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La famosa linea si è riformata

MeteoSvizzera-Blog | 22 settembre 2023
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Fra giovedì e venerdì si è formata una linea quasi stazionaria di forti precipitazioni fra le Centovalli e la Valle Maggia, una caratteristica tipica della nostra climatologia delle precipitazioni intense. In questo blog cerchiamo di capire come si forma e facciamo il punto della situazione sul fronte delle precipitazioni.

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Una regione climatologicamente interessante

Forse non tutti sanno che la regione fra Alto Piemonte e Ticino è molto particolare per quanto riguarda il regime delle precipitazioni. Infatti, fra l’Ossola e la Valle Maggia la giornata più piovosa dell’anno vede piogge più intense che in tutte le altre regioni delle Alpi. In questa zona la media del massimo annuale di precipitazione giornaliera è infatti la più elevata delle Alpi.

Un esempio nelle ultime ore

Fra giovedì sera e venerdì si è verificato un evento di precipitazioni abbondanti che probabilmente costituirà la giornata più piovosa di quest’anno per le regioni comprese fra le Centovalli e la Valle Maggia. La distribuzione delle precipitazioni è risultata tipica di questi eventi, mostrando una fascia con i valori massimi orientata da sudovest verso nordest (si veda l'immagine di copertina). Spostandosi anche di pochi chilometri al di fuori di quella linea, i valori di pioggia diminuiscono nettamente. Il risultato sono forti differenze spaziali sull’arco di pochi chilometri.

Nel dettaglio, la linea quasi stazionaria di forti precipitazioni si è sviluppata giovedì sera estendendosi fra le Centovalli, la Val Onsernone, la media Valle Maggia, l’alta Val Verzasca e la media Leventina. In queste regioni fra giovedì e venerdì sono caduti fra 150 e 250 mm di precipitazione, con punte fino a 300-350 mm fra la le Centovalli e la media Valle Maggia. Altrove le precipitazioni sono state più scarse, in particolare sul Sottoceneri.

Come mai?

All’origine di queste forti precipitazioni sul versante sudalpino vi è sempre una situazione di sbarramento da sud, cioè forti correnti umide meridionali che impattano contro l’arco alpino sul quale sono forzate a salire (si vedano le immagini del blog dell'altro ieri). In questi casi, i venti alle diverse quote sulla pianura Padana presentano un andamento tipico: essi soffiano da sudest negli strati più bassi, ruotando verso sudovest con la quota.  L’esatta provenienza dei venti alle diverse quote dipende da fattori meteorologici su larga scala (sinottici) che non illustreremo nel dettaglio in questo contributo.

All’origine delle linee di precipitazione quasi stazionarie come quella che si è verificata nelle ultime ore c’è l’interazione fra i venti alle diverse quote e l’orografia della regione del Lago Maggiore. Infatti il vento sudorientale in arrivo dalla Pianura Padana trasporta aria umida e mite verso le Alpi. La forma particolare dell’orografia della regione del Lago Maggiore, che mostra una specie di imbuto rovesciato, favorisce il sollevamento dell’aria sui primi rilievi prealpini piemontesi, in particolare a nordovest del Lago Maggiore o a volte anche più verso sudovest fin verso l’Eporediese. In altre parole, il sollevamento avviene laddove il vento incontra la catena alpina perpendicolarmente ad esso.

Il sollevamento orografico porta alla formazione delle nuvole e delle precipitazioni che, crescendo, salgono di quota incontrando venti dapprima da sud e poi da sudovest. In questo modo le precipitazioni sono trasportate verso nordovest, andando ad interessare le zone poste fra l’Alto Piemonte e la Valle Maggia dove ritroviamo il massimo climatologico menzionato sopra. L’aria in arrivo dalla pianura molto spesso è anche un po’ instabile, questo vuol dire che oltre al sollevamento meccanico dato dalle montagne vi è anche un sollevamento di carattere termodinamico. Senza entrare nei dettagli più tecnici, l’instabilità accentua il sollevamento e quindi la formazione delle precipitazioni e degli eventuali temporali.

Anche nell’evento di precipitazioni che si sta per concludere i venti hanno mostrato la tipica rotazione con la quota che osserviamo nello schema sotto. L’immagine sottostante mostra l’intensità e la direzione del vento stimata dal radar meteorologico sopra i primi rilievi prealpini. La linea blu rappresenta il vento attorno ai 2 km di quota, quella arancione attorno a 3 km, quella nera sui 4.5 km. Si nota come per tutta la durata dell’evento nei bassi strati fosse presente un vento da sud-sudest, mentre più in alto un vento da sud-sudovest. L’intensità del vento mostra alcune variazioni, in particolare le fasi con il vento più forte sono state quelle in cui sono stati misurate le intensità di precipitazione più elevate. Il vento regola infatti il flusso di umidità che sospinge l’aria umida verso le Alpi.

Variazioni sul tema

Ma come in ogni situazione meteorologica, i venti non si ripresentano mai uguali e vi sono sempre piccole differenze che alla fine provocano accumuli di precipitazione diversi fra loro. In particolare, più il vento negli strati bassi proviene da est, più la linea di precipitazioni si forma verso il Piemonte; più il vento sudoccidentale in quota è intenso, più la linea si sposta verso la cresta alpina principale. Quindi i massimi di precipitazione si possono formare più a sud o più a nord di quanto osservato oggi.

Effetti sul territorio

Come riportato da alcuni media, le forti precipitazioni hanno causato alcune frane nelle zone maggiormente interessate dalle precipitazioni, vale a dire fra la Val Onsernone e la Valle Maggia, con alcuni disagi soprattutto per quanto riguarda le vie di comunicazione. I fiumi si sono ingrossati rapidamente, primo fra tutti la Maggia che ha toccato un massimo di circa 1700 metri cubi al secondo, portata che secondo l’ufficio federale dell’ambiente viene raggiunta mediamente ogni 5 anni circa e che rientra nel livello di pericolo 2. Anche la Verzasca ha raggiunto un picco corrispondente ad un simile periodo di ritorno, di quasi 500 metri cubi al secondo, mentre spostandosi verso est le portate dei fiumi sono risultate meno estreme.

Previsioni e allerte

Al momento della pubblicazione di questo blog, alle ore 15 di venerdì, le precipitazioni interessano ancora il Sopraceneri ma in modo meno intenso. Come atteso, nelle ultime ore verso la pianura si sono sviluppati alcuni temporali. In quota è infatti affluita dell’aria più fredda che favorisce lo sviluppo di fenomeni convettivi.

Le precipitazioni si sono spinte anche a nord della cresta alpina principale: da giovedì sera a venerdì mattina sono caduti da 50 a 90 mm di pioggia fra la Val Lumnezia e la Sernftal nella regione Obersaxen. Nelle regioni limitrofe della Surselva e delle Alpi urane orientali e fino alle Alpi della Svizzera orientale sono caduti da 30 a 50 mm, nelle altre regioni quantitativi inferiori. Fino a questa sera fra la Surselva e la valle del Reno fino alla regione di Avers  e fra le Alpi urane orientali e il glaronese cadranno ulteriori 10 - 25 mm di pioggia, con valori localmente più elevati. Nelle altre regioni le precipitazioni risulteranno meno intense.

Le allerte di livello 3 e 4 per forti precipitazioni saranno revocate venerdì sera.