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È urgentemente necessaria una protezione coerente del clima

MeteoSvizzera-Blog | 08 novembre 2024
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Le temperature sono già aumentate in modo significativo rispetto all'epoca preindustriale: in Austria di 2,9 gradi, in Svizzera di 2,8 gradi. In Germania gli ultimi 10 anni sono stati di 2,3 gradi più caldi rispetto a quando sono iniziate le misurazioni sistematiche. E anche il 2024 conferma questa tendenza. Con una protezione coerente del clima, gli effetti negativi del cambiamento climatico potrebbero essere mitigati in modo significativo nei prossimi decenni.

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Autorità federali svizzereAutorità federali svizzere

In occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP-29 tutt’ora in corso a Baku nell’Azerbaigian, MeteoSvizzera, GeoSphere Austria e il Servizio meteorologico tedesco stanno trattando alcuni temi centrali sul clima del passato e del futuro in Svizzera, Austria e Germania:

I dieci anni più caldi dall’inizio delle misurazioni si sono verificati nel passato recente

Dall'epoca preindustriale (ovvero il periodo 1881-1910), la temperatura media annua in Austria è aumentata di 2,9 gradi, in Svizzera di 2,8 gradi. In Germania negli ultimi dieci anni la temperatura si è attestata 2,3 oltre la media del periodo 1881-1990.

Dal 2000, in Austria, in Germania e in Svizzera, quasi ogni anno è stato tra i più caldi dall’inizio delle misurazioni. Anche il 2024 non fa eccezione, confermando la tendenza verso un clima sempre più caldo, attestandosi in tutti e tre i Paesi di nuovo tra gli anni più caldi dall’inizio delle misurazioni.

Il riscaldamento climatico sta già mostrando un impatto significativo

Il riscaldamento degli ultimi decenni sta già mostrando un impatto significativo in diversi ambiti della vita di tutti giorni.
Ecco alcuni esempi:

  • La canicola è sempre più frequente e intensa: negli ultimi decenni, in Germania, Austria e Svizzera, il numero di giornate tropicali (giorni con una temperatura massima di almeno 30 gradi) è raddoppiato o quadruplicato.
  • ​​​​​Alle basse quote sempre meno neve: a causa del riscaldamento climatico, a basse quote le precipitazioni cadono più frequentemente sottoforma di pioggia, mentre la neve caduta fonde più rapidamente. Ad alta quota (sopra i 2000 m s.l.m.), la quantità di precipitazioni in inverno ha un'influenza maggiore sull’innevamento rispetto alla temperatura, in quanto a queste quote, malgrado il riscaldamento globale, le temperature sono ancora sufficientemente basse per permettere precipitazioni nevose significative.

    In Austria , negli ultimi 90 anni si riscontra un calo del 30% del numero di giorni con manto nevoso, come per esempio si osserva a Vienna, Innsbruck e Graz.

    La stessa tendenza la si osserva anche sull’Altopiano svizzero, con un calo del numero di giorni con manto nevoso compreso tra il 25 e il 35 per cento negli ultimi 90 anni. Il calo principale si osserva tuttavia a partire dalla fine degli anni '80, in corrispondenza con un marcato riscaldamento nei mesi invernali. Poco dopo il 2000, l'Altopiano svizzero ha vissuto inverni temporaneamente più nevosi. Negli ultimi anni, tuttavia, la tendenza si è di nuovo invertita manifestandosi con una notevole scarsità di neve.

    Anche in Germania il numero medio di giorni con manto nevoso è diminuito. A Monaco di Baviera, ad esempio, oggi si osservano in media circa 9 giorni di neve in meno rispetto all'inizio del XX secolo, a Berlino il calo è di 10 giorni rispetto alla media del periodo 1951-1980. Tuttavia, a questa tendenza si sovrappone una marcata variabilità naturale. Nel recente passato, si sono verificati anche alcuni inverni nevosi in tutto il Paese, in particolare quelli del 2009/10 e del 2012/13.
  • In molte regioni gli eventi con forti precipitazioni stanno diventando sempre più frequenti e intensi: in aria più calda è presente una maggiore concentrazione di vapore acqueo, favorendo il verificarsi di precipitazioni più intense. E ciò aumenta a sua volta anche la probabilità di locali inondazioni, colate di fango o frane.

    In Austria, un'analisi basata su dati osservati, mostra che in estate e in autunno il numero di giorni con precipitazioni intense è aumentato e i giorni con poche precipitazioni stanno diventando più rari. In particolare, dagli anni ’60 il numero di giorni con piogge estreme è aumentato del 30% in estate e del 40% in autunno.

    Considerando gli ultimi 120 anni di misure, in Svizzera fino all'inizio degli anni 1980 le precipitazioni giornaliere e plurigiornaliere hanno fatto registrare un aumento significativo, mentre negli ultimi ca. 40 anni si osserva un calo. Le tendenze a lungo termine sono comunque per lo più positive, con un aumento dell’11% per l’intensità e una frequenza del 25% maggiore per le precipitazioni intense giornaliere. Un’analisi degli gli eventi a breve termine per il periodo 1981-2023 mostra in estate un aumento dell'intensità delle precipitazioni, ma nessuna variazione della frequenza. Queste tendenze sono influenzate dai cambiamenti climatici e dalle dinamiche atmosferiche.

