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Cosa è il FAN?

Gli specialisti in pericoli naturali (FAN) sono la rete professionale nazionale di esperti nel campo dei pericoli naturali gravitazionali in Svizzera, che si impegna per una protezione olistica contro i pericoli naturali. Il termine "pericoli naturali gravitazionali" riassume tutti gli eventi naturali nei quali la presenza di un terreno ad orografia complessa e la forza di gravità giocano un ruolo primario. Tra questi eventi troviamo:

  • Frane: movimenti di grandi volumi di roccia, terra o detriti che si muovono lungo un versante.
  • Valanghe: masse di neve che scendono rapidamente da una montagna, mettendo in pericolo tutto ciò che si trova sul loro percorso.
  • Processi di caduta: caduta di singoli massi o di interi blocchi di roccia.
  • Flussi detritici e colate di fango: masse di fango, acqua e detriti che si muovono rapidamente, spesso a seguito di piogge intense o fusione di neve/ghiaccio.

Fig. 1. Una particolare combinazione di fattori ha provocato diverse colate detritiche nella frazione di Sorte, causando morte e distruzione.
Fig. 1. Una particolare combinazione di fattori ha provocato diverse colate detritiche nella frazione di Sorte, causando morte e distruzione. (Foto: L. Nisi)

l corso autunnale FAN 2025 in Ticino e nel Moesano

I gravi eventi meteorologici dell’estate 2024 hanno causato vittime e danni devastanti nei Cantoni Ticino e Grigioni. Per questo motivo quest'anno il corso autunnale FAN è stato organizzato a Sud delle Alpi.
Durante i due giorni del corso, sono state analizzate le cause, le interconnessioni e le conseguenze degli eventi torrenziali e alluvionali che hanno colpito duramente queste regioni.

Il corso si è concentrato su tre aspetti principali: la gestione dell’evento (misure adottate, sfide e successi nell’affrontare condizioni meteorologiche estreme), l’analisi dell’evento (esame dettagliato dei processi meteorologici, idrologici e geologici) e le lezioni apprese (riflessioni e risultati utili per le future strategie di prevenzione e intervento).

Il momento formativo ha combinato una prima parte dedicata a delle presentazioni frontali con una visita sul terreno arricchita da diverse postazioni tematiche nell’area duramente colpita del Comune di Lostallo e e dintorni. Particolare attenzione è stata rivolta alla ricostruzione della sequenza degli eventi e alla catena di processi che hanno portato agli effetti devastanti, ben visibili ancora oggi sul territorio.

Fig. 2. Non solo piogge intense il 21 giugno 2024. L'immagine mostra la somma delle precipitazioni dal 1° gennaio al 19 giugno 2025, in percentuale rispetto il riferimento 1991-2020): al sud e nelle Alpi si evidenza un periodo precedente agli eventi alluvionali molto abbondante di precipitazioni.
Fig. 2. Non solo piogge intense il 21 giugno 2024. L'immagine mostra la somma delle precipitazioni dal 1° gennaio al 19 giugno 2025, in percentuale rispetto il riferimento 1991-2020): al sud e nelle Alpi si evidenza un periodo precedente agli eventi alluvionali molto abbondante di precipitazioni. (MeteoSvizzera)

Retrospettiva degli eventi di maltempo principali dell'estate 2024

Gli eventi di maltempo del 20–21 giugno 2024 (Vallese, regione di Zermatt e Moesano), del 29–30 giugno 2024 (Vallese, regione di Binn e Alta Vallemaggia) e quello del 12 agosto 2024 (regione di Brienz) rappresentano i fenomeni più gravi e devastanti dello scorso anno.

Per quanto riguarda il Ticino, anche il 7 e il 12 luglio il maltempo — caratterizzato da forti piogge, raffiche di vento tempestose e grandine — ha interessato alcune regioni, in particolare il Bellinzonese e il Mendrisiotto. I danni registrati, seppur rilevanti, sono stati tuttavia meno gravi rispetto a quelli causati dagli altri eventi citati.

Il denominatore comune dei principali episodi riportati nella figura 3 è rappresentato dai temporali con precipitazioni di elevata intensità. Ciascun evento, tuttavia, presenta delle proprie peculiarità:

