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La Chaux-de-Fonds: tornado o downburst?

MeteoSvizzera-Blog | 25 luglio 2023
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In seguito al devastante temporale che ha colpito Le Locle e La Chaux-de-Fonds lunedì 24 luglio, ci si interroga sull'origine delle violente raffiche che hanno causato tanti danni. Al momento in cui scriviamo, non è ancora possibile trarre conclusioni, ma le ipotesi puntano verso un tornado o un downburst. In questo blog, diamo un'occhiata a ciò che distingue questi due rari fenomeni, per gettare le basi di un'indagine meteorologica che si preannuncia complicata.

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Due fenomeni estremamente localizzati

Il temporale che ha sconvolto la regione di La Chaux-de-Fonds ha sollevato molti interrogativi e sono stati espressi molti commenti e ipotesi sulla natura del fenomeno meteorologico in questione: tornado, microburst, downburst... Tutti termini che hanno un significato ben preciso nel campo della meteorologia, ma che a volte vengono usati in modo improprio. Spieghiamo questi diversi fenomeni e vediamo quali sembrano i più plausibili alla luce delle informazioni di cui disponiamo finora.

I tornado e i downburst sono due fenomeni meteorologici di elevata intensità che possono verificarsi nell'ambito di una cella temporalesca dinamica in un contesto meteorologico particolare, come quello di lunedì 24 luglio. Hanno un'estensione spaziale ridotta, che va da alcune decine di metri a un chilometro, e a volte sono molto difficili da osservare e rilevare perché sfuggono ai nostri sistemi di misurazione.

Tornado

Un tornado è caratterizzato da un vortice verticale, il che significa che i venti convergono, ruotano e si rafforzano verso il centro del tornado. Cambiano quindi rapidamente direzione e forza al passaggio del tornado, provocando danni con un orientamento mutevole, persino casuale. I tornado sono classificati in ordine di gravità in base ai danni causati, utilizzando la scala Fujita. Questa classificazione non simboleggia quindi l'intensità dei venti al passaggio dei tornado, ma piuttosto una stima dei venti necessari per produrre tali danni.

Downburst

Cugino del tornado e spesso confuso con esso, il downburst è una raffica discendente dovuta all'aria fredda che scende verso il suolo in un temporale. Se l'aria fredda scende bruscamente, a velocità verticali di circa 70 km/h (più di 10 volte la velocità di un ascensore!), si parla di downburst.

Quando l'aria è sufficientemente umida, queste raffiche possono essere caratterizzate da forti precipitazioni e tendono a trasportare la pioggia verso il suolo. Se l'aria è secca negli strati inferiori, i downburst sono detti secchi e non saranno necessariamente accompagnati da precipitazioni. Tuttavia, possono essere rilevati dalla polvere e dai detriti che fanno sollevare dal suolo.

Difficili da individuare in caso di forti precipitazioni e con una nube molto vicina al suolo, sono svelati dai danni che provocano, ad esempio con tracce di schiacciamento al suolo o venti divergenti.

Indizi differenti sul terreno

Come si può notare, i tornado e i downburst sono due strutture ben distinte e non lasciano gli stessi segni sul paesaggio. Le indagini condotte sul campo dopo questi eventi si concentrano sull'osservazione della geometria dei danni per identificare una rotazione dei venti (per identificare un tornado) o un orientamento lineare dei venti (downburst). La raccolta di queste strutture richiede una particolare attenzione ai dettagli e risorse tecniche come i droni, perché possono essere osservate su una scala da un metro (la forma di un albero o dei suoi rami, per esempio) a diverse decine o addirittura centinaia di metri (l'orientamento di diversi alberi o colture in un campo).
Di seguito sono riportati due esempi di immagini di osservazioni effettuate durante due indagini sui danni provocati da una tempesta in Svizzera. La prima mostra una rotazione molto localizzata attraverso il diverso orientamento del grano disteso, chiaramente un tornado. Nella seconda immagine, ripresa da un drone, l'orientamento simile degli alberi abbattuti è la firma di un downburst.

Il contributo dei dati radar

Prima di osservare i danni al suolo, le strutture tornadiche o downburst all'interno dei temporali possono essere identificate anche grazie alle misurazioni del radar meteorologico. I nostri 5 radar non solo permettono di stimare l'intensità delle precipitazioni, ma forniscono anche preziose informazioni sui venti e quindi sulla presenza di rotazione o divergenza. In particolare, la componente radiale della velocità, dedotta tramite l’effetto Doppler (lungo un fascio di scansione) permette di stimare se i venti stanno convergendo verso il radar o, al contrario, si stanno allontanando da esso, su un'ampia area, cosa che non è possibile con le nostre singole stazioni a terra.
A differenza delle intensità di precipitazione disponibili nell'applicazione, questi dati più complessi sono utilizzati internamente a MeteoSvizzera. Gli eventi recenti offrono l'opportunità di presentare un caso di studio sull'uso di questi dati molto ricchi, ma che non sono sufficienti per determinare se si è verificato un tornado o un downburst a La Chaux-de-Fonds.

Le velocità radiali misurate dal radar Albis (ZH) il 24 luglio alle 0920UTC (cioè alle 11:20 ora locale), mostrate nell'immagine sottostante, evidenziano una zona di cambiamento della direzione del vento proprio davanti alla tempesta che ha attraversato la regione. Questa zona molto stretta si trova al confine tra l'area rossa sopra La Chaux-de-Fonds (venti in avvicinamento al radar Albis) e l'area blu sopra Le Locle (venti in allontanamento dal radar Albis). L'area gialla indica che i venti sono perpendicolari al fascio radar, ma da questa sola mappa non è possibile capire in quale direzione.

L'area contrassegnata con un "?" è certamente quella in cui si sono verificati i venti più forti, al confine tra i comuni di Le Locle e La Chaux-de-Fonds. Tuttavia, la risoluzione dell'immagine rende impossibile stabilire se in quel punto si sia verificato un tornado, un downburst o entrambi.

Fenomeni che sfuggono alle osservazioni

Tali fenomeni estremi, localizzati nel tempo e nello spazio, sono estremamente rari nelle nostre regioni. Sono impossibili da prevedere e il loro monitoraggio in tempo reale è limitato. Infatti, questi eventi raggiungono i limiti di alcuni dei nostri strumenti, in particolare gli anemometri che misurano la velocità del vento. Possono anche passare inosservati ai radar, che scansionano l'atmosfera ogni 5 minuti e la cui visibilità è ostacolata dal terreno.


Ci appelliamo allora alle vostre fotografie o ai vostri video di questa tempesta e dei danni osservati a terra subito dopo, perché potrebbero aiutarci a indagare ulteriormente e - forse - a giungere a una conclusione... Anche se a volte l'atmosfera conserva i suoi misteri.
Grazie a tutti per il vostro contributo!