento dei fenomeni meteorologici estremi, lo abbiamo infatti sentito in numerose salse negli ultimi anni a causa di quello che è stato osservato. La stessa conclusione vale pure le oscillazioni El Niño e La Niña: le fasi potranno essere più frequenti, ma soprattutto i fenomeni più intensi potranno essere più frequenti. Cosa significa questo? Che più i fenomeni di El Niño/La Niña sono intensi, maggiori sono le differenze nelle precipitazioni e dei periodi siccitosi nelle zone interessate. A dipendenza del caso e del luogo, potranno essere quindi più accentuate le alluvioni, rispettivamente le siccità” conclude Luca Nisi.

*******************************************************************************************************

#lameteospiegata è una serie RSINews, in collaborazione con MeteoSvizzera, che nasce con l’intenzione di approfondire, una volta al mese, un tema meteorologico non per forza legato alla stretta attualità. La missione: renderlo accessibile e comprensibile.

Altri blog della serie #lameteospiegata dedicati a El Niño e La Niña:

El Niño e La Niña, i bambini impertinenti del Pacifico - Parte 1

El Niño e La Niña, i bambini impertinenti del Pacifico - Parte 2

Il blog completo de #lameteospiegata sul sito web di RSI è accessibile al seguente link.