Dove le cose si complicano è nello specificare il rischio di questi fenomeni su scale più piccole, sia geograficamente (ad es. nel Locarnese) che temporalmente (ad es. nel primo pomeriggio, tardo pomeriggio o sera). La difficoltà aumenta per diversi motivi: in primo luogo, la presenza o meno degli ingredienti necessari ad innescare le tempeste non è sempre facile da prevedere. Ad esempio, il rischio di temporali per il pomeriggio del giorno successivo può essere influenzato dai resti dell'attività temporalesca del giorno precedente (nuvolosità residua), a sua volta incerta. In secondo luogo, con una topografia complicata come quella della Svizzera, l'umidità, l'instabilità e il rimescolamento della massa d'aria possono essere molto difficili da quantificare a livello locale. In terzo luogo, per simulare alcuni processi legati alla microfisica delle nuvole e, in qualche modo, anche quelli legati alla convezione, sono necessari modelli di previsione numerica che, a causa della mancanza di osservazioni (il numero di stazioni di misura a terra è limitato), approssimano solo le condizioni atmosferiche negli strati inferiori e hanno difficoltà ad anticipare alcuni fenomeni essenziali per una previsione accurata dei temporali (es. aree di convergenza). Queste limitazioni di vario tipo rendono alla fine molto difficile la previsione locale. E' un po' come cercare di suonare il pianoforte con i guanti.....