Ambito dei contenuti

Il favonio, l’asciugacapelli delle Alpi – Parte 2

MeteoSvizzera-Blog | 18 marzo 2023
1 Commento

Proseguiamo il nostro viaggio della serie #lameteospiegata sul tema del favonio. In questa seconda puntata approfondiremo gli effetti di questo vento sulla flora e la fauna, oltre ad un approfondimento della climatologia del favonio a sud e a nord delle Alpi.

  • Tempo

Piè di pagina

Navigazione top bar

Autorità federali svizzereAutorità federali svizzere

La natura che si adatta e la vegetazione “piegata”

Del rapporto del favonio con la flora qualcosa abbiamo già accennato, ovvero che la sua aria calda può favorire la germogliazione e la crescita vegetale. Ma c’è anche un altro aspetto curioso che riguarda proprio la vegetazione: “Trattandosi di un evento tipico della nostra zona, esiste anche una conseguente forma di adattamento, in particolare del bosco e delle piante in generale. Si può insomma dire che si sono adattate alla direzione del vento, posizionandosi e adattando la propria crescita in modo da poter resistere e in un certo senso assecondare la corrente. A parte episodi particolarmente violenti, gli alberi non vengono dunque danneggiati dal favonio, anche se forte. Al contrario ad esempio la nostra vegetazione a sud delle Alpi si trova molto più esposta ai venti di scirocco, che soffiano da sudest e sono decisamente meno frequenti. Con questo vento possono quindi bastare velocità anche non esagerate – soprattutto se confrontate a quelle del favonio – per provocare danni e crolli”.

Favonio ed esseri umani: dalla qualità dell’aria al mal di testa

Al di là dell’impatto climatico, il favonio ha anche una stretta relazione con l’essere umano, a partire dalla qualità dell’aria che respiriamo. E si parte con una buona notizia: “Il favonio tende in generale a spazzare via tutto quello che è inquinamento, polveri fini eccetera. E se dello scioglimento della neve abbiam già detto, ci sono anche altre conseguenze negative, in particolare per quanto riguarda la propagazione degli incendi, anche perché spesso, come si vedrà dopo con Stefano Zanini, il favonio può continuare a soffiare per giorni. Le forti raffiche possono inoltre provocare incidenti stradali. Si arriva poi al grande capitolo dell’impatto sulla salute delle persone: alcuni studi sono stati fatti, anche se è difficile avere una prova del rapporto causa/effetto, però sono state riportate delle correlazioni che hanno una certa rilevanza statistica. Oltre all’aumento degli incidenti stradali, viene anche citato un aumento della criminalità, ma il punto che forse più interessa al pubblico generale è il rapporto con il mal di testa. Non sono infatti poche le persone che lamentano il sopraggiungere di questo problema all’arrivo del föhn. In questo senso alcuni studi hanno indagato quale potesse essere un elemento preponderante ed è stato rilevato che con il favonio si verificano delle lievi oscillazioni della pressione atmosferica, che pare possano andare a influenzare l’attività mentale umana. Si tratta però come detto di correlazioni statistiche, non di rapporti causa-effetto”.

Climatologia: l’indice del favonio e il rapporto con il cambiamento climatico

Per parlare di climatologia e favonio è necessario innanzitutto saper identificare che cos’è favonio e cosa non lo è, un tema che Cecilia Moretti conosce molto bene: “Parliamo infatti dell’indice del favonio, un indicatore che ci permette di identificare questo vento partendo dalle misure effettuate alle stazioni al suolo. Ogni stazione ha un suo indice specifico, che viene calcolato partendo da una serie di parametri misurati in automatico dalla rete di stazioni SwissMetNet. Quindi in base alla velocità media del vento, le raffiche del vento, la direzione del vento, l'umidità relativa dell'aria e la temperatura potenziale, per ogni stazione – grazie a delle analisi statistiche – vengono definiti dei valori limite per ognuna di queste grandezze. Quando poi c'è un superamento del valore limite si può identificare automaticamente la presenza di favonio. Parte del lavoro che ho svolto per la mia tesi di master era proprio determinare questi valori limite per le stazioni al Sud delle Alpi, ed è importante farlo perché ci possono essere differenze importanti tra una e l’altra. Ad esempio una vallata alpina può essere orientata in modo che il favonio su una determinata stazione arrivi proprio da nord, mentre sul Piano di Magadino arriva più da est o da ovest, per questo serve una calibrazione specifica dei valori limite. Ci serve poi anche una stazione in quota per definire più in generale la direzione del vento, per stabilire se si formerà favonio da sud o da nord, e questo lavoro per MeteoSvizzera lo svolgono i sensori che abbiamo sul Gütsch, sopra Andermatt. In questo modo identifichiamo il favonio in tempo reale e queste indicazioni sono consultabili sul nostro sito".

