Il mattino seguente mi sono svegliato ben prima delle prime luci dell’aurora, sapendo che l’avventura non sarebbe stata completa senza la salita al “Piquinho”, un cono alto un centinaio di metri che determina la vera e propria vetta al bordo orientale del cratere; in cima ci sono alcune fumarole che permettono di osservare l’alba al caldo, cosa apprezzata nel mese di marzo; fortunatamente avevo anche un thermos di tè caldo…
Dopo quest’ennesimo spettacolo, una veloce colazione e aver smontato il campeggio, ho intrapreso la discesa a passo svelto per raggiungere la capanna e bermi un meritato caffè latte (o galão, come viene chiamato in Portogallo). Con mia sorpresa mi è anche stato consegnato un certificato di ascesa (vista la scarsità di montagne in zona la cosa viene presa molto sul serio)! Dopodiché ho ripreso il mio cammino, zaino in spalla, per poter continuare l’esplorazione della bellissima e selvaggia isola di Pico.