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Approfondimento sull'evento nel sud-est della Spagna

MeteoSvizzera-Blog | 01 novembre 2024
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Abbiamo presentato nel blog di ieri gli elementi sinottici principali che hanno favorito lo sviluppo di violenti temporali nel sud-est della Spagna fra martedì 29 e mercoledì 30 ottobre 2024. Nel blog odierno estendiamo l'analisi meteorologica ad ulteriori fattori che potrebbero aver giocato un ruolo.

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Come sempre accade in caso di eventi di maltempo estremi, diversi fattori si combinano sfavorevolmente e portano alla formazione di sistemi meteorologici devastanti con effetti importanti su persone e infrastrutture. Di seguito cerchiamo di elencare e illustrare i processi più importanti che presumibilmente sono entrati in gioco nell'evento che ha toccato la regione di Valencia negli scorsi giorni. Alcuni elementi sono già stati illustrati nel blog di ieri, così come i valori misurati nella zona maggiormente toccata.

«Forcing» negli strati alti dell'atmosfera

Nel contesto dei temporali, il termine inglese "Forcing" si riferisce a tutti quei fattori che attivano dei processi di sollevamento della massa d’aria su larga scala nell'atmosfera prima e durante la fase in cui i sistemi temporaleschi si sviluppano effettivamente, sia a livello locale come pure a livello più regionale. Questi processi di sollevamento portano ad una destabilizzazione ed umidificazione delle masse d'aria in cui si svilupperanno i temporali. I processi di sollevamento su larga scala (dell'ordine dei centimetri o di qualche metro all'ora) non devono essere confusi con le correnti ascensionali nelle singole celle temporalesche a scala ridotta. Queste ultime sono infatti una conseguenza dei primi, e sono decisamente più forti (da alcuni metri fino a 100 metri al secondo).

In questo caso, il "forcing" proveniva dall'alto, dunque dalla presenza di una depressione in quota, una cosiddetta “goccia fredda”, rimasta praticamente stazionaria dallo scorso 27 ottobre.

Colpisce la forza della corrente a getto (Jetstream) sul fianco sud-orientale di questo sistema depressionario in quota. L’”uscita sinistra” della corrente a getto è la zona in cui il sollevamento su larga scala è massimizzato negli strati d'aria alti e medio-alti sottostanti. Questa zona si trovava nella prima parte della giornata a sud del Paese, e si è poi spostata lungo la costa mediterranea verso la Spagna orientale.

Apporto di umidità dalla bassa troposfera

Negli strati bassi dell’atmosfera è visibile una zona di bassa pressione a ovest dello stretto di Gibilterra. Sul suo fianco orientale spira una forte corrente da sud-est che incontra con un’angolazione quasi retta le coste spagnole dopo aver attinto umidità dal Mediterraneo. Con punti di rugiada tra i 17 e i 20 gradi, questa massa d'aria risultava molto umida e forniva l'energia, o in altre parole la "benzina", per lo sviluppo di temporali, che si rigeneravano costantemente nell'entroterra per ore. Nei diagrammi seguenti, questo forte apporto di umidità è visualizzato attraverso il CAPE (Convective Available Potential Energy) e il vento al suolo.

Questi processi di sollevamento negli strati più alti dell'atmosfera e il forte apporto di umidità a ridosso del suolo sono continuati per tutto il giorno. La stazionarietà di questi ingredienti su larga scala, necessari per lo sviluppo di forti temporali, è un aspetto chiave di questa situazione di maltempo.

Le polveri sahariane hanno avuto un ruolo?

