Tenuto conto che l’aria umida proveniente dal bacino del Mediterraneo è relativamente mite, il limite delle nevicate si situerà generalmente fra 1600 e 2000 metri di quota, ma nelle vallate alpine nella notte potrà scendere temporaneamente fin verso i 1200 metri in corrispondenza delle fasi con le precipitazioni più intense.
Con simili quantitativi di neve (considerando sia quelli caduti, sia quelli attesi) il pericolo di valanghe è ovviamente aumentato nelle ultime ore, come testimoniato dal bollettino per le valanghe emesso dai colleghi dell’Istituto federale per lo studio della neve e delle valanghe SLF (www.slf.ch).
Le precipitazioni non stanno dando preoccupazioni solo in montagna, bensì anche sul fronte idrologico. L’Ufficio federale dell’ambiente ha emesso a questo proposito oggi anche delle allerte idrologiche per il Ceresio, il Verbano e il fiume Maggia (portale sui pericoli naturali).
Senza dimenticare il vento
Come sempre capita nelle situazioni di sbarramento da sud, sul versante nordalpino si è verificata una situazione favonica, come già descritto nel nostro blog di ieri. Questa situazione perdurerà fino a lunedì mattina, ma la fase più intensa per quanto riguarda il versante nordalpino è oramai alle nostre spalle. Mentre per quel che riguarda il versante sudalpino il passaggio della corrente a getto proprio sopra le Alpi nella notte su lunedì creerà le condizioni per lo sviluppo temporaneo di forti venti un po’ a tutte le quote del Ticino, delle Valli del Grigioni italiano e dell’Engadina. Sono attese raffiche di scirocco a quote collinari fin verso 50 – 80 km/h, mentre in montagna, sopra i 1600 m, localmente le raffiche massime del vento potranno toccare i 90 – 120 km/h.