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Anche oggi alle basse quote dell'Altopiano e del Ticino centrale e meridionale la giornata è iniziata sotto uno strato di nebbia alta, formatosi nella notte a causa del raffreddamento e delle correnti orientali nei bassi strati. Ma non è di questo che parleremo oggi. Nel blog odierno fuggiremo infatti da questo grigiore per salire in quota alla ricerca dei vivaci colori che ci regala l'autunno in montagna, in particolare in relazione alla colorazione degli aghi dei larici.

Mare di nebbia nella Valle del Reno Posteriore (Hinterrheintal).
Questa mattina la nebbia alta è riuscita ad entrare anche nella Valle del Reno Posteriore (Hinterrheintal), qui ritratta dai boschi sopra il villaggio di Sufers. Un fenomeno piuttosto raro in questa zona. Foto: Christoph Zeitz.

Il larice

Il larice è un genere di albero appartenente alla famiglia delle Pinaceae, la stessa di pini ed abeti. È una conifera decidua, cioè una pianta con aghi che cadono in autunno, caratteristica piuttosto rara tra le conifere. I larici crescono a partire da quote attorno ai 1000 metri e sanno arrampicarsi su pendii anche piuttosto ripidi (vedi immagine di copertina). Le loro foglie sono degli aghi, sottili, di consistenza abbastanza morbida e riuniti in ciuffetti. Come detto, a differenziare il larice dalla maggior parte delle altre conifere europee è il fatto che in autunno gli aghi cambiano colore (giallo-dorato) prima cadere. I morbidi aghi dei larici sono perfetti per catturare la luce e fare fotosintesi in estate, ma risultano poi troppo delicati per resistere alle condizioni invernali.

Una questione di sopravvivenza

I larici perdono gli aghi in autunno perché sono conifere decidue, cioè alberi adattati a sopravvivere in ambienti freddi e secchi durante l’inverno. In inverno infatti, nelle zone di montagna dove cresce il larice, il terreno è solito gelare e l’acqua non è quindi più disponibile per le radici. Se mantenesse gli aghi, la pianta continuerebbe a perdere acqua attraverso la traspirazione. Per evitarlo, il larice lascia cadere gli aghi, riducendo al minimo la perdita d’acqua e proteggendosi dal gelo.

Risparmio energetico

Produrre e mantenere aghi in inverno richiederebbe energia e nutrienti. Perdendoli, il larice entra invece in riposo vegetativo: rallenta il metabolismo e conserva le riserve fino alla primavera, quando emette nuovi aghi verdi.

Larici dorati il 12.10.2025 sopra Sufers (Grigioni) ad una quota di circa 1800-1900 metri.
Larici dorati il 12.10.2025 sopra Sufers (Grigioni) ad una quota di circa 1800-1900 metri. Foto: Christoph Zeitz

Osservazioni fenologiche

Nell'ambito delle osservazioni fenologiche, inizia ora il periodo in cui le nostre osservatrici e i nostri osservatori sono chiamati a segnalarci il momento della colorazione delle foglie (50%) e in seguito della caduta del 50% delle foglie. Fra questi alberi scelti vi sono pure i larici. In questo momento la colorazione delle foglie dei larici avviene a quote piuttosto elevate, al di sopra dei 1700 metri circa, ma piano piano questa quota si abbasserà e intere vallate si coloreranno di oro. Uno spettacolo da non perdere.

Un gruppo di larici i cui aghi iniziano ad ingiallirsi. Immagine scattata salendo al Passo Bareta, Valle di Blenio, sulla destra l'Adula. Nella valle sottostante ristagna la foschia.
Un gruppo di larici i cui aghi iniziano ad ingiallirsi. Immagine scattata salendo al Passo Bareta, Valle di Blenio, sulla destra l'Adula. Nella valle sottostante ristagna la foschia. Foto: Marco Gaia
Questa mattina, 15.10.2025, nella zona di S-Chanf (Engadina).
Questa mattina, 15.10.2025, nella zona di S-Chanf (Engadina). Fonte: segnalazioni meteo tramite app MeteoSwiss