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Gennaio 1985 - il ricordo di una nevicata storica

MeteoSvizzera-Blog | 12 gennaio 2025

Quarant’anni fa, più precisamente fra il 13 e il 16 gennaio del 1985, dopo due settimane di gelo intenso, il versante sudalpino e parte del Norditalia furono interessati da una nevicata eccezionale. In Ticino e nel Moesano la coltre nevosa, dopo tre giorni di forti nevicate senza sosta, arrivò a sfiorare localmente anche il metro di spessore.

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Il grande freddo prima della nevicata

A partire dalla fine di dicembre del 1984, le temperature si abbassarono in modo marcato. Nei primi giorni di gennaio del 1985, una massiccia invasione di aria gelida di origine artica raggiunse l’Europa centrale e l’area mediterranea dove diede origine a un forte calo delle temperature e intense nevicate sull'Italia centrale e meridionale, tra cui spicca la "nevicata della Befana" del 6 gennaio 1985.

In una prima fase, l’aria di origine artica raggiunse il versante sudalpino con una corrente da nord. In segiot, l’8 gennaio 1985 aria sempre molto fredda affluì da est, dando origine a uno strato compatto di nuvolosità bassa, sotto il quale le temperature massime rimasero anche alle basse quote ampiamente sotto lo zero (spiccano i -5.8 gradi di massima registrati il 7 gennaio a Stabio). Temperature massime sotto lo zero si registrarono tuttavia anche in un due giornate ben soleggiate (5 e 6 gennaio 1985).

Durante i 15 giorni che precedettero la nevicata le temperature minime nelle zone pianeggianti del Ticino e del Moesano furono comprese tra -10 e -15 gradi, con una punta di -18 gradi a Stabio il 7 gennaio 1985 (vedi fig. 3). Fece molto freddo anche nelle regioni conosciute per il loro clima più privilegiato. Infatti, sulla collina soleggiata di Locarno-Monti, il 7 gennaio 1985 fu misurata con -10.1 gradi la temperatura minima più bassa dall’inizio delle misurazioni nel 1935. A Lugano, invece, la temperatura minima assoluta di -14 gradi, risalente al gelido febbraio del 1929, non fu raggiunta.

Molto freddo anche in montagna e a nord delle Alpi

Nella prima metà di gennaio si misurarono anche a nord delle Alpi e in montagna temperature particolarmente rigide, in particolare nelle alte vallate alpine e nel Giura. A La Brévine (a 1000 m s.l.m., nel Giura occidentale) si misurarono -41.5 gradi, a Samedan (nell’Alta Engadina) -36.9. Sull’Altopiano svizzero le minime della prima metà di gennaio 1985 si attestarono tra i -20 e i -25 gradi.

Una nevicata eccezionale

A partire da domenica 13 gennaio 1985, una corrente dai quadranti meridionali fece affluire aria più umida e in quota meno fredda verso le nostre regioni.

Iniziò a nevicare la sera di domenica 13 gennaio 1985. In seguito, le nevicate s’intensificarono e durarono fino al 17 gennaio 1985. La neve durante buona parte dell’evento fu particolarmente polverosa fino in pianura. Solo nella notte tra il 16 e il 17 gennaio, nella fase finale dell’evento, la precipitazione sotto i 600 metri passò in parte a pioggia. Il fatto che precipitazioni così abbondanti siano cadute quasi interamente sotto forma di neve anche nel Sottoceneri, fu possibile solo grazie al sopra descritto periodo di freddo intenso che si verificò prima della nevicata.

Dopo tre giorni di intense nevicate, la sera del 16 gennaio 1985 la coltre nevosa raggiungeva in pianura uno spessore compreso fra gli 80 centimetri di Lugano e 90 centimetri a Locarno. Localmente si sfiorò anche a basse quote il metro di neve. Accumuli di questa entità, misero inevitabilmente a dura prova le autorità chiamate a mantenere nel limite del possibile agibili le vie di comunicazione. Molte scuole rimasero chiuse per alcuni giorni per la gioia di bambini e ragazzi, che ne approfittarono per godersi la neve abbondante e lo spettacolo decisamente eccezionale.

L'innevamento fu particolarmente eccezionale per il Sottoceneri: infatti, scorrendo le misure dello spessore della neve a Lugano, tabellate dal 1900, il valore massimo precedente, datato del 1935, risulta di 63 cm. Per il basso Sopraceneri invece, si hanno notizie di nevicate importanti a partire dal 1891. Esiste una registrazione del 1895 che riporta 90-100 cm di neve caduti a Muralto (il 1895 è generalmente ricordato come un anno estremamente ricco di neve).
Nelle serie di osservazioni di Locarno-Monti (che ebbe inizio nel 1935) spiccano invece le due nevicate del 1978, la prima di 70 cm in 30 ore e la seconda, 15 giorni più tardi, di 85 cm in 24 ore.

Una nevicata molto estesa

Un’altra particolarità di questo evento fu la sua estensione. Nevicate abbondanti furono osservate sull’intero Norditalia, dalle coste alle Alpi creando non pochi disagi. Nevicò anche su tutta la Sardegna.
A Torino, Como e Varese si superò addirittura il metro di neve, a Milano la coltre bianca raggiunse i 90 cm di neve, il valore più elevato mai misurato nella capitale lombarda.

L’ultima grande nevicata in Ticino

L’evento nevoso più recente paragonabile a quello del 1985 si verificò il 27 gennaio 2006 quando, dopo una nevicata di 36 ore, al mattino del 28 gennaio 2006 la coltre nevosa misurava uno spessore di 67 cm a Lugano, di 58 cm a Locarno-Monti, di 60 cm a Magadino Cadenazzo e di 78 cm a Grono. La neve fu particolarmente soffice, un fattore che spiega i notevoli accumuli di neve malgrado le precipitazioni non furono particolarmente abbondanti. Questo evento è descritto nel dettaglio in questo blog di MeteoSvizzera.

A quando la prossima?

Non si può sapere se e quando si verificherà una nuova grande nevicata. Non si può escludere che un importante evento nevoso si ripeta in futuro ma, per effetto del riscaldamento climatico, è sempre meno probabile che si creino i presupposti per una nevicata come quella del 1985. Dando uno sguardo all’evoluzione della somma annuale del numero di giorni in cui si misura neve fresca, si nota negli ultimi decenni una diminuzione significativa a tutte le quote, quindi anche in pianura. Ciò è dovuto all’aumento delle temperature in atto, che fa sì che le precipitazioni anche in inverno cadono sempre più spesso sotto forma di pioggia.