Le precipitazioni si sono concentrate all’inizio del mese, in particolare fino al giorno 10 marzo, e poi si sono ripresentate nuovamente alla fine del mese, dal giorno 26 in poi; esse sono state causate da situazioni di sbarramento da sud particolarmente intense che hanno prodotto accumuli giornalieri fino a oltre 100 mm. In particolare la somma delle precipitazioni del 31 marzo è risultata da primato per il mese di marzo in ben 9 stazioni di rilevamento sudalpine, fra cui San Bernardino (75,2 mm) e Mosogno (163,5 mm) che dispongono di serie di misura lunghe più di 100 anni. A Locarno Monti il totale giornaliero ha raggiungo i 96,6 mm, terzo valore più elevato dal 1883.
Nevicate abbondanti in montagna
Così come in febbraio, anche in marzo vi sono state nevicate abbondanti indicativamente al disopra dei 1400-1600 metri, anche se il limite delle nevicate è sceso talvolta anche più in basso.
La prima situazione di sbarramento è durata dalla sera del 29 febbraio fino alla notte sul 4 marzo e ha interessato in modo particolare il Ticino nordoccidentale, dove oltre i 1600 - 1800 metri circa sono caduti da 1 a 2 metri di neve fresca. Il Grigioni italiano è stato meno toccato, con 20 – 50 cm di neve.
Fra il 9 e il 10 marzo si è verificata la seconda situazione di sbarramento, anch’essa risultata più intensa sul Ticino nordoccidentale dove oltre i 1600 metri sono caduti fino a 70 – 80 cm di neve fresca. A causa dell’intensità delle precipitazioni, il limite delle nevicate durante le ultime ore dell’evento è sceso fin sui fondivalle del Sopraceneri, dove localmente si sono accumulati da 5 a 10 cm di neve fresca.
Fra il 26 e il 27 marzo la neve è tornata ad imbiancare le montagne sudalpine, con accumuli di 60-80 cm al di sopra dei 1600-1800 metri circa, ma ancora una volta il raffreddamento dovuto alla forte intensità delle precipitazioni ha fatto calare a tratti il limite delle nevicate fin sui fondivalle del Sopraceneri, come ad esempio sulla parte alta della Valle Maggia e della Riviera.
L’ultima situazione di sbarramento, iniziata il 29 marzo e proseguita fino al primo aprile, ha generato nevicate abbondanti solamente al di sopra dei 1800-2000 metri. Oltre queste quote nel Ticino nordoccidentale si sono accumulati da 150 a 200 cm di neve fresca, localmente fino a oltre 250 cm. Poiché alle quote delle stazioni di misura manuali è piovuto per la maggior parte dell’evento, è difficile classificare questi accumuli da un punto di vista climatologico. Grazie all'SLF, possiamo comunque dedurre che negli ultimi 25 anni circa, cioè da quando sono disponibili i dati delle stazioni IMIS, altezze della neve fresca di 230-270 cm in 6 giorni sono state superate solo in due occasioni, nel maggio 2002 e nel novembre 2018. Alla fine dell’evento l'altezza della neve era fino a due volte superiore alla norma del periodo e il primo aprile molte stazioni IMIS hanno stabilito nuovi record giornalieri di neve fresca e di altezza neve totale al suolo. Nelle regioni a est della Leventina, includendo la valle di Blenio, l’Alto Moesano, la Val Bregaglia e la Valposchiavo, gli accumuli sono stati dell'ordine di 70-100 cm. Alle quote più basse del Ticino e nel Moesano le piogge sono state abbondanti con quantitativi che nell'arco di 48 ore sono stati compresi tra 150 e 250 mm, tra 80 e 140 mm nelle restanti regioni del Sopraceneri e su parte del Luganese come pure in Val Bregaglia.