Da una dozzina di giorni pioveva praticamente tutti i giorni e in modo cospicuo sul bacino imbrifero del Lago Maggiore, il che provocò l'esondazione del lago in più punti. I rilevanti accumuli fecero alzare il livello del lago di ben 3 metri.
La goccia che fece "traboccare il... lago" arrivò fra il 5 e il 7 novembre 2018, con accumuli importanti sulle regioni occidentali del Canton Ticino; ma è soprattutto al di fuori del confine che si ebbero i quantitativi più importanti. Nella figura 1 sono indicati gli accumuli di precipitazioni in 72 ore stimati dall'algoritmo CombiPrecip, che combina i dati dei radar meteorologici con le misurazioni delle stazioni al suolo. In alcune zone si stima che siano caduti quasi 300 mm di pioggia in 72 ore (nuclei di colore rossoscuro).

Il bacino imbrifero del Lago Maggiore si estende per 6'600 km2, 31 volte l'area del lago, un'enorme imbuto. Confrontando la mappa degli accumuli di precipitazioni su 72 ore (fig. 1) con la cartina che delinea il bacino imbrifero del Lago Maggiore (fig. 2) possiamo notare che le due aree coincidono in modo significativo. In altre parole gran parte dell'acqua cadde nel "secchio"... facendolo traboccare. Nel corso di questo evento poi, il limite delle nevicate rimase sopra i 2000 metri. Questo significa che la pioggia scese subito a valle e non rimase depositata al suolo come nel caso di precipitazioni nevose. Inoltre le precipitazioni, combinate con temperature relativamente elevate in quota, hanno fatto sciogliere parte della neve depositata la settimana precedente, facendo aumentare ulteriormente i quantitativi di acqua in viaggio verso il lago.

Tornando al presente, si preannuncia un'altra settimana senza precipitazioni a sud delle Alpi. Un cambiamento si prospetta dunque non prima di venerdì prossimo. Aggiornamenti come sempre sul nostro bollettino meteo, lì dove i meteorologi e le meteorologhe esprimono a parole lo scenario che valutano più probabile; sempre un'ottima idea dare un'occhiata.