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40 anni fa la " nevicata del secolo " nella Svizzera romanda
MeteoSvizzera-Blog | 16 febbraio 2025

Siete malinconici pensando agli inverni in cui la neve arrivava abbondante fino in pianura? Allora immergetevi con noi nei ricordi dell'evento che esattamente 40 anni fa coinvolgeva l'area attorno al Lago Lemano e in particolare la città di Ginevra.

Automobilisti nell'area di Lancy GE che cercano di liberare il proprio veicolo il 17 febbraio 1985. Immagine: Peter L. Gill
Automobilisti nell'area di Lancy GE che cercano di liberare il proprio veicolo il 17 febbraio 1985. Immagine: Peter L. Gill
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Era iniziata come una normale nevicata

Sono le 18.15 di sabato 16 febbraio 1985, la notte sta calando sulla regione del Lago di Ginevra, il cielo è di un grigio uniforme, la temperatura è di -4 °C e una leggera brezza gelida che soffia tra gli 8 e i 18 km/h si fa sentire. I primi fiocchi, fini e leggeri, compaiono davanti ai fari delle auto e sotto il bagliore dei lampioni. Gradualmente i fiocchi diventano più numerosi e, sotto l'azione della brezza, si formano piccoli vortici di neve che si scompongono scivolando dolcemente sulla strada.

All'aeroporto di Ginevra, il meteorologo di turno al posto di osservazione in fondo alla pista, sul lato Versoix, osserva i fiocchi di neve moltiplicarsi e la visibilità calare inesorabilmente. Ogni mezz'ora, annota meticolosamente i dettagli dell'osservazione sul suo taccuino e inserisce i dati in codice nel sistema METEOR. Il risultato è un messaggio meteorologico, chiamato METAR, che viene inviato ai piloti che operano intorno al terminal dell'aeroporto.

  • Alle ore 20.20 le nevicate, che fino a quel momento erano di intensità moderata, venivano ora classificate dall'osservatore meteorologico come forti;
  • A partire dalle 20.50 la visibilità scendeva a 900 metri, dunque sotto la soglia dei 1000 metri che per definizione indica la visibilità al di sotto della quale ci si trova nella nebbia. Già forte per gli standard meteorologici, l'intensità della nevicata continuava ad aumentare, abbassando ulteriormente la visibilità.
  • Alle 23.20 la visibilità orizzontale raggiunge i 400 metri e quella verticale i 200 piedi, che corrisponde a circa 60 metri.
  • Il 17 febbraio, alle ore 00:50, la visibilità raggiunge il valore più basso di 300 metri con una visibilità verticale di 30 metri! L'aeroporto era ormai chiuso da diverse ore mentre anche il traffico automobilistico in città era praticamente paralizzato.

    Lo stesso scenario si sta verificando più o meno su tutto il bacino del Lago Lemano e sulla regione dello Chablais (qui con un ritardo di una o due ore rispetto a Ginevra). Una vera e propria tormenta bianca si è abbattuta sull'intera regione; infatti oltre alle neve a movimentare la situazione c'era anche il vento, con una velocità media di 20 km/h e raffiche prossime ai 40 km/h.

    A partire dalle 02:30 del mattino le nevicate, sempre continue, divennero più irregolari nell'intensità, alternando fasi moderate a fasi ancora intense. Le nevicate proseguirono per tutta la giornata di domenica, terminando solo in serata, fra le 19.00 e le 21.00.

    Qui sotto un video girato domenica 17 febbraio 1985 al Petit-Lancy GE.

    Bise e accumuli di neve

    Queste forti nevicate sono accompagnate da una bise a momenti sostenuta. Infatti, con lo spostamento del debole nucleo depressionario  dal Golfo di Biscaglia al Golfo di Genova transitando sulla metà meridionale della Francia, la bise che soffiava dall'inizio dell'evento ha ceduto temporaneamente il posto ad una debole corrente da nord-ovest  tra le 02.00 e le 11.00 di domenica 17. In seguito con il posizionamento del sistema di bassa pressione sul Golfo di Genova, la bise ha ripreso a soffiare rafforzandosi nel corso del pomeriggio, con raffiche che hanno sfiorato i 50 km/h. Questo, unito a temperature ancora ben al di sotto dello zero, ha contribuito alla formazione continua di accumuli di neve, rendendo estremamente difficili le operazioni di sgombero.

    Questa situazione di bise a tratti sostenuta è poi perdurata per gran parte della settimana successiva.

    Il bilancio

    Per le stazioni di misura a basse quote del bacino lemanico e dello Chablais, si trattò di accumuli di neve senza precedenti, sia in termini di neve fresca che di accumuli totali. Inoltre, questa importante quantità di neve è caduta in poco più di 24 ore, il che è altrettanto eccezionale. Nel bacino del Lago Lemano sono stati misurati fino a 40 cm di neve fresca in 12 ore.

