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Il Nord America, uno scivolo di aria fredda

MeteoSvizzera-Blog | 22 gennaio 2025

La potente ondata di aria fredda che sta interessando gran parte del Nord America a est delle Montagne Rocciose non è solo un “incidente meteorologico”, né una novità assoluta. In questo caso, la particolare geografia del continente detta la traiettoria delle masse d'aria e facilita gli scambi termici tra l'Artico e i tropici.

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Afflusso di aria artica ai tropici

L'aria proveniente direttamente dall'Artico ha fatto irruzione fino alle calde acque del Golfo del Messico e raggiunge la costa oltre Tampico in Messico, cioè a sud del Tropico del Cancro. Lungo il Golfo si sono verificate nevicate record, in particolare a New Orleans e nel Nord della Florida. Ad esempio, sono stati misurati 20 cm di neve fresca a New Orleans, un record dal 1948, e 22 cm a Milton, nel nord della Florida.

Un'aria di déjà vu

Sebbene le nevicate siano eccezionali in alcuni luoghi, come la Louisiana e la Florida, e di tanto in tanto si registrino temperature fredde da record, flussi di aria fredda di questo tipo non sono affatto fuori dal comune in questa parte del mondo. Basta tornare al febbraio 2021 per trovare un flusso di aria artica (definito storico) che ha raggiunto non solo gli Stati Uniti meridionali, ma anche il Messico. Basta poi tornare al gennaio 2014 per trovare una significativa ondata di freddo nel Golfo del Messico, con nevicate fino alla Louisiana (10 cm a Jena). Sì, è giusto dire che il Nord America, a est delle Montagne Rocciose, è soggetto a queste intempestive irruzioni di aria gelida dal Canada settentrionale.

Va notato che quando quest'aria molto fredda entra in contatto con l'aria calda subtropicale, si formano intense perturbazioni che causano nevicate e piogge congelantesi diffuse. È proprio quello che è successo lungo la costa del Golfo del Messico, dalla Louisiana alla Florida.

Corridoio d'aria fredda in inverno

Ma perché questi flussi di aria fredda sono così comuni in Nord America e a latitudini così basse?

Se si esaminano tutti i casi di una certa entità, una cosa appare chiara: i flussi di aria fredda si verificano molto spesso a est delle Montagne Rocciose, mentre la parte occidentale del Nord America è interessata molto meno spesso e in misura minore. Questa differenza non è dovuta al caso, ma è dettata dal rilievo continentale. A differenza dell'Europa, dove le principali catene montuose corrono in senso latitudinale (ovest-est), le catene montuose nordamericane corrono in senso longitudinale (nord-sud). Queste imponenti barriere montuose alterano profondamente il flusso delle masse d'aria. Il flusso occidentale che generalmente si osserva a queste medie latitudini è fortemente perturbato. Come se non bastasse, il continente nordamericano è molto esteso a nord, con una vasta zona continentale sopra l'Artico canadese. In inverno, in questa regione, non ci sono distese marine significative per temperare l'intenso raffreddamento stagionale. Di conseguenza, si formano grandi masse d'aria gelida, in attesa di sfondare verso sud.  La barriera delle Montagne Rocciose funge da vero e proprio toboga per queste masse d'aria fredda, facilitandone lo scivolamento verso sud. Quando quest'aria fredda si scontra con i rilievi più bassi della catena degli Appalachi, l'aria fredda dello strato inferiore viene deviata lungo le valli dell'Ohio e del Mississippi, per finire nel Golfo del Messico. Si tratta quindi di una sorta di imbuto gigante che dirige l'aria gelida verso le acque calde del Golfo del Messico.

In alcuni casi, l'aria fredda può raggiungere senza ostacoli la penisola dello Yucatan e Cuba, ma il suo transito sulle acque calde del Golfo del Messico modera almeno in parte la massa d'aria artica.

Corridoio d'aria calda in estate

In estate, questa stessa configurazione geografica facilita la risalita di aria tropicale verso nord e gioca un ruolo fondamentale nell'innescare violenti temporali e tornado. Ne riparleremo in un prossimo blog.