Condizioni durante il periodo di fusione
Con l’avvento della primavera, a seguito del rapido aumento della radiazione solare e del conseguente netto rialzo delle temperature in tutto l'Artico, i ghiacci hanno iniziato a fondere, ritirandosi tuttavia a un ritmo inizialmente in linea con la media degli ultimi dieci anni (vedi fig. 1). Nel mese di giugno si è sviluppata nell'Artico centrale una robusta e persistente zona di alta pressione, che ha favorito l’assenza prolungata di nubi e che si è tradotta in una maggiore radiazione solare. Di conseguenza, la fusione stagionale dei ghiacci ha subìto nei mesi estivi un'accelerazione significativa, tanto che alla fine di luglio, lungo la costa siberiana e nel Mare di Beaufort, la superficie ricoperta di ghiaccio era già molto esigua. Solo nel Mare della Siberia orientale (attorno all'isola di Wrangel) il ghiaccio, come già osservato anche negli ultimi tre anni (2021-2023), si è conservato più a lungo. Infatti, il Passaggio a Nord-Est si è liberato dai ghiacci solo a metà agosto, mentre il Passaggio a Nord-Ovest era già navigabile alcune settimane prima.
Nel mese di agosto, le temperature e la velocità del vento sono state leggermente inferiori alla media, ad eccezione del Mare di Kara (nella Siberia nordoccidentale) e del Mare di Wandel (situato a nordovest della Groenlandia). La deriva dei ghiacci meno marcata del solito e le basse temperature registrate potrebbero aver limitato il ritiro dei ghiacci fino alla prima settimana di settembre.
Tuttavia, le misurazioni satellitari mostrano anche quest'anno una temperatura superficiale delle acque artiche libere da ghiaccio molto elevata rispetto alla media, un fenomeno questo che si osserva comunque da svariati anni a questa parte in modo sistematico e regolare (vedi fig. 4).