Sul Piano di Magadino la notte sul 4 novembre la temperatura si è abbassata a 1 grado sopra lo zero, al suolo troviamo invece una debole gelata con -1.4 gradi. Decisamente in ritardo le prime gelate si fanno breccia, ma nei prossimi giorni le temperature tenderanno a risalire leggermente, posticipando nuovamente il gelo.
Con un’isoterma di zero gradi, che lunedì si fissava attorno ai 2500 metri, la speranza di trovare del ghiaccio si portava in quota, e all’ombra. Oggi speranza già persa, vista la risalita del limite dello zero gradi a 4000 metri di quota. Decisamente anomalo per novembre.

Malgrado le temperature miti per la stagione, e approfittando del tempo splendido di lunedì, saliamo quindi di quota, anche se la speranza nell'avvistamento del primo ghiaccio non é alta. Ma ecco che, salendo di quota e portandoci fin oltre i 1800 metri, il terreno si fa più compatto. Il primo gelo si manifesta con dei timidi ghiaccioli in zona ombreggiata.

Grazie al terreno ancora fradicio, dopo le precipitazioni di domenica, la formazione di aghi di ghiaccio era spettacolare. Colonne fino a 6 centimetri rialzavano la parte superficiale del terreno.

La formazione di questa particolare struttura ghiacciata è dovuta all’aumento di volume dell’acqua, passando dallo stato liquido a quello solido. In un terreno compatto l’espansione laterale è più difficoltosa che non in verticale, così gli aghi di ghiaccio si sospingono verso l’alto formando delle colonne fino a 5-6 cm. Le parti slegate dal terreno, come aghi di abete o piccoli sassolini, vengono rialzate restando in superficie.
Quasi un peccato camminarci sopra per proseguire la salita.


Dal Monviso, appena visibile nella foschia residua, al Monte Leone che si nasconde fra altre cima, ecco una piccola selezione delle maggiori vette visibili dalla Cima di Sassello.