Ambito dei contenuti

Piè di pagina

Navigazione top bar

Autorità federali svizzere

Navigazione di servizio

Da 10 a oltre 70 cm di neve fresca

A Sud delle Alpi attualmente troviamo neve al suolo a partire da circa 1100 - 1400 metri di quota, a dipendenza dell'esposizione. A 1600 metri circa troviamo accumuli compresi fra 10 e i 20 cm circa, al di sopra dei 1800 metri dai 15 a 40 cm e al di sopra dei 2000 metri dai 20 a oltre 70 cm. Gli accumuli più elevati, sempre per quanto riguarda il versante sudalpino, si misurano nell'Alta Vallemaggia, nella parte più occidentale della Valle Bedretto e, a quote più alte, sulle montagne della Val Bregaglia e nella regione del Bernina: in queste regioni le nevicate di Natale, piuttosto modeste, si sono accumulate alle nevicate delle settimane precedenti.

Fig. 1. Altezza di neve al suolo. La scala di colori indica lo spessore di neve presente al suolo, i puntini color grigio indicano le regioni dove la copertura nevosa è solo parziale (indicativamente tra i 1000 e i 1300 metri di quota, a dipendenza dell'esposizione).
Fig. 1. Altezza di neve al suolo. La scala di colori indica lo spessore di neve presente al suolo, i puntini color grigio indicano le regioni dove la copertura nevosa è solo parziale (indicativamente tra i 1000 e i 1300 metri di quota, a dipendenza dell'esposizione). (https://whiterisk.ch/it/conditions/snow-maps/snow_depth)
Fig. 2. Anche le montagne della Leventina e della regione del Gottardo (sullo sfondo) attendono nevicate più copiose: finora le grandi assenti sono state le situazioni di sbarramento da sud o gli importanti accumuli trasportati con situazioni di sbarramento tipicamente da nordovest. Per quanto riguarda le precipitazioni da sbarramento a sud delle Alpi l'ultimo evento degno di nota risale al 21-22 settembre 2025. Foto. L. Nisi.
Fig. 2. Anche le montagne della Leventina e della regione del Gottardo (sullo sfondo) attendono nevicate più copiose: finora le grandi assenti sono state le situazioni di sbarramento da sud o gli importanti accumuli trasportati con situazioni di sbarramento tipicamente da nordovest. Per quanto riguarda le precipitazioni da sbarramento a sud delle Alpi l'ultimo evento degno di nota risale al 21-22 settembre 2025. Foto. L. Nisi.

L'altezza relativa della neve a confronto con il periodo di riferimento 1991-2020 rimane negativa

La carta che illustra l'altezza relativa del manto nevoso al suolo rappresenta l’altezza della neve attuale in confronto con la media pluriennale (1991–2020) del corrispondente giorno di calendario. La mappa mostra colorazioni arancione o rosse in vaste regioni delle Alpi svizzere, tonalità che indicano delle anomalie negative o fortemente negative dell'altezza del manto nevoso presente (arancione 30 - 60% rispetto alla norma, rosso meno del 30% rispetto alla norma). La carta mostra poche differenze tra nord e sud delle Alpi. Qualche differenza la si può notare tra Alpi occidentali e Alpi orientali: in quest'ultime la carenza di neve è ancora più marcata.

Fig. 3. Altezza di neve relativa, considerando la giornata del 27 dicembre (periodo di riferimento 1991-2020). Fonte: https://whiterisk.ch/it/conditions/snow-maps/comparative_snow_depth
Fig. 3. Altezza di neve relativa, considerando la giornata del 27 dicembre (periodo di riferimento 1991-2020). Fonte: https://whiterisk.ch/it/conditions/snow-maps/comparative_snow_depth

A fine novembre la differenza tra Nord e Sud era decisamente più marcata. Le situazioni con correnti molto umide di origine marittima da ovest e le conseguenti abbondanti precipitazioni avevano causato copiose nevicate soprattutto sulle Alpi occidentali, con anomalie dell’altezza del manto nevoso decisamente positive. Come si è giunti, dunque, a questa situazione di relativa omogeneità? La risposta è semplice: a nord delle Alpi, alle copiose nevicate è seguito un periodo molto caldo, con una fusione pronunciata del manto nevoso anche a quote elevate. A sud delle Alpi, invece, l’ondata di caldo fuori stagione (nelle prime settimane di dicembre) ha trovato ben poca neve da fondere....le nevicate in novembre erano già di per se scarse.

Fig. 4. Tra i rami imbiancati degli abeti rossi, svetta il Pizzo Forno con i suoi quasi 3000 metri (2907 m). Foto: L. Nisi.
Fig. 4. Tra i rami imbiancati degli abeti rossi, svetta il Pizzo Forno con i suoi quasi 3000 metri (2907 m). Foto: L. Nisi.

Chi troppo e chi troppo poco

La situazione sulle Alpi e Prealpi marittime si presenta invece all'opposto: nell'ultima settimana un'attiva depressione stazionaria sul Mediterraneo centrale ha richiamato aria molto umida dall'Adriatico verso le Alpi marittime (Fig. 5). Una situazione abbastanza tipica per la stagione invernale per quelle regioni, ma questa volta la sua persistenza, i contrasti termici in gioco e l'abbondante apporto di umidità hanno causato delle nevicate davvero abbondanti (alcune stazioni nivologiche sono disponibili al seguente link). Sicuramente negli ultimi giorni avrete sentito menzionare dai media località del Cuneese tipo Limone Piemonte e Prato Nevoso (quest'ultimo, lo possiamo dire, un nome una garanzia!).

Fig. 5. Situazione sinottica nella notte di Natale alle ore 00 UTC. Nei bassi strati ben visibile l'attiva depressione centrata tra le Baleari, la Sardegna e la Corsica all'origine dell'abbondante apporto di umidità verso le Alpi marittime. Fonte: ECMWF, elaborazione MeteoSvizzera.
Fig. 5. Situazione sinottica nella notte di Natale alle ore 00 UTC. Nei bassi strati ben visibile l'attiva depressione centrata tra le Baleari, la Sardegna e la Corsica all'origine dell'abbondante apporto di umidità verso le Alpi marittime. Fonte: ECMWF, elaborazione MeteoSvizzera.

Evoluzione per la nuova settimana a sud delle Alpi

Anche la settimana a cavallo tra il vecchio e nuovo anno non regalerà sorprese "nevose" a Sud delle Alpi. Il sole padroneggerà nei cieli e una corrente favonica sarà presente con un suo massimo previsto nella giornata di martedì. Dopo alcuni giorni con temperature ancora elevate per la stagione, da metà settimana le temperature saranno in netto calo, soprattutto in montagna. In attesa di nevicate più copiose, questa netta diminuzione delle temperature potrà dar una mano ai gestori delle stazioni invernali con l'innevamento artificiale.