La natura che si adatta e la vegetazione “piegata”
Del rapporto del favonio con la flora qualcosa abbiamo già accennato, ovvero che la sua aria calda può favorire la germogliazione e la crescita vegetale. Ma c’è anche un altro aspetto curioso che riguarda proprio la vegetazione: “Trattandosi di un evento tipico della nostra zona, esiste anche una conseguente forma di adattamento, in particolare del bosco e delle piante in generale. Si può insomma dire che si sono adattate alla direzione del vento, posizionandosi e adattando la propria crescita in modo da poter resistere e in un certo senso assecondare la corrente. A parte episodi particolarmente violenti, gli alberi non vengono dunque danneggiati dal favonio, anche se forte. Al contrario ad esempio la nostra vegetazione a sud delle Alpi si trova molto più esposta ai venti di scirocco, che soffiano da sudest e sono decisamente meno frequenti. Con questo vento possono quindi bastare velocità anche non esagerate – soprattutto se confrontate a quelle del favonio – per provocare danni e crolli”.
Favonio ed esseri umani: dalla qualità dell’aria al mal di testa
Al di là dell’impatto climatico, il favonio ha anche una stretta relazione con l’essere umano, a partire dalla qualità dell’aria che respiriamo. E si parte con una buona notizia: “Il favonio tende in generale a spazzare via tutto quello che è inquinamento, polveri fini eccetera. E se dello scioglimento della neve abbiam già detto, ci sono anche altre conseguenze negative, in particolare per quanto riguarda la propagazione degli incendi, anche perché spesso, come si vedrà dopo con Stefano Zanini, il favonio può continuare a soffiare per giorni. Le forti raffiche possono inoltre provocare incidenti stradali. Si arriva poi al grande capitolo dell’impatto sulla salute delle persone: alcuni studi sono stati fatti, anche se è difficile avere una prova del rapporto causa/effetto, però sono state riportate delle correlazioni che hanno una certa rilevanza statistica. Oltre all’aumento degli incidenti stradali, viene anche citato un aumento della criminalità, ma il punto che forse più interessa al pubblico generale è il rapporto con il mal di testa. Non sono infatti poche le persone che lamentano il sopraggiungere di questo problema all’arrivo del föhn. In questo senso alcuni studi hanno indagato quale potesse essere un elemento preponderante ed è stato rilevato che con il favonio si verificano delle lievi oscillazioni della pressione atmosferica, che pare possano andare a influenzare l’attività mentale umana. Si tratta però come detto di correlazioni statistiche, non di rapporti causa-effetto”.