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Perché le nostre previsioni non sono valide per le regioni vicine alla Svizzera?

MeteoSvizzera-Blog | 03 maggio 2024
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Molti dei nostri affezionati utenti ci seguono dall’Italia settentrionale, in particolare dalla Lombardia e dal Piemonte. Non sempre, però, le nostre previsioni sono valide anche per quelle regioni. Vediamo di capirne il motivo.

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Autorità federali svizzereAutorità federali svizzere

È noto che la meteorologia non conosca confini. Le previsioni meteorologiche, però, purtroppo li conoscono. Infatti l’ufficio federale di meteorologia e climatologia MeteoSvizzera ha il compito di prevedere il tempo e allertare la popolazione per eventi potenzialmente pericolosi all’interno del territorio svizzero. Per le regioni italiane limitrofe, esistono i relativi uffici meteorologici ufficiali.

Mentre le previsioni per località presenti sul nostro sito e sulla nostra app non sono disponibili per l’estero, il nostro bollettino di previsione potrebbe facilmente essere considerato valido anche per le regioni italiane a noi vicine come ad esempio la Valtellina o la Val d’Ossola, oppure le regioni di pianura della Brianza. Spesso la previsione emessa per le nostre regioni può essere estesa anche a quelle zone, ma non sempre; talvolta le condizioni meteorologiche sul versante sudalpino possono essere molto diverse spostandosi solo di pochi chilometri, quindi al di qua o al di là del confine. Il tempo atteso in Svizzera può quindi risultare molto diverso da quello previsto sulle vicine regioni italiane. Ecco alcuni motivi che stanno alla base di queste possibili differenze meteorologiche, con particolare attenzione alle situazioni che generano precipitazioni:

  • Le masse d’aria interagiscono con il territorio, cioè con le montagne, con le pianure, con le vallate, con i laghi, perfino con le città, creando diversi fenomeni meteorologici. Il territorio in cui viviamo è molto diversificato e complesso, pertanto vi sono grandi differenze meteorologiche fra regioni geografiche vicine fra loro, caratterizzate da microclimi molto diversi.
  • Nel caso di situazioni foriere di precipitazioni, la direzione e l’intensità delle correnti in arrivo sui rilievi giocano un ruolo fondamentale nel favorire o nell’inibire la formazione delle idrometeore. Infatti, le precipitazioni risultano più intense laddove il flusso atmosferico incontra quasi perpendicolarmente una catena montuosa. Pertanto una situazione favorevole alle piogge sulla Valtellina non sarà necessariamente favorevole alle piogge anche sul Ticino o sulla Val d’Ossola. Piccole variazioni nella direzione di provenienza delle correnti atmosferiche alle diverse quote possono avere grandi effetti in termini di distribuzione spaziale delle precipitazioni. Spostandosi di pochi chilometri il carattere del tempo può quindi cambiare completamente, soprattutto durante situazioni meteorologiche particolarmente severe.
  • Quando si formano piccole zone di bassa pressione sottovento alle Alpi, la posizione precisa del loro centro determina la direzione di provenienza delle correnti d’aria che andranno ad impattare sulle Alpi. Piccole variazioni nella traiettoria di queste perturbazioni hanno quindi grandi effetti in termini di nuvolosità e precipitazioni (si veda il punto precedente).
  • La larghezza delle Alpi da nord a sud è molto più piccola attraverso il Ticino che attraverso la Lombardia o il Piemonte. Quindi, le correnti da nord raggiungono con più facilità, e quindi più frequentemente, il Ticino rispetto ad esempio alle Prealpi Orobie o Piemontesi. Anche questo può provocare differenze significative nel carattere del tempo, in quanto il vento da nord determina un’atmosfera molto secca e più mite.
  • Le regioni prossime alla pianura padana sono più prone a situazioni in cui l’umidità ristagna. Questo favorisce le nebbie invernali così come l’afa estiva. In inverno la pianura è infatti generalmente più umida e meno soleggiata delle regioni alpine, mentre in estate più soleggiata.
  • Addentrandosi nelle Alpi l’umidità a disposizione per generare i temporali estivi diminuisce, pertanto questi risultano meno intensi che sulle regioni di pianura, anche se spesso più duraturi.
  • Durante le precipitazioni, piccole variazioni di temperatura giocano un ruolo fondamentale nel determinare l’altezza del limite delle nevicate. Nelle vallate più strette, in condizioni di calma di vento o di venti deboli l’aria si raffredda più velocemente rispetto alle vallate più larghe o alle zone di pianura, a causa dell’evaporazione delle idrometeore all’inizio della precipitazione e a causa della fusione dei fiocchi di neve che cadono a temperatura positiva. Inoltre, questo raffreddamento è proporzionale all’intensità delle precipitazioni. Quindi a parità di intensità delle precipitazioni il limite delle nevicate risulterà più basso nelle vallate più strette rispetto alle vallate più larghe e alle zone pianeggianti.
  • Quando si formano zone di bassa pressione sottovento alle Alpi, spesso il richiamo di aria calda da sud è più intenso dal Ticino verso est, con dirette conseguenze sulle temperature in quota e quindi sull'altezza del limite delle nevicate.

Questi sono solo alcuni esempi che mostrano come le previsioni elaborate per il versante sudalpino svizzero non possano sempre essere considerate valide anche per le regioni italiane limitrofe.

Le differenze fra i diversi microclimi della regione alpina appaiono chiare nelle mappe climatologiche, si vedano ad esempio le due mappe sottostanti circa la distribuzione della precipitazione media annuale (figura 2a) e del massimo annuale della precipitazione giornaliera (figura 2b).

Terminiamo con il rimando alle pagine dei bollettini meteorologici di Lombardia e Piemonte.