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Tra domenica 23 e lunedì 24 novembre una depressione di origine atlantica è transitata sopra la regione alpina. Nei giorni precedenti era già presente una massa d'aria di origine polare, che soprattutto al Nord delle Alpi ha favorito temperature molto basse, anche con alcuni record per il mese di novembre a livello locale.

All'avvicinamento della perturbazione (come si nota nella Fig. 1) le correnti in quota sono ruotate gradualmente a ovest e poi a sudovest nel corso della giornata di lunedì, con un relativo intesificamento degli apporti di umidità. Considerando la traiettoria della depressione e la tempistica dei transiti dei fronti ad essa legata, le regioni più esposte a questo sbarramento da ovest risultano essere le Alpi occidentali, il Basso Vallese e lo Chablais.

Fig. 1: animazione satellitare MTG Airmass RGB. Si noti la discesa della depressione sulla regione alpina.
Fig. 1: animazione satellitare MTG Airmass RGB. Si noti la discesa della depressione sulla regione alpina. (NinJo@MeteoSwiss / Pytroll / EUMETSAT)

La situazione in Vallese

A seguito dell'arrivo del fronte caldo (tra domenica pomeriggio e lunedì mattina) le temperature sull'Altopiano sono salite localmente a oltre 9 °C e contemporaneamente il limite delle nevicate è passato rapidamente dalla pianura a oltre 1300 m di altitudine, sciogliendo gran parte della neve accumulata nei giorni precedenti in media montagna. Nel Vallese centrale, tuttavia, l'aria fredda è rimasta intrappolata tra le Alpi vallesane e quelle bernesi. Sebbene il rialzo delle temperature fosse percepibile in quota, esso non ha raggiunto la pianura e la media montagna. Ha quindi nevicato abbondantemente fino a valle per effetto dell'isotermia. Lunedì mattina alle 7:00 sono stati misurati 8 cm di neve fresca a Sion (485 m), 22 cm al Donin du Jour a 2345 m sopra Sion, 33 cm all'Écreuleuse (2252 m) o 41 cm al Glacier de l'Evole (2800 m), ma non è stata misurata alcuna neve fresca a Morgins (1320 m) o a Gryon (1158 m).

Al Sud delle Alpi lago di aria fredda, ma precipitazioni poco intense

Anche al Sud delle Alpi la situazione era favorevole all'arrivo di nevicate fino in pianura: il lago di aria fredda nei bassi strati dell'atmosfera era ben presente. L'ingrediente mancante per portare un'imbiancata anche al di sotto dei 500-600 metri era l'intensità delle precipitazioni, che è risultata minore di quella che proponevano i modelli di previsione ICON. Anche se si trattava di pochi millimetri, bisogna considerare che più è freddo, meglio "rende" la neve, come descritto in questa pagina. Con pochi millimetri di pioggia si arriva in fretta ad avere pochi centimetri di neve.

Fig. 3: Animazione dell'accumulo di precipitazioni su 24 ore tra lunedì e martedì 25 novembre 2025
Fig. 3: Animazione dell'accumulo di precipitazioni su 24 ore tra lunedì e martedì 25 novembre 2025 (NinJo@MeteoSwiss / INCA)

Alla fine le precipitazioni nevose sono dunque risultate leggermente inferiori del previsto: nella fascia a ridosso della cresta alpina principale (Alta Vallemaggia - Alta Leventina - Blenio e Alto Moesano) così come in Alta Engadina si sono misurati 10-15 cm di neve fresca, localmente fino a 20. Alle basse quote del Ticino centro-meridionale non si sono misurati accumuli di neve, ma ci sono semplicemente stati dei momenti in qui ha "sfiocchettato" (termine tecnico) fino in pianura, questo a causa della temporanea intensificazione delle precipitazioni al transito del fronte freddo (lunedì sera).