    Lo strato totale di neve ha raggiunto le seguenti altezze: Pully 50 cm, Aigle 62 cm, Ginevra 45 cm e addirittura 90 cm a Thonon-les-Bains e Douvaine sulla sponda francese del Lago Lemano. Per quanto riguarda il bacino ginevrino, le misurazioni non ufficiali rivelano che i 45 cm registrati all'aeroporto di Ginevra sono piuttosto un minimo per questo settore, poiché sono stati misurati accumuli di 60-70 cm nel sud-est del cantone. Questi valori sono confermati dalla stazione di Douvaine in Alta Savoia, che dista solo 6 km in linea retta dal confine ginevrino.

    Le temperature in pianura sono rimaste ben al di sotto di 0°C, con valori compresi tra -3°C e -6°C, garantendo un deposito di neve leggera e polverosa, molto rara in pianura. Questa neve, soffiata dalla bise, ha formato grandi cumuli.
    Più a nord, la copertura nevosa è stata molto più modesta, con “solo” 17 cm a Neuchâtel (collegato a questo episodio) e un tempo generalmente asciutto sull'Altopiano della Svizzera tedesca.

    Impatto sul territorio

    Gli accumuli di neve causarono danni ingenti alle aziende agricole, con il crollo di serre e tunnel in plastica. Anche molte strutture sportive, in particolare le coperture dei campi da tennis, subirono danni ingenti.

    Fortunatamente l'evento si verificò durante un fine-settimana, che in molti cantoni segnava l'inizio delle vacanze scolastiche di febbraio; questo ha dato alle autorità un po' di tempo per organizzarsi. Nonostante ciò, il caos ha regnato per gran parte della settimana, con il traffico stradale e ferroviario praticamente fermo e molti villaggi isolati.

    L'esercito fu chiamato a sgomberare le strade e la città di La Chaux-de-Fonds mise gentilmente a disposizione di Ginevra le attrezzature per lo sgombero della neve. Come già detto, questo lavoro di sgombero della neve è stato reso molto difficile anche dai cumuli di neve che si formavano continuamente a causa del vento sostenuto, che è durato per diversi giorni.

    Un evento non previsto con questa intensità

    Il modello europeo dell'epoca (ECMWF), la cui risoluzione era molto grossolana, prevedeva effettivamente un'area di forti precipitazioni, che però erano localizzate principalmente sulle Alpi meridionali e verso la Costa Azzurra, con la Svizzera romanda interessata solo marginalmente. Le previsioni ufficiali per sabato menzionavano solo la possibilità di qualche debole nevicata. In realtà la zona con forti precipitazioni era più piccola e spostata più a nord.

    Frontogenesi sul posto

    Prima di puntare il dito verso i meteorologi dell'epoca, è importante capire che la mattina di sabato 16 febbraio 1985 la perturbazione semplicemente non esisteva. C'era un confine di massa d'aria molto chiaro, ma generava solo nuvole. Solo nel tardo pomeriggio questo fronte si è attivato da sud-ovest del bacino del Lago Lemano, cogliendo completamente di sorpresa i meteorologi di Cointrin e gli abitanti della regione. Questa attivazione improvvisa è stata certamente favorita dal flusso confluente in quota. Vale anche la pena di sottolineare che nelle nostre regioni i fronti che si sviluppano praticamente sul posto sono eventi rari.

    La domanda che viene subito in mente è: “Faremmo meglio oggi se si ripresentasse una situazione simile?”. La risposta è: “Sì, molto probabilmente”. Questo perché gli strumenti a nostra disposizione oggi sono cambiati radicalmente. I modelli hanno una risoluzione molto migliore, sono più affidabili e abbiamo una copertura radar e satellitare più completa e definita. Tuttavia, le situazioni meteorologiche non si ripetono mai identiche e i modelli numerici possono ancora avere difficoltà a individuare una frontogenesi, soprattutto in una regione come la nostra dove il rilievo gioca un ruolo fondamentale.

    Un evento del genere è ancora possibile nel contesto del riscaldamento globale?

    I cambiamenti climatici stanno rendendo molto più rari gli eventi nevosi in pianura, come tutti possono constatare di persona. Tuttavia, se la configurazione meteorologica lo favorisce, un episodio con forti nevicate fino in pianura è sempre possibile. L'evento nevoso dello scorso novembre (record a Lucerna con 42 cm di neve fresca) e quello del 10 dicembre 2017 (60 cm di neve caduti a Sion) ne sono un'ampia conferma.

    Anche in un ambiente più caldo, di tanto in tanto si potranno ancora verificare periodi di freddo sufficienti a creare un confine di massa d'aria per generare forti nevicate fin sulle pianure. Certo, saranno semplicemente meno frequenti, ma potrebbero essere più temibili perché saremo meno abituati. Quindi, anche se la probabilità è più bassa, la risposta è sì: una “nevicata del secolo” in pianura è ancora possibile. Ma con un'atmosfera generalmente più calda, possiamo presumere che la neve sarà meno polverosa. E soprattutto, in un contesto in cui il freddo duraturo è praticamente inesistente, probabilmente si scioglierebbe molto più velocemente.