  • Evento in Vallese (zona di Zermatt, 20–21 giugno 2024): forti precipitazioni in un arco temporale di circa un’ora, dovute al passaggio di un temporale molto intenso, in un contesto di piogge abbondanti distribuite su circa 36 ore.
  • Evento in Mesolcina (sera del 21 giugno 2024): precipitazioni intense per circa un’ora, provocate dal passaggio di due celle temporalesche molto attive, in un contesto di piogge relativamente abbondanti nell’arco di 12 ore.
  • Eventi del 29 giugno 2024 in Vallese (regione di Binn) e in Alta Vallemaggia: forti precipitazioni per circa sei ore, dovute al passaggio continuo di celle temporalesche di notevole intensità. Gli accumuli registrati in Alta Vallemaggia in questo periodo sono talmente elevati che, se rapportati a 24 ore, corrispondono a un periodo di ritorno climatologico superiore ai 100 anni. Secondo gli esperti di pericoli naturali attivi sul territorio, questa alluvione potrebbe essere una delle più “rapide” dei tempi moderni, considerando il breve intervallo di tempo tra l’inizio delle precipitazioni e il verificarsi dei gravi danni.
  • Evento del 12 agosto 2024 nella regione di Brienz: forti precipitazioni in un arco temporale di circa un’ora, causate da un temporale stazionario particolarmente intenso.
Fig. 3. Riassunto degli eventi di maltempo principali dell'estate 2024 con l'indicazione dell'intervallo temporale significativo degli accumuli di precipitazione e relativo periodo di ritorno "climatologico".
Fig. 3. Riassunto degli eventi di maltempo principali dell'estate 2024 con l'indicazione dell'intervallo temporale significativo degli accumuli di precipitazione e relativo periodo di ritorno "climatologico". (MeteoSvizzera)

Analizzare i casi del passato per pianificare il futuro

Gli eventi alluvionali degli ultimi decenni sono sempre stati analizzati nel dettaglio con un approccio multidisciplinare. Questo ha permesso di comprendere alcuni processi e di adottare le misure necessarie. Un aspetto principale nel processo di analisi è sicuramente l'inquadramento di quanto successo a livello di periodi di ritorno, ovvero calcolare o stimare la sua "rarità". Anche in questo caso, è fondamentale un approccio multidisciplinare, poiché un periodo di ritorno calcolato su un singolo parametro rischia di non rappresentare adeguatamente l’evento nel suo complesso (Fig. 4).

Fig. 4. Un evento alluvionale non dipende unicamente dall’intensità e dai quantitativi di pioggia, anche se spesso questi rappresentano l’elemento scatenante del processo. Numerosi sono gli altri fattori che interagiscono per creare le condizioni necessarie a generare un evento disastroso. Ovviamente, la probabilità che questa combinazione “perfetta” si verifichi (nello schema indicata come P2) è molto più bassa rispetto a quella di avere semplicemente piogge intense (nello schema indicata come P1).
Fig. 4. Un evento alluvionale non dipende unicamente dall’intensità e dai quantitativi di pioggia, anche se spesso questi rappresentano l’elemento scatenante del processo. Numerosi sono gli altri fattori che interagiscono per creare le condizioni necessarie a generare un evento disastroso. Ovviamente, la probabilità che questa combinazione “perfetta” si verifichi (nello schema indicata come P2) è molto più bassa rispetto a quella di avere semplicemente piogge intense (nello schema indicata come P1). (MeteoSvizzera)

Il periodo di ritorno pluviometrico (o tempo di ritorno della pioggia) è una misura statistica che indica la frequenza con cui una determinata intensità o quantità di pioggia è attesa in un dato intervallo di tempo. In altre parole, rappresenta ogni quanto tempo, in media, ci si può attendere che una precipitazione di pari o maggiore entità si verifichi in una determinata località.
Il periodo di ritorno complessivo di un evento alluvionale, molto difficile da stimare o calcolare, si riferisce invece alla frequenza statistica con cui un evento di una certa magnitudine si potrebbe ripresentare. Questo periodo di ritorno "complessivo" tiene conto non solo dei quantitativi di pioggia rilevati durante l'evento, ma anche di numerosi altri fattori meteo-climatologici, idrologici e geomorfologici come per esempio (lista non esaustiva) la situazione geologica, la disponibilità e il tipo di materiale con rispettiva instabilità, la morfologia del bacino idrografico, il grado di saturazione del suolo, l’uso del suolo (urbanizzazione, deforestazione, ecc.), la presenza di opere idrauliche, la risposta idrodinamica dei corsi d’acqua e molto altro.

Fig. 5. Spiegazione delle misure intraprese e delle opere di premunizione presso il Rià Val del Bianch sul Comune di Cama.
Fig. 5. Spiegazione delle misure intraprese e delle opere di premunizione presso il Rià Val del Bianch sul Comune di Cama. (Foto: L. Nisi)

L'analisi degli eventi alluvionali è complessa ma necessaria per poter adottare misure adeguate a garantire la sicurezza, soprattutto in un contesto di cambiamenti climatici. Un approccio multidisciplinare è più che mai necessario per poter affrontare al meglio le sfide future. Il Gruppo di specialisti dei pericoli naturali (FAN) offre una piattaforma di confronto e organizza eventi formativi per favorire il dialogo tra diverse figure professionali che si occupano dello stesso tema, con l’obiettivo di promuovere soluzioni efficaci e stimolare idee innovative in un settore di grande rilevanza.