Imparare a conoscere i limiti del nuovo modello
Cambiamo sede e andiamo nella Centrale previsioni ovest, che ha sede a Ginevra, dove vengono elaborate le previsioni meteorologiche per la Svizzera romanda. Nelle tre centrali previsioni di MeteoSvizzera le meteorologhe e i meteorologi lavorano 24 ore su 24, con compiti chiaramente cadenzati. Sia che si tratti di un servizio meteorologico per l’aviazione destinato all’aeroporto, sia della redazione delle previsioni meteorologiche per l’app di MeteoSvizzera: le decisioni sono sempre basate sui risultati dei calcoli dei modelli. Adrien Michel, che stamattina è in servizio come meteorologo, mostra il suo schermo, sul quale sono visualizzati undici diversi scenari per le precipitazioni attese sulla Svizzera. Gli undici scenari calcolati dal modello differiscono notevolmente. Alcuni prevedono pioggia, altri una giornata prevalentemente asciutta. Pioverà o no? «Il nostro compito è di descrivere e trasmettere questa incertezza in parole», afferma Michel.
Il suo lavoro quotidiano non cambia molto con il passaggio al nuovo modello. Michel lavora ancora con gli stessi strumenti. I dati su cui si basano le previsioni meteorologiche scritte e la decisione di emettere un'allerta e informare le autorità cantonali sono trattati come in passato. Tuttavia, i dati ora provengono da un altro modello, al quale le meteorologhe e i meteorologi devono ancora abituarsi. «Conosciamo i limiti del vecchio modello. Ora si tratta di imparare a conoscere meglio quelli del modello nuovo», spiega Michel.
Con un esempio illustra in che misura i due modelli si differenziano l’uno dall’altro: COSMO, ad esempio, spesso non prevedeva la nebbia alta in inverno. Michel doveva sempre tenere conto di questo suo limite e stimare la presenza o meno della nebbia alta sulla base di altre grandezze, come la presenza di un’inversione termica in quota. Il nuovo modello ICON, invece, raramente non prevede la nebbia alta, in cambio spesso sopravvaluta la sua estensione. «Nel nostro lavoro quotidiano dobbiamo imparare a pensare in modo diverso», afferma Michel.
Per diverse grandezze come le precipitazioni o il vento vengono analizzati in modo automatico i risultati del nuovo modello sull’arco di un anno o di una stagione. Nel caso delle allerte maltempo MeteoSvizzera esegue sistematicamente l’ analisi del caso, per mettere in evidenza eventuali discrepanze fra simulazioni del modello e misure reali. «Ma tutte queste analisi non possono prevedere gli errori nelle previsioni di domani», afferma Michel aggiungendo: «Dobbiamo imparare molto dall’esperienza».
Nessuna rivoluzione, ma miglioramenti
Nei test ICON ha fornito previsioni meteorologiche più affidabili di COSMO in relazione a praticamente tutte le grandezze rilevanti. Le meteorologhe e i meteorologi lo notano già? «Ho l’impressione che le previsioni dei due modelli non siano, al momento, molto diverse», afferma Adrien Michel. «La griglia triangolare e il miglioramento della risoluzione dell’orografia consentono di valutare meglio la formazione del favonio in determinate valli. Tuttavia, non sappiamo ancora come si comporta ICON quando si tratterà di prevedere situazioni meteorologiche estreme» spiega Michel. Infatti, lui e il suo team hanno lavorato con il nuovo modello solo per un anno durante la fase di prova.
Adrien Michel sottolinea inoltre che le allerte meteorologiche sono sempre frutto sia delle previsioni dei modelli, sia delle valutazioni basate sull’esperienza delle meteorologhe e dei meteorologi. Anziché una rivoluzione nelle previsioni, si può ipotizzare che ci sarà un piccolo e continuo miglioramento nel tempo, anche a seguito degli adattamenti del modello alle esigenze svizzere.
Con la messa fuori servizio di COSMO, secondo Michel l’attività quotidiana nella centrale previsioni sarà più semplice in quanto, per le loro valutazioni, le meteorologhe e i meteorologi potranno concentrarsi sui dati forniti da un solo modello regionale.