A Sud delle Alpi attualmente troviamo neve al suolo a partire da circa 1100 - 1400 metri di quota, a dipendenza dell'esposizione. A 1600 metri circa troviamo accumuli compresi fra 10 e i 20 cm circa, al di sopra dei 1800 metri dai 15 a 40 cm e al di sopra dei 2000 metri dai 20 a oltre 70 cm. Gli accumuli più elevati, sempre per quanto riguarda il versante sudalpino, si misurano nell'Alta Vallemaggia, nella parte più occidentale della Valle Bedretto e, a quote più alte, sulle montagne della Val Bregaglia e nella regione del Bernina: in queste regioni le nevicate di Natale, piuttosto modeste, si sono accumulate alle nevicate delle settimane precedenti.


La carta che illustra l'altezza relativa del manto nevoso al suolo rappresenta l’altezza della neve attuale in confronto con la media pluriennale (1991–2020) del corrispondente giorno di calendario. La mappa mostra colorazioni arancione o rosse in vaste regioni delle Alpi svizzere, tonalità che indicano delle anomalie negative o fortemente negative dell'altezza del manto nevoso presente (arancione 30 - 60% rispetto alla norma, rosso meno del 30% rispetto alla norma). La carta mostra poche differenze tra nord e sud delle Alpi. Qualche differenza la si può notare tra Alpi occidentali e Alpi orientali: in quest'ultime la carenza di neve è ancora più marcata.

A fine novembre la differenza tra Nord e Sud era decisamente più marcata. Le situazioni con correnti molto umide di origine marittima da ovest e le conseguenti abbondanti precipitazioni avevano causato copiose nevicate soprattutto sulle Alpi occidentali, con anomalie dell’altezza del manto nevoso decisamente positive. Come si è giunti, dunque, a questa situazione di relativa omogeneità? La risposta è semplice: a nord delle Alpi, alle copiose nevicate è seguito un periodo molto caldo, con una fusione pronunciata del manto nevoso anche a quote elevate. A sud delle Alpi, invece, l’ondata di caldo fuori stagione (nelle prime settimane di dicembre) ha trovato ben poca neve da fondere....le nevicate in novembre erano già di per se scarse.

La situazione sulle Alpi e Prealpi marittime si presenta invece all'opposto: nell'ultima settimana un'attiva depressione stazionaria sul Mediterraneo centrale ha richiamato aria molto umida dall'Adriatico verso le Alpi marittime (Fig. 5). Una situazione abbastanza tipica per la stagione invernale per quelle regioni, ma questa volta la sua persistenza, i contrasti termici in gioco e l'abbondante apporto di umidità hanno causato delle nevicate davvero abbondanti (alcune stazioni nivologiche sono disponibili al seguente link). Sicuramente negli ultimi giorni avrete sentito menzionare dai media località del Cuneese tipo Limone Piemonte e Prato Nevoso (quest'ultimo, lo possiamo dire, un nome una garanzia!).

Anche la settimana a cavallo tra il vecchio e nuovo anno non regalerà sorprese "nevose" a Sud delle Alpi. Il sole padroneggerà nei cieli e una corrente favonica sarà presente con un suo massimo previsto nella giornata di martedì. Dopo alcuni giorni con temperature ancora elevate per la stagione, da metà settimana le temperature saranno in netto calo, soprattutto in montagna. In attesa di nevicate più copiose, questa netta diminuzione delle temperature potrà dar una mano ai gestori delle stazioni invernali con l'innevamento artificiale.