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La fine delle osservazioni manuali per l'aviazione a Ginevra, fra competenza umana e progresso tecnologico
MeteoSvizzera-Blog | 16 maggio 2025

Da circa un anno, MeteoSvizzera ha chiuso la stazione di osservazione all'aeroporto di Ginevra. Sul posto nessuno svolge più osservazioni visive manuali. Termina così un’era per il Centro regionale Ovest di MeteoSvizzera, in cui la componente umana ha svolto un ruolo di primo piano.

Posto di osservazione di MeteoSvizzera davanti alla pista dell'aeroporto di Ginevra, con il Giura francese sullo sfondo.
Posto di osservazione di MeteoSvizzera davanti alla pista dell'aeroporto di Ginevra, con il Giura francese sullo sfondo. (Foto: Laurent Cretenoud)
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La storia della meteorologia aeronautica in Svizzera è ormai quasi centenaria. Ha avuto inizio alla fine degli anni '20 in diversi aeroporti e si è sviluppata nel corso degli anni. Con lo sviluppo dell’aviazione commerciale, è cresciuta la necessità di osservazioni e previsioni meteorologiche specifiche per i piloti e coloro che gestiscono gli aeroporti.

1950: una stazione dedicata all'osservazione meteorologica

Inizialmente le osservazioni a Ginevra-Cointrin furono effettuate dai meteorologi dal tetto del vecchio terminal aeroportuale. Negli anni '50, fu costruita una stazione dedicata in modo specifico all'osservazione meteorologica, che fu in seguito trasformata e adattata più volte per seguire sia lo sviluppo dell’aeroporto, sia quello tecnologico. Gli osservatori e le osservatrici vi lavoravano 24 ore su 24, 365 giorni all'anno.

L’attività principale svolta dagli osservatori e le osservatrici è stata proprio quella di osservare visivamente le condizioni atmosferiche e trasmetterle agli utilizzatori del mondo dell’aviazione tramite i cosiddetti messaggi METAR. Tutti gli aeroporti internazionali sono tenuti a diffondere regolarmente i messaggi METAR, che descrivono le condizioni meteorologiche in atto in una località e la previsione della loro tendenza. Gradualmente, con il passare dei decenni, lo sviluppo tecnologico ha permesso di sostituire l’osservazione manuale con una misura automatica. Per alcune grandezze (la temperatura, la pressione, la direzione e la velocità del vento) il passaggio alla misura manuale è stato relativamente rapido.

Per altre, come la visibilità, il tipo di tempo (pioggia, neve, grandine, nebbia, ecc.) e la quota della base delle nuvole ciò è avvenuto più lentamente. Nella primavera 2024 MeteoSvizzera ha automatizzato completamente le osservazioni meteorologiche per l’aeronautica presso la stazione dell’aeroporto di Ginevra-Cointrin. I METAR da allora predisposti automaticamente e supervisionati dalla sala previsione. È il momento giusto per dare spazio alla testimonianza di chi ha operato per anni, anche come forma di ringraziamento per quanto fatto per MeteoSvizzera.

Nella primavera 2024, MeteoSvizzera ha automatizzato completamente le osservazioni meteorologiche per l’aeronautica presso la stazione dell’aeroporto di Ginevra-Cointrin. I METAR da allora sono predisposti automaticamente e vengono supervisionati dalla sala previsione. È il momento giusto per dare spazio alla testimonianza di chi ha operato per anni, anche come forma di ringraziamento per quanto fatto per MeteoSvizzera.

