Piogge soprattutto nella prima parte della stagione
Mediata su tutto il versante sudalpino, la pioggia mensile di giugno è risultata pari al 115 % della media pluriennale, tuttavia con grandi differenze regionali: mentre lungo le Alpi, fra la Val Bedretto e l’Alto Moesano, è piovuto fino al 140 –170 % della norma 1991-2020, e alcune stazioni hanno registrato uno dei dieci mesi di giugno più piovosi dall’inizio delle misure, sul Sottoceneri il totale mensile è risultato localmente inferiore alla media pluriennale. In luglio e in agosto le piogge sono state invece piuttosto scarse, ma ancora una volta con alcune eccezioni. Mentre in giugno sul Ticino meridionale è piovuto più di due volte e mezzo il quantitativo medio mensile e le vallate meridionali dei Grigioni hanno registrato valori di poco superiori alla norma, nel Locarnese è caduta solo la metà della precipitazione normalmente attesa. I temporali di agosto hanno fatto accumulare nel Grigioni italiano e sul Ticino centro-settentrionale fra il 25 e il 60 % della norma, mentre a Lugano è stato raggiunto il 72 % della media; a Stabio, tuttavia, non si è superato il 18 % della norma.
L’estate delle alluvioni
Come ampiamente riportato dai media e anche nei vari contributi di questo blog, la prima parte dell’estate è stata caratterizzata da alcuni eventi di precipitazioni molto intensi con conseguenze importanti. Per quanto riguarda il versante sudalpino, gli eventi principali sono stati tre: il 21 giugno nel Moesano, il 29-30 giugno sull’Alta Valle Maggia, il 7 luglio nel Mendrisiotto.
Il 21 giugno il versante sudalpino è stato interessato da alcune linee temporalesche mobili che si spostavano velocemente da sud-sudovest a nord-nordest. Nel Moesano, la regione più colpita, gli accumuli hanno superato i 100 mm: in 24 ore la stazione di Grono ha misurato 124,2 mm, la stazione AXPO presso il Lago d’Arbola 143,1 mm. Per quanto riguarda l’accumulo giornaliero di Grono, si tratta del tredicesimo valore più elevato per questa stazione dall’inizio delle misure nel 1901, corrispondente ad un tempo di ritorno di circa 10 anni. Le precipitazioni più intense sono cadute in realtà in circa due ore. Su questo intervallo di tempo Grono ha misurato 82,3 mm, le stazioni AXPO del Lago d’Arbola e di Roggiasca rispettivamente 107 e 95,7 mm. Anche gli accumuli orari più elevati sono stati ingenti: Grono 63,7 mm (periodo di ritorno di 10-20 anni), Lago d’Arbola 60,7 mm, Roggiasca 53,9 mm. A Grono, sono caduti più di 30 mm in 30 minuti, evento molto raro per le vallate alpine. Queste forti precipitazioni sono cadute su un territorio sul quale a partire dall’inizio della primavera era già caduta molta pioggia, circa il 130 % circa della precipitazione media 1991-2020, e l’innevamento della stagione invernale era stato molto abbondante. Gli effetti delle forti piogge sono stati devastanti, come colate detritiche di grandi dimensioni e danni di vario tipo; purtroppo vi sono state anche alcune vittime e dispersi.
A meno di dieci giorni dall’alluvione della Mesolcina, le forti precipitazioni sono tornate fra il 29 e il 30 giugno a colpire la Svizzera italiana. L’Alta Vallemaggia è risultata la regione più colpita, con accumuli che hanno superato i 120 mm e localmente perfino i 200 mm. L’epicentro delle precipitazioni è stato sulla zona di Bignasco, fra Cevio e Lavizzara, dove si sono toccati i 250 mm. A Cevio l’accumulo massimo su 60 minuti è risultato pari a 46,5 mm, un valore che statisticamente ha un periodo di ritorno di 10 anni circa. La vicina stazione di misura cantonale di Bignasco ha invece misurato un massimo orario di 56,8 mm. A livello strettamente meteorologico si è trattato di un evento che per queste due località non risulta essere particolarmente eccezionale, avvenendo mediamente ogni 10-20 anni. Tuttavia, l’accumulo elevato di pioggia oraria, compreso fra 50 e 60 mm, ha interessato una regione vasta qualche decina di chilometri quadrati, pertanto il periodo di ritorno di questo evento è probabilmente superiore a quello menzionato. Tale considerazione è probabilmente valida anche per le forti piogge della Mesolcina. Gli effetti sul territorio sono stati marcati anche in questo caso, soprattutto fra Valle Bavona e Lavizzara. Anche in questo caso si sono verificate colate detritiche di grandi dimensioni e purtroppo vi sono state vittime e dispersi.
Il 7 luglio un temporale quasi stazionario ha causato precipitazioni molto intense nel Mendrisiotto: la stazione di Coldrerio ha misurato 57,4 mm sull’arco di 1 ora, 123,6 mm su 3 ore e ben 181,8 mm in 6 ore. Il totale sulle 24 fra le 6 UTC del 7 e le 6 UTC dell’8 luglio è stato di 185,7 mm, secondo valore più elevato per questa stazione attiva dal 1919 corrispondente ad un tempo di ritorno di 30 – 50 anni. La vicina stazione di Stabio ha invece misurato 139,7 mm su 6 ore, valore atteso statisticamente ogni 20-30 anni.
Anche il 12 luglio sul Mendrisiotto sono state registrate abbondanti precipitazioni: di primo mattino in poche ore sono caduti fra i 30 e poco meno di 90 mm, con un massimo in Valle di Muggio. Molto intense anche le piogge sul breve periodo: a Stabio, ad esempio, in 20 minuti sono caduti oltre 30 mm. Il 12 luglio non è stato solo il Mendrisiotto ad essere stato interessato dalle forti piogge. Nel pomeriggio alcuni temporali hanno interessato un po’ tutte le regioni. La stazione di Magadino /Cadenazzo ha misurato 37,1 mm su dieci minuti, nuovo primato di pioggia su questo periodi di tempo per quel che riguarda il sud delle Alpi. Sono stati segnalati anche chicchi di grandine di medie dimensioni, con diametro fino a 2-3 cm.
Poco favonio
L’estate 2024 è stata anche caratterizzata da un numero esiguo di eventi favonici. A Poschiavo, località sudalpino che mostra il maggior numero di ore di favonio, durante l’estate 2024 sono state registrate meno di 200 ore di vento da nord. Si tratta del valore più basso della serie di misurata iniziata tuttavia solamente nel 2008.