Grazie a questo importante lavoro di determinazione degli indici, associato alla grande banca dati di tutte le misure al suolo, è stato così possibile risalire anche agli eventi di favonio del passato: “Abbiamo pertanto delle informazioni importanti sulla climatologia del favonio sia a sud che a nord delle Alpi. Grazie a questi dati abbiamo ad esempio potuto stabilire la stagionalità del favonio, solitamente più presente in primavera, ma con un secondo picco in autunno, soprattuto per il föhn da sud, e con una frequenza più bassa in estate. L’analisi delle frequenze e delle intensità ha permesso inoltre di osservare una certa stabilità nel tempo del fenomeno, quindi per quanto riguarda il riscaldamento climatico non è possibile stabilire un’influenza accertata. In questo caso possiamo insomma dire che non c’è una relazione diretta con i cambiamenti climatici, anche perché si tratta di un evento che si verifica solo in presenza di determinate situazioni sinottiche”.

Il favonio a sud delle Alpi, quando il vento soffia da nord

Sempre restando ancorati al nostro piccolo grande mondo alpino, passiamo ora a una caratterizzazione dei due diversi föhn che soffiano ‘cadendo’ dalle Alpi. E iniziamo da quello di casa nostra, il tanto famoso quanto spesso temuto vento da nord: “Bè chiaramente per averlo dobbiamo prima di tutto avere correnti da nord, che di norma si innescano quando abbiamo una zona di alta pressione sull'Europa atlantica occidentale e solitamente una zona di bassa pressione verso i Balcani. Questa configurazione sinottica fa sì che si inneschino le correnti da nord. Possiamo quindi immaginare il fluire verso le Alpi di questa massa d’aria fredda e umida, che arriva dalla zona del Mare del Nord…e poi succede quel che abbiamo visto prima, con lo sbarramento a nord delle Alpi e il favonio che scende sul versante sudalpino. In relazione al suo ‘fratello’ che soffia da sud, si può anche dire che le situazioni di sbarramento e le relative precipitazioni – in media – sono meno intense rispetto a quanto si producono sul versante sudalpino. Il nostro, quello da nord, è però in generale più frequente di quello da sud.

Il Favonio a nord delle Alpi, quando il vento soffia da sud

“Magari bisogna cominciare dicendo che di favonio ne esistono veramente tanti tipi. Diciamo che con il favonio classico, dove hai la corrente da sud che crea uno sbarramento sul versante sudalpino, con quindi precipitazioni al sud e una corrente sempre da sud fino ad alte quote, quest’aria poi si riversa sotto forma di favonio nelle vallate nordalpine. Rimanendo su questa tipologia ‘classica’, possiamo inoltre dire che il favonio da nord, quello che conosciamo a sud delle Alpi segue molto spesso – anche se non sempre – una perturbazione. Dopo il passaggio di una perturbazione ‘dietro’ arriva, anche se non per forza e non sempre, il vento da nord. Il favonio a nord delle Alpi, quello che soffia sud, al contrario tendenzialmente precede l’arrivo di una perturbazione. Se vogliamo vederla proprio in una delle configurazioni più classiche e da manuale: c’è una perturbazione che si avvicina dalla Francia, la corrente favonica a nord delle Alpi e le precipitazioni al sud. Poi la perturbazione avanza e a un certo punto arriva quella che in tedesco chiamano il ‘Föhnzusammenbruch’, ovvero la fine del favonio a nord. Parallelamente le precipitazioni iniziano poi al nord e terminano al sud. L’aumento di pressione a nord delle Alpi dà origine a sud al vento da nord. Questo è quello che si dice un passaggio completo, il caso classico insomma. In parole molto povere si potrebbe dire che spesso il favonio prima colpisce il nord delle Alpi, poi passa la perturbazione ed ecco infine il vento da nord sul nostro versante”.

Va appunto però specificato che si tratta della configurazione da manuale, ma – come ci spiega ancora Zanini – la meteorologia è da vedere un po’ come la medicina: “Per una determinata patologia esistono innumerevoli varianti e decorsi diversi. Lo stesso vale per la meteorologia: questo è il caso classico, dopodiché ci possono essere tutta una serie di altri tipi di föhn particolari, come ad esempio il favonio nei bassi strati, che è un fenomeno che da noi spesso non crea nemmeno precipitazioni. C’è poi il favonio anticiclonale, o ancora il particolare Güllerföhn, o il Dimmerföhn, il Guggiföhn tipico dell’Oberland bernese, c’è il favonio estivo, … e mi fermo qua. Ci sono veramente parecchie tipologie, perché il favonio può avere caratteristiche molto variegate. Ma la configurazione classica resta quella citata prima, con le precipitazioni a sud, l’aria che le spinge almeno in parte oltre la cresta alpina e, più a nord, quello che si dice il muro del favonio, dove si vede appunto lo sbarramento della nuvolosità spinta da sud. Qui si forma spesso quella che è chiamata la Föhnfenster, la finestra del favonio: una striscia serena e secca che precede poi spesso altra nuvolosità che si estende verso l’Altopiano.

#lameteospiegata è una serie RSINews, in collaborazione con
MeteoSvizzera, che nasce con l’intenzione di approfondire, una volta al mese, un tema meteorologico non per forza legato alla stretta attualità. La missione: renderlo accessibile e comprensibile.

Altri blog della serie #lameteospiegata dedicati al favonio:

Il favonio, l’asciugacapelli delle Alpi – Parte 1

Il blog completo di #lameteospiegata sul sito web di RSI è accessibile al seguente link:

https://bit.ly/3JrXkXN