Più vicino alla superficie, i venti sono abbastanza calmi, dell'ordine di pochi chilometri all'ora. Tuttavia, grazie all'alta densità dell'atmosfera (6% della densità dell'acqua), questi venti agiscono come una lenta corrente marina, in grado di spostare oggetti leggeri. Nelle nubi venusiane si forma una "pioggia" di acido solforico. Queste precipitazioni non raggiungono mai la superficie; formano le cosiddette "virga", cioè evaporano prima di raggiungere il suolo.
Un passato vulcanico turbolento
Sebbene il passato di Venere non sia del tutto noto, alcuni indizi fanno pensare che in precedenza le condizioni fossero più miti. Potrebbe addirittura esserci stata acqua liquida sulla superficie fino a circa 750 milioni di anni fa. In quel periodo, una fase di vulcanismo molto intenso avrebbe completamente rimodellato la superficie del pianeta e rilasciato grandi quantità di CO2 e zolfo nell'atmosfera. L'aumento di CO2 avrebbe potenziato notevolmente l'effetto serra, trasformando un pianeta potenzialmente abitabile nell'"inferno" che vediamo oggi. Su Venere sono visibili numerosi vulcani e gli studi suggeriscono che l'attività vulcanica sia ancora in corso.
Questa ipotesi sulla storia di Venere non è l'unica. Esistono altre ipotesi, come l'aumento della radiazione solare che ha portato al riscaldamento globale, il quale a sua volta ha provocato una retroazione che ha portato l'effetto serra fuori controllo.