Philippe Roch, osservatore dal 2009 – Il fascino del mestiere

«Ho apprezzato molto questa attività e il rapporto con l'ambiente dell'aeroporto. È stato un vero privilegio poter garantire la continuità delle osservazioni durante tutti questi anni, seguire l'evoluzione del tempo nel corso delle stagioni. Ricordo una mattina d'inverno, quando ero ancora in formazione. Mi stavo preparando a inviare il METAR e il mio sguardo si è fermato sui valori dei due sensori del vento situati alle due estremità della pista. Tre chilometri separano i due strumenti: il primo indicava tra 5 e 10 nodi da ovest e il secondo più o meno lo stesso valore ma da nord-est. Questa convergenza mi incuriosiva e cercavo una spiegazione, quando il mio istruttore mi diede un indizio: si trattava semplicemente dell'aria fredda che avanzava sulla pista. In quel momento non avevo immaginato che l'avanzata dell'aria fredda, spazzando via l'aria calda al suo passaggio, potesse essere seguita con l'aiuto degli anemometri.

Nei momenti migliori, c'erano anche le albe dai colori fiammeggianti, che ci facevano dimenticare le poche ore di sonno. Altre volte erano le virga o gli arcobaleni dopo il passaggio di un temporale o ancora l'alone intorno alla Luna. Molti momenti magici, di meraviglia, rendevano affascinante questa attività».

Posto di lavoro all'interno della postazione di osservazione.
Posto di lavoro all'interno della postazione di osservazione. (Foto: Laurent Cretenoud)

Laurent Cretenoud, osservatore dal 1990 – Si volta pagina

«Sono sempre stato orgoglioso di trovarmi sulla terrazza di osservazione della stazione meteorologica alla fine della pista, come un guardiano di una nave o un guardiano del faro, in prima fila per assistere agli eventi meteorologici e all'attività aeronautica, ma abbastanza lontano dal trambusto della pista, a stretto contatto con le nuvole e le meteore. Il mio ruolo di osservatore consisteva nell'identificare le grandezze meteorologiche e trasmettere i miei rapporti regolari per le operazioni aeronautiche. Indossare cappotto e berretto nel cuore di una notte invernale silenziosa per andare a rilevare la temperatura e l'umidità nella casetta Stevenson del nostro giardino degli strumenti conferiva un tocco romantico alla nostra funzione. Da solo alla fine della pista, la nebbia o la neve con la visibilità ridotta e il cielo basso accentuavano ancora di più quell'isolamento che amavo tanto.

Ho avuto la fortuna di conoscere ancora la meteorologia “alla vecchia maniera” degli anni '90, quando si confrontavano i dati rilevati con strumenti mitici come l'eliografo di Campbell o l'igrometro a capelli, anche se l'elettronica stava già assumendo un ruolo importante. Gli anni 2000 ci hanno definitivamente portato nell'era digitale.

Oggi, con l'automazione, si volta pagina; l'aspetto romantico della mia professione è relegato in secondo piano a favore dell'efficiente tecnologia. Non provo alcun rancore e guardo al futuro tecnologico con un certo entusiasmo.»

Capannina meteorologica (detta anche capannina Stevenson) della stazione di misurazione di Ginevra-Cointrin, utilizzato in particolare per la misurazione della temperatura. Questo tipo di capannina non è più in uso oggi.
Capannina meteorologica (detta anche capannina Stevenson) della stazione di misurazione di Ginevra-Cointrin, utilizzato in particolare per la misurazione della temperatura. Questo tipo di capannina non è più in uso oggi. (Foto: Jean-Daniel Bailat)

Valérie Meunier, osservatrice dal 2009 – Rigore e meraviglia

«Dopo quindici anni come osservatrice meteorologica, posso affermare di aver vissuto un'esperienza professionale davvero singolare e arricchente. Ogni giorno trascorso al posto di osservazione è stato caratterizzato da momenti unici e speciali.

All'inizio della mia carriera, ricordo chiaramente di aver provato un certo stress durante i temporali. La paura di non riuscire a reagire in tempo, o addirittura di non riuscire ad anticipare questi fenomeni, era palpabile. Era necessaria una vigilanza costante. Il mio ruolo consisteva nell'anticipare e emettere avvisi in previsione di un impatto di fulmini sulla zona aeroportuale, al fine di garantire la sicurezza del personale a terra e dei passeggeri. Oltre a ciò, avevo la responsabilità di redigere messaggi aeronautici pertinenti destinati ai piloti e alle autorità aeroportuali.