Un terzo fattore importante è l'afflusso di masse d'aria dal Nord Africa al margine meridionale dell'area di bassa pressione. Le figure seguenti mostrano le traiettorie a ritroso dell’aria in arrivo a Gandia, sulla costa a sud di Valencia. Da un lato mostrano l’apporto di aria umida dal Mediterraneo nei bassi strati (sotto circa 900 hPa) descritti sopra. D’altro canto, nella prima metà della giornata, l’aria affluita verso la Spagna a quote più elevate proveniva dalle zone sahariane, il che è riscontrabile anche nelle immagini satellitari con la presenza di colorazioni rossastre che indicano la presenza di sabbia del deserto. Tuttavia, quest'ultima sembra aver interessato le zone costiere del sud della Spagna piuttosto che le aree principalmente colpite a nord della Costa Blanca, nella regione di Valencia. Non è dunque chiaro se e come la polvere sahariana abbia influenzato questo evento.

Nella seconda parte della giornata le traiettorie a ritroso dell’aria presente a 800 e 700 hPa mostrano un tracciato che va dalle zone costiere del Portogallo girando attorno all'area di bassa pressione attraverso l'Algeria occidentale fino alla Costa Blanca, mentre l'aria vicina al suolo ha continuato ad affluire dal Mediterraneo centrale e occidentale alimentando i temporali che si sono protratti fino a sera.

Tuttavia, nei profili delle radiosonde di Murcia il SAL "Saharan Air Layer" è facilmente riconoscibile come strato d'aria completamente misto (la temperatura è parallela all’adiabatica secca, il punto di rugiada segue le isolinee del rapporto di mischelazione).

La SAL gioca un ruolo importante non solo per il suo contenuto di polveri e altri aerosol, che influenzano la formazione di precipitazioni su scala microfisica. È caratterizzata da un elevato grado di labilità, come si evince dal forte calo verticale della temperatura. Un pacchetto d'aria che sale dagli strati più bassi subisce una forte accelerazione verticale a queste altitudini, poiché la sua temperatura risulta sempre più calda rispetto all’aria circostante, e dunque meno densa e più leggera (curva viola nel diagramma).

Innesco di temporali sui rilievi

Per potersi spingere in questo strato d'aria instabile della SAL, l'aria umida e labile vicino al suolo deve prima essere sollevata di qualche centinaio di metri. Solo dopo aver superato un sottile strato d'aria stabile, riconoscibile nel profilo di Murcia da un leggero calo verticale della temperatura appena sotto i 900 hPa, l'aria vicina al suolo può salire fino alla tropopausa, a un'altitudine di circa 10 km, e rilasciare l'energia accumulata e attivare la formazione delle precipitazioni dell’acqua immagazzinata nella massa d’aria. Il forte vento da est, che ha soffiato a 30-50 km/h nelle zone costiere da Valencia verso sud fino alla Costa Blanca, è stato in grado di sollevare facilmente l'aria ricca di energia incontrando i rilievi delle coste, alti da 500 a 1500 m (sollevamento orografico).

Inoltre, questo forte vento da est ha contribuito al fatto che l'aria fredda prodotta nelle aree con precipitazioni, nota come "cold pool" nel gergo inglese, non abbia potuto diffondersi verso il mare e quindi contrastare l'apporto di aria umida e instabile. Al contrario: il flusso meridionale negli strati d'aria più alti ha trasportato rapidamente le precipitazioni più forti lontano dalle zone di updraft dei temporali, rendendo possibile la rigenerazione del sistema temporalesco per ore.

Osservazioni conclusive su questa analisi

A causa della complessità dei processi nell'atmosfera, dell'incompletezza dei dati a disposizione e della mancanza di tempo, ci siamo deliberatamente astenuti dall'analizzare le cause in modo più specifico. Sarebbe infatti necessario effettuare simulazioni dettagliate con modelli meteorologici ad alta risoluzione per attribuire delle priorità ai processi sopra elencati e per circoscrivere meglio le ragioni principali di questo evento estremo. Questi modelli dovrebbero essere in grado di riprodurre correttamente le quantità di precipitazioni cadute, almeno nell'ordine di grandezza osservato. Con i calcoli di questi modelli, sarebbe possibile fare affermazioni affidabili sui processi sviluppatisi nell'atmosfera e trarre conclusioni più ampie e precise di quelle che siamo in grado di fare qui nel contesto di un blog.