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Un fondale pieno di vita

Durante la stagione fredda, la temperatura dell’aria sopra la superficie del mare può scendere fino a -40 °C. Tuttavia, sotto la banchisa, l’acqua rimane relativamente mite: scende solo leggermente sotto lo zero, restando liquida grazie alla presenza del sale disciolto. Questo ambiente, seppur estremo, è ideale per la vita di numerose specie marine, tra cui pesci, crostacei, anemoni di mare e stelle marine.

Ghiaccioli di salamoia

Quando l’acqua marina congela, tende a espellere il sale disciolto, formando ghiaccio dolce o solo leggermente salato. All’interno del ghiaccio si creano così delle cavità che intrappolano salamoia — acqua ad altissima concentrazione salina. Poiché il punto di congelamento dell’acqua salata diminuisce con l’aumentare della salinità, queste bolle di salamoia restano liquide anche a temperature ben inferiori allo zero.

Fig. 1: Ciclo di formazione del dito della morte: l’acqua marina congela in superficie (1), formando ghiaccio poroso con cavità contenenti salamoia (2). Questa, erodendo il ghiaccio, raggiunge la base della banchisa (3) e precipita nell’acqua sottostante, congelandola attorno a sé e formando una stalattite cava (4). Continuando la discesa, la salamoia raggiunge il fondale (5), dove si diffonde e congela tutto ciò che incontra (6)
Fig. 1: Ciclo di formazione del dito della morte: l’acqua marina congela in superficie (1), formando ghiaccio poroso con cavità contenenti salamoia (2). Questa, erodendo il ghiaccio, raggiunge la base della banchisa (3) e precipita nell’acqua sottostante, congelandola attorno a sé e formando una stalattite cava (4). Continuando la discesa, la salamoia raggiunge il fondale (5), dove si diffonde e congela tutto ciò che incontra (6) (Wikipedia, animazione: Nix Sunyata – CC BY-SA 4.0)

Attraverso le microfratture presenti nel ghiaccio, la salamoia fuoriesce lentamente dalla parte inferiore della banchisa e, essendo più densa e molto più fredda dell’acqua circostante, affonda verso il fondale, congelando istantaneamente l’acqua che attraversa.

In questo modo si forma una sorta di stalattite cava: un tubo di ghiaccio che si allunga verso il basso, trasportando la salamoia gelida fino al fondale. Una volta lì, la salamoia si espande come un fiume ghiacciato, congelando tutto ciò che incontra sul suo cammino.

In inglese, il fenomeno è noto come brinicle (pronunciato “brainicol”), unione delle parole brine (salamoia) e icicle (ghiacciolo). In italiano potremmo tradurlo come “ghiacciolo di salamoia”.

L’esistenza di questo fenomeno, a lungo ipotizzata, è stata confermata solo di recente grazie a speciali telecamere subacquee capaci di resistere alle basse temperature e alle elevate pressioni delle profondità marine.

Una silenzionsa tragedia sottomarina

Il fiume di ghiaccio che si forma sul fondale intrappola e uccide tutti gli animali che non riescono a fuggire abbastanza in fretta. Da qui il soprannome “Finger of Death”, ovvero “dito della morte”.

Una testimonianza impressionante di questo fenomeno è visibile in un filmato in time-lapse (dal minuto 1:45) realizzato dalla BBC nel 2011 nella Baia di Erebus, in Antartide, per il documentario Frozen Planet. Le principali vittime sono ricci di mare e stelle marine, creature con cui è difficile non empatizzare.

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