L’età del ghiaccio
Come appena esposto, l'estensione del ghiaccio artico varia notevolemnte con la stagione. Durante il periodo di fusione, tra aprile e settembre, una parte considerevole dei ghiacci artici fonde, mentre alcune superfici restano ricoperte di ghiaccio. Questo ghiaccio si conserva di conseguenza anche nella stagione successiva: in questo caso si parla di ghiaccio pluriennale.
Nello studio dei ghiacci polari, l’età del ghiaccio rappresenta un parametro importante e si differenzia quindi tra il ghiaccio di un anno e il ghiaccio che ha due o più anni. Analizzando i rilevamenti effettuati negli ultimi 40 anni, si nota come le superfici di ghiaccio pluriennale si siano ridotte in modo considerevole.
Negli anni ’80, all’inizio della stagione di fusione il ghiaccio nell’Artico era composto per il 62 % da ghiaccio pluriennale, del quale circa un terzo aveva più di 5 anni. Nel 1985 il 30% del Mare glaciale Artico era ricoperto da ghiaccio vecchio almeno 5 anni. Negli ultimi anni la superficie di ghiaccio vecchia più di 5 anni era inferiore del 5% con una certa variazione tra un anno e l’altro.
Come si presenta la situazione attuale?
L’estensione del ghiaccio nell’Artico, come di consueto in questo periodo dell’anno, sta diminuendo rapidamente. Confrontando l’andamento della sua estensione in questa stagione con il 2023, si nota come negli ultimi 10 giorni la fusione è risultata più rapida rispetto all’anno scorso, avvicinandosi ai minimi per questo periodo dell'anno dall’inizio dei rilevamenti nel 1979.