Per meglio comprendere le differenze di visibilità fra i vari strati dell'atmosfera che si presentano in situazioni sinottiche come quella odierna, è utile a questo punto tornare a chinarci sul tema della sussidenza. Questo termine indica un moto discendente dell'aria su larga scala all'interno di un'area di alta pressione. Durante questo moto discendente, la massa d'aria si riscalda; negli strati più vicini al suolo rimane però intrappolata l'aria fredda. Ciò è dovuto al fatto che in una situazione anticiclonica i venti sono spesso molto deboli e l'aria fredda, essendo più densa e quindi pesante, si adagia indisturbata al suolo, a contatto con il quale si raffredda ulteriormente, soprattutto nelle fredde notti invernali.
Questo strato di aria fredda rimane spesso per diversi giorni intrappolata nei bassi strati, e si carica di aerosol. I più comuni sono la fuliggine proveniente dalla combustione e la polvere minerale, ma molte altre fonti contribuiscono all'immissione di particelle nell'atmosfera (Aerosol).
La presenza di queste particelle ha fra l'altro l'effetto di diminuire di molto la visibilità nei bassi strati. Quando la visibilità è inferiore ai 15 km si va a distinguere fra foschia (quando l'umidità è superiore al 75%) e caligine.