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Dai pittogrammi ai meteogrammi: una rapida guida ai principali metodi di rappresentazione delle previsioni meteorologiche.

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Dai pittogrammi ai meteogrammi: una rapida guida ai principali metodi di rappresentazione delle previsioni meteorologiche.
Esiste la previsione perfetta? La risposta, probabilmente già nota a molti di voi, è no. Oltre a ciò, anche se questa esistesse, sarebbe inutile se non raggiungesse il pubblico desiderato in maniera efficace. La comunicazione gioca un ruolo centrale.
Una buona parte dei compiti di chi lavora nel campo della meteorologia consiste dunque nel cercare di capire e inquadrare le previsioni meteorologiche in tutte le loro sfaccettature, per poi rielaborare queste informazioni e renderle fruibili al pubblico desiderato. Dal docente che ha bisogno di valutare se proseguire con una gita in montagna all’organizzatrice di una festa all’aperto alle forze di pronto intervento, ogni utente necessita di informazioni differenti, anche alla fine la previsione è la stessa.
I pittogrammi sono uno strumento molto potente: rappresentano il tempo previsto in modo sintetico e visivo e sono di facile comprensione per tutti. Se ci aggiungiamo anche le temperature (solitamente minima e massima) abbiamo un quadro molto chiaro della previsione per il giorno x. Ma è davvero così?
Il prezzo da pagare per poter sfruttare il potere dei pittogrammi è la precisione della previsione: se da un lato questi semplificano molto la comprensione del tipo di tempo, dall’altro ne possono nascondere alcune sfumature importanti, come nell’esempio riportato qui sotto.
Se guardiamo solo il pittogramma a 24 ore per Lugano possiamo immaginarci che mercoledì 21.5.2025 sarà una giornata temporalesca, mentre se andiamo nel dettaglio (fig.3b) notiamo che l’attività convettiva dovrebbe attivarsi solamente nella serata (e dunque la giornata è “salva” per il mio evento all’aperto).
Abbiamo già anticipato il prossimo strumento, i meteogrammi. Si tratta di grafici che rappresentano l’evoluzione temporale di alcune variabili meteorologiche per una specifica località. Questi possono essere semplici e rappresentare variabili “classiche” (pioggia, soleggiamento, temperatura, …) oppure anche variabili di più difficile interpretazione (geopotenziale, pressione, umidità,…).
Il vantaggio principale del meteogramma è la visione continua e quantitativa della previsione, mentre uno dei suoi limiti è la rappresentatività nello spazio: si riferiscono infatti solamente a un punto preciso. Questo può essere uno svantaggio, ad esempio, in situazioni meteorologiche che producono effetti molto eterogenei sul territorio (come ad esempio i fenomeni convettivi). Oltre a ciò è un tipo di rappresentazione meno intuitiva per chi fosse meno abituato a leggere grafici.
Gli strumenti di visualizzazione delle previsioni meteorologiche non finiscono qui. Nel prossimo blog di questa “mini-serie” ci occuperemo delle cartine meteorologiche e del nostro caro bollettino meteorologico. Alla prossima!