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Forti precipitazioni a Nord delle Alpi: bilancio intermedio

MeteoSvizzera-Blog | 11 dicembre 2023
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Il “fiume atmosferico” all'origine dell'episodio di forti precipitazioni che sta interessando in particolare la Svizzera nordalpina si è spostato sulle Alpi nella serata di domenica. Nelle regioni interessate ha già causato accumuli di pioggia significativi e l'episodio non è ancora terminato. Le precipitazioni avranno un’intensità sostenuta fino a lunedì sera, per poi indebolirsi temporaneamente. In questo blog facciamo un punto della situazione intermedio.

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Acqua direttamente dai tropici

Una corrente ha convogliato aria molto umida verso le Alpi. L'origine di questa corrente è da ricercare nelle "Indie Occidentali" (arcipelago collocato fra la Florida e il Venezuela e compreso fra il Mar dei Caraibi, il Golfo del Messico e l'Oceano Atlantico), guadagnandosi il particolare nome di "rum express". Si tratta di un "fiume atmosferico" che diffonde l'umidità dai tropici verso le medie latitudini, transitando sull'Atlantico. Non è un fenomeno specifico di questo oceano, spesso si sviluppano anche sull'oceano Pacifco. La chiave di tutto? Particolari configurazioni meteorologiche e i forti venti in quota, come mostrato nella figura scala qui sotto.

Bilancio intermedio delle precipitazioni in Svizzera

L'arrivo del fiume atmosferico nella serata di domenica ha portato precipitazioni quasi continue sui versanti occidentali delle Alpi e del Giura. Nella tarda mattinata di lunedì (ore 11) erano già stati registrati tra i 30 e i 50 mm dal Basso Vallese alla regione del Sanetsch, tra i 20 e i 40 mm sul Giura e nelle Vallesane e più di 20 mm localmente sull'Altopiano. Questi accumuli su 12 ore corrispondono a soglie di allerta di livello 3 confermando quindi la particolare situazione meteorologica.

Previsioni

L'intensità massima delle precipitazioni è attualmente in corso (pomeriggio di lunedì) e terminerà in serata, dopodichè ci sarà una temporanea attenuazione della situazione di maltempo. Le precipitazioni riprenderanno con vigore martedì e continueranno fino a mercoledì. In seguito saranno più intermittenti e deboli, ma probabilmente cesseranno solo giovedì. Il limite delle nevicate sarà in graduale calo, soprattutto nella fase finale delle precipitazioni.

Tra domenica sera e mercoledì a mezzogiorno, ovvero nell'arco di 60 ore, sono attesi complessivamente da 80 a 120 mm su Chablais, Bas-Valais e Giura, e da 70 a 100 mm sui versanti settentrionali delle Alpi centrali e orientali. Nella cartina sottostante, che mostra gli accumuli di precipitazione previste dal modello COSMO-2 CTRL, i picchi sulle montagne più alte sono certamente sovrastimati, per il resto la previsione risulta plausibile (grazie anche al confronto con casi simili del passato).

Conseguenti pericoli naturali

Agli importanti accumuli di pioggia si aggiungerà l'acqua da fusione della neve, a causa dell'aria mite e del limite delle nevicate molto alto. Di conseguenza, l'UFAM prevede un rischio di inondazioni, che sarà particolarmente marcato nei fiumi i cui bacini idrografici sono interessati dalle precipitazioni più intense, in particolare l'Arve.

In montagna, il forte vento e l'abbondante neve fresca al di sopra dei 2500 m comportano anche un elevato rischio di valanghe e l'SLF segnala "condizioni molto critiche" per le attività sportive invernali al di fuori delle piste sicure. Per ulteriori informazioni, consultare l'ultimo bollettino valanghe dell'SLF.

Trovate tutti gli avvisi di pericolo naturale sul portale dei pericoli naturali.

Qual è il legame con il cambiamento climatico?

Si tratta di una domanda pertinente ogni volta che siamo confrontati con un evento di maltempo, ma alla quale è spesso difficile rispondere senza uno studio di attribuzione. Il contributo del cambiamento climatico a questo evento è impossibile da quantificare, almeno finora, perché questi fiumi atmosferici sono uno degli anelli della ridistribuzione dell'energia in eccesso dall'equatore ai poli nell'ambito della circolazione atmosferica globale.

D'altra parte, in un clima complessivamente più caldo, la temperatura superficiale degli oceani e degli strati inferiori dell'atmosfera è più elevata. Di conseguenza, si verifica una maggiore evaporazione dagli oceani e, allo stesso tempo, l'atmosfera più calda ha una maggiore capacità di trattenere il vapore acqueo, l'ingrediente precursore delle precipitazioni. Il cambiamento climatico aumenta quindi il potenziale di precipitazioni intense e le rende più probabili rispetto al clima precedente.