La vista di un cielo tumultuoso accompagnato da potenti raffiche di vento durante i temporali, che all'improvviso si squarcia in un cielo limpido, offre uno spettacolo tanto impressionante quanto affascinante, che continua a stupirmi ogni volta. Le situazioni che ho dovuto affrontare sono state molte: neve, nebbia, pioggia gelata e molte altre ancora. Questo lavoro mi ha insegnato a osservare il cielo e a interpretarne i segni. Una cosa è certa, questa abitudine rimarrà per sempre parte di me.»

Temporale a sud di Ginevra visto dalla postazione di osservazione.
Temporale a sud di Ginevra visto dalla postazione di osservazione. (Foto: Valérie Meunier)

Olivier Tomasini, osservatore dal 2001 – Un pilota ai comandi

«Essendo appassionato di aeronautica, di quasi tutto ciò che si muove (sono un ex macchinista di locomotive e pilota privato dal 1984), il mio arrivo al posto di osservatore è stato straordinario. Ho ritrovato la solitudine delle mie locomotive, ma in fin dei conti ero meno solo, perché la vita in un aeroporto, con il viavai degli aerei, mi dava la sensazione di non essere solo, ma di contribuire al buon funzionamento delle operazioni. Ho adorato le situazioni di tempesta, in cui era necessario essere iper reattivi per proteggere le persone che lavoravano sulla pista ed essere il più precisi possibile nell'emissione di avvisi rossi, bloccando il traffico aereo il meno possibile.

Questi orari irregolari 24 ore su 24, accompagnati da magnifici tramonti o albe, notti stellate con stelle cadenti e talvolta violenti temporali, mi hanno dato molto piacere e gioia in questo ambiente così particolare che è la vita nell'aeronautica, dove alla fine siamo una grande famiglia nonostante le diverse professioni.

Devo dire che questo posto di osservazione con il lavoro che comporta mi mancherà moltissimo. Mi mancherà il lavoro sulla pista a contatto con gli aerei, così come il fatto di non poter più apportare un certo valore aggiunto alle osservazioni.»

L'antico posto di osservazione in primo piano (in rosso) e il posto di osservazione utilizzato dal 2009 al 2024 sullo sfondo.
L'antico posto di osservazione in primo piano (in rosso) e il posto di osservazione utilizzato dal 2009 al 2024 sullo sfondo. (Foto: Jean-Daniel Bailat)

Cos'è un METAR?

Le osservazioni negli aeroporti sono denominate METAR, acronimo di “Meteorological Aerodrome Report”. Questi messaggi indicano le condizioni meteorologiche in modo codificato nell'aeroporto ogni 30 minuti (60 minuti a seconda dell'aeroporto). Sono codificati i seguenti parametri:

  • Giorno e ora
  • Direzione e velocità del vento
  • Visibilità
  • Tempo sensibile
  • Base e estensione delle nuvole
  • Temperatura e punto di rugiada
  • Pressione ridotta al livello del mare
  • Tendenza per le prossime due ore

Ecco ad esempio il METAR del 2 gennaio 2024 alle 12:20 UTC (021220Z):

021220Z 24012KT 9999 -RA FEW015 BKN025 07/05 Q1012 NOSIG

  • 24012 KT: vento medio di 12 nodi (22 km/h) da sud-ovest (240°)
  • 9999: visibilità pari o superiore a 10 km
  • -RA: pioggia debole
  • FEW015 BKN025: qualche nuvola a 1500 piedi sopra l'aeroporto e nuvole estese a 2500 piedi
  • 07/05: temperatura di 7 °C con punto di rugiada di 5 °C
  • Q1012: pressione di 1012 hPa
  • NOSIG: nessun cambiamento significativo previsto nelle prossime 2 ore