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Stato del clima nelle Alpi: semestre estivo 2022

MeteoSvizzera-Blog | 05 dicembre 2022
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Nelle Alpi centrali e orientali i mesi da maggio a ottobre 2022 sono stati caratterizzati da caldo eccezionale, penuria di precipitazioni e da un ritiro dei ghiacciai da primato. Questi i temi principali del nuovo bollettino transfrontaliero “Clima delle Alpi”, edito dai servizi meteorologici nazionali di Svizzera, Austria e Germania.

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Lo stato del clima nelle Alpi svizzere, austriache e tedesche è descritto nel dettaglio nella nuova pubblicazione “Clima delle Alpi”. In questo contributo riassumiamo brevemente i punti principali.

Caldo record

Nei mesi di maggio e giugno le stazioni di misura alpine di Germania, Svizzera e Austria hanno registrato in modo esteso temperature elevate con medie mensili che in alcuni casi sono risultate da primato, con anomalie comprese fra +1.5 e +3.0 °C rispetto alla norma 1991-2020. La situazione è stata simile anche nel mese di luglio, che è risultato fra il secondo e il nono più caldo dall’inizio delle misure in base alla località. Il 25 luglio il radiosondaggio di Payerne ha misurato zero gradi ad un’altezza di 5184 metri, la più alta mai registrata.

Il mese di agosto è stato il quarto mese di fila a far registrare temperature abbondantemente superiori alla norma: nelle Alpi centrali e orientali sono stati registrate anomalie fra +1.0 e +2.5 °C. Soprattutto in Vallese e sul versante sudalpino svizzero il mese è risultato il secondo più caldo dall’inizio delle misure. Verso le regioni orientali e soprattutto nelle Alpi austriache, invece, il mese di agosto non è risultato così caldo.

Anche il mese di settembre è cominciato all’insegna del caldo, soprattutto in montagna. Nella seconda parte del mese, però, il carattere del tempo è cambiato e la temperatura media mensile è risultata di poco inferiore alla norma.

A causa di condizioni meteorologiche stabili con il continuo apporto di aria in gran parte mite da sud, nelle Alpi ottobre 2022 è risultato uno dei mesi di ottobre più caldi mai registrati. In alta montagna l’anomalia della temperatura media mensile è stata in tutte e tre le nazioni compresa fra +4 °C e +5 °C.

Nelle stazioni alpine di alta quota delle Alpi centrali e orientali il semestre estivo nel suo complesso ha fatto registrare una deviazione dalla norma di quasi 3 °C. Si tratta del terzo valore più elevato dopo il 2003 e il 2018.

Siccità persistente

Nelle Alpi centrali e orientali il semestre estivo 2022 è stato caratterizzato anche da un soleggiamento abbondante. Le precipitazioni sono risultate scarse, localmente sono mancati da 200 a 300 mm di pioggia rispetto alla media del periodo 1991-2020. A seconda delle regioni, questo quantitativo corrisponde a quello atteso in circa due mesi. I mesi di maggio, luglio, agosto e ottobre sono risultati particolarmente poveri di piogge; i mesi di giugno e settembre, caratterizzati da precipitazioni localmente abbondanti, non sono riusciti da soli a compensare il deficit idrico.

La stazione di misura del Gran San Bernardo mostra per esempio una penuria di precipitazioni estrema, essendo mancati da maggio a ottobre 1145 mm, valore che corrisponde alla precipitazione media annuale dell’Altopiano svizzero. Anche presso la stazione austriaca di Villacher Alpe il semestre è risultato eccezionalmente asciutto (deficit idrico del 41 %), mentre a nord della cresta alpina principale le anomalie non sono state così negative. Per esempio presso lo Zugspitze in Germania a fine dicembre mancava all’appello solo il 7 % della precipitazione normale.

Ritiro dei ghiacciai estremo

Il caldo record e la mancanza di precipitazioni verificatisi dall'inizio dell'anno hanno provocato una fusione della neve molto precoce in montagna durante questo semestre estivo. Inoltre, vi sono stati diversi eventi di polvere sahariana a volte intensi, soprattutto a metà marzo. Quali sono gli effetti della polvere sahariana sui ghiacciai? Essa si deposita sulla neve e la rende particolarmente sporca. Questo riduce la riflettività della neve e aumenta l'assorbimento dell'energia solare. Il processo di fusione viene quindi accelerato in modo significativo.

Tutti questi fattori hanno contribuito a far sì che quest'estate i ghiacciai delle Alpi abbiano perso quantità di ghiaccio estremamente elevate e da record. Secondo i dati della Rete svizzera di misurazione dei ghiacciai GLAMOS, il volume totale dei ghiacciai svizzeri si è ridotto di 3,2 chilometri cubi o del 6,2% rispetto all'anno precedente. Si tratta di una cifra di gran lunga superiore a quella di tutti gli anni precedenti da quando sono iniziate le osservazioni, oltre 100 anni fa. Anche i ghiacciai austriaci e altoatesini hanno subito grandi perdite di ghiaccio.

Alcuni ghiacciai più piccoli si sono già trasformati quest’anno in ghiaccio morto. In Germania, ad esempio, lo Schneeferner meridionale ha perso il suo status di ghiacciaio e nelle Alpi Bavaresi, quindi in tutta la Germania, sono rimasti solo quattro ghiacciai.

Prospettiva

Come mostrano gli scenari climatici CH2018, si può presumere che le temperature continueranno ad aumentare in tutte le stagioni sul lungo termine a causa dei cambiamenti climatici, a meno che la comunità globale non riduca drasticamente le emissioni di gas serra. Per l’estate alpina questo significa più caldo a quote sempre più elevate, condizioni mediamente sempre più secche e un continuo ritiro dei ghiacciai.