Nel pomeriggio e nella serata di lunedì a nord delle Alpi si sono formati forti temporali. Al Sud prosegue invece l'allerta canicola, nonostante l'aumento dell'instabilità.
Ieri, lunedì, una massa d'aria calda, umida ed estremamente instabile è affluita sulla Svizzera, creando così le condizioni per lo sviluppo di temporali violenti a nord delle Alpi. A contribuire all'innesco dei temporali è stata da un lato la radiazione solare, dall'altro un leggero sollevamento dinamico dato dal transito di una piccola depressione in quota.
I primi temporali si sono sviluppati nel primo pomeriggio sul Giura e sulla Foresta Nera, in seguito sulle Alpi occidentali.
Le cellule temporalesche sono risultate essere stazionarie e di breve durata, che si spiega dalle velocità del vento piuttosto basse a quasi tutte le quote (vedi Figura 1). Tuttavia nuove cellule temporalesche hanno continuato rapidamente a formarsi a causa delle convergenze dei venti date dai downdraft freddi del temporale e dalla stratificazione instabile dell'atmosfera. I temporali si sono così "mangiati" l'aria ricca di energia sul versante settentrionale delle Alpi.
Le cellule temporalesche quasi stazionarie producono elevati accumuli di precipitazioni. Ne è un esempio la stazione di Beznau (AG), che ha registrato oltre 50 mm in 30 minuti. Tuttavia, se confrontiamo la Figura 1 che mostra i dati delle misurazioni al suolo con la Figura 2 che mostra l'accumulo di precipitazione su 24 ore stimate dal radar, si osserva chiaramente ulteriore hotspot delle precipitazioni temporalesche: la regione del Lago di Brienz. Infatti è probabile che in questa zona siano caduti circa 100 mm di precipitazioni. Il Milibach, fiume della regione, ha rotto gli argini e causato danni a Brienz.
I temporali hanno causato anche raffiche di vento tra 40 e 70 km/h, localmente oltre 100 km/h.
Anche l'attività dei fulmini delle celle temporalesche è stata impressionante. Sono stati osservati oltre 70.000 fulmini. Temporali caratterizzati da alti valori di CAPE (vedi Figura 1 che mostra il radiosondaggio di Payerne) spesso indicano un'alta intensità di fulmini. Il valore del CAPE è infatti proporzionale alla velocità delle correnti ascensionali, che sono responsabili della formazione di diversi tipi di particelle di precipitazione (gocce di pioggia, nevischio, grandine), che portano alla separazione delle cariche e quindi alla formazione di fulmini dovuti all'attrito.
A sud delle Alpi le soglie canicolari sono state superate in modo esteso e praticamente ininterrotto dal 22 luglio (temperatura media giornaliera oltre i 25 gradi). L’attività temporalesca del 7 e 8 agosto ha portato ad una breve attenuazione della canicola, seguita però subito da un secondo periodo canicolare. Per maggiori informazioni sui criteri utilizzati per l’emissione delle allerte canicola vi rimandiamo a questa pagina.
L’allerta canicola di livello 4 per le basse quote del Ticino centrale e meridionale e del Moesano resta attiva fino a questa sera alle 19:00. La fase più intensa si è verificata fra sabato 10 agosto e oggi, con temperature che hanno superato i 34 gradi in diverse località. Particolarmente elevate sono state le temperature minime notturne, che in modo esteso sul territorio non sono scese sotto i 21 gradi. In prossimità dei centri urbani, a causa del raffreddamento notturno meno pronunciato, si sono registrati anche valori più elevati.
I temporali previsti questa sera sulle Alpi causeranno un parziale rimescolamento della massa d’aria. Tuttavia non basterà per porre fine rapidamente alla situazione canicolare che proseguirà, seppur attenuata. Per questo motivo, per le basse quote del Ticino centrale e meridionale e del Moesano rimane in vigore un'allerta canicola di livello 3 fino a venerdì 16 agosto.