    In Germania, i cambiamenti nelle precipitazioni intense sono complessi e molto diversi tra le regioni, motivo per il quale non è possibile identificare una tendenza valida per tutto il Paese. Tuttavia, i periodi di 12 mesi da luglio 2023 a giugno 2024 e da ottobre 2023 a settembre 2024 sono stati entrambi i periodi di 12 mesi più piovosi in Germania dall’inizio delle misurazioni. Le precipitazioni estese e persistenti hanno dato origine a inondazioni su vasta scala in varie regioni della Germania.
  • Il riscaldamento climatico aumenta la probabilità di siccità: oltre alle precipitazioni, anche la temperatura gioca un ruolo importante per la siccità. Più è caldo, più umidità evapora dal terreno. Inoltre, le temperature più elevate prolungano la stagione vegetativa e quindi il periodo durante il quale la vegetazione assorbe acqua dal terreno.

    Gli studi per  la Germania indicano una diminuzione dell'umidità del suolo, soprattutto nella stagione vegetativa principale, ovvero in primavera e in estate.

    In Austria , il bilancio climatico idrico (il bilancio tra le precipitazioni e l'evaporazione) è diventato più negativo, favorendo condizioni più siccitose nel semestre estivo, soprattutto nelle regioni orientali e settentrionali del Paese.

    In Svizzera le misurazioni effettuate, ad esempio, a Berna mostrano che gli ultimi dodici anni durante la stagione vegetativa sono stati tutti più secchi rispetto alla media pluriennale. Ciò rappresenta l’unico periodo così lungo nell’intera serie di misure dal 1864. La persistente e spesso pronunciata siccità estiva che si riscontra negli ultimi anni in Svizzera è una conseguenza delle estati sempre più calde che portano a una sempre maggiore evaporazione in tutto il Paese.

Solo una protezione coerente del clima può rallentare gli sviluppi negativi

È molto probabile che queste tendenze continuino nei prossimi decenni. Resta da vedere quanto saranno gravi i cambiamenti. In caso di misure di vasta portata per ridurre le concentrazioni di gas serra, come previsto dall'accordo di Parigi sul clima del 2015, un ulteriore riscaldamento potrebbe essere mitigato in modo significativo, e con esso anche gli ulteriori effetti saranno significativamente più piccoli. Ogni decimo di grado di riscaldamento evitato conta per ridurre al minimo le conseguenze negative.

Sviluppo attuale previsto diversi decenni fa

Gli effetti del riscaldamento globale, che sono già stati misurati e osservati, sono stati previsti in linea di principio dai modelli climatici alcuni decenni fa.

Il riscaldamento attualmente osservato si colloca addirittura nella parte superiore dei calcoli dei modelli climatici, soprattutto in Austria, ma anche in Germania e Svizzera (vedi figure). Secondo le conoscenze attuali, sono le misure di controllo dell'inquinamento atmosferico necessarie dagli anni '80 (meno aerosol di origine antropica) e una diminuzione della copertura nuvolosa a partire dagli anni 2000 che hanno ulteriormente intensificato il riscaldamento in Europa. Questi processi non sono ancora stati sufficientemente presi in considerazione in alcuni modelli climatici.

Indipendentemente da ciò, dalle simulazioni del modello si possono ricavare due possibili sviluppi per i prossimi decenni:

  • Con le emissioni incontrollate di gas serra in tutto il mondo (scenario RCP 8.5), il clima in Austria, Germania e Svizzera si riscalderà di altri 1,5-4,5 gradi entro il 2100 e sarà quindi di 4,0-7,5 gradi al di sopra del valore del periodo preindustriale. Ciò avrebbe effetti enormi, tra cui un ulteriore aumento dello stress termico, una minore quantità di neve a bassa quota ed eventi più intensi con forti precipitazioni.
  • Con una protezione coerente del clima a livello globale (rispetto degli obiettivi climatici di Parigi, scenario RCP 2.6), il riscaldamento e i relativi effetti potrebbero stabilizzarsi appena al di sopra del livello attuale.

Ad esempio, in Austria, il valore attualmente ancora estremo di 40 giorni tropicali (cioè con temperatura massima uguale o superiore ai 30 °C) all'anno a basse altitudini sarebbe la norma entro il 2100. I record sarebbero quindi compresi tra 60 e 100 giorni tropicali all'anno, cosa attualmente ancora del tutto inimmaginabile.

In Germania, alla fine del 21° secolo, ipotizzando che le emissioni di gas serra continuino a essere incontrollate, il numero di giorni tropicali in Germania aumenterebbe in media fino a 28 giorni e in gran parte della Germania ci si può aspettare più di 40 giorni tropicali all'anno.

Presso il sito di misurazione di Zurigo, si prevede che entro la fine del secolo il numero medio di giorni tropicali senza protezione del clima aumenterà dagli attuali 8-9 fino a 27-57 giorni all'anno.

Quando si tratta di protezione del clima, il contributo di tutti i paesi conta

Al fine di limitare gli effetti negativi del riscaldamento globale, le emissioni di gas serra di origine antropica devono essere ridotte in misura tale che la concentrazione di gas serra nell'atmosfera non aumenti ulteriormente. Tutti i paesi devono contribuire a questo scopo, compresi la Germania, l'Austria e la Svizzera.

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