Ambito dei contenuti

Ancora tanta neve in montagna, ancora forte favonio a nord delle Alpi

MeteoSvizzera-Blog | 29 marzo 2024
8 Commenti

Ci attende una Pasqua grigia e piovosa, a causa dell’ennesima situazione di sbarramento che a sud delle Alpi è già cominciata. In montagna, indicativamente sopra i 1800-2000 metri, arriverà ancora tanta neve, entro lunedì a mezzogiorno localmente anche più di un metro e mezzo di neve fresca. Nelle vallate nordalpine, invece, soffia e soffierà ancora forte il favonio. Vediamo nel dettaglio che cosa sta accadendo.

  • Tempo

Piè di pagina

Navigazione top bar

Autorità federali svizzereAutorità federali svizzere

Pasqua dal carattere natalizio in montagna. La nuova situazione di sbarramento, che dal punto di vista meteorologico analizzeremo più in basso, porterà ingenti quantitativi di neve nelle Alpi, indicativamente sopra i 1800-2000 metri.

Le precipitazioni iniziate venerdì mattina si intensificheranno a partire dal pomeriggio di sabato. Dalla Valle di Saas alla regione del Sempione fino all'Obergoms, così come fra l'alta Valle Maggia e l'alto Moesano, da sabato a lunedì pomeriggio sono previsti quantitativi di precipitazione da 100 a 160 mm, localmente fino a oltre 200 mm. Nelle regioni limitrofe a nord della dorsale alpina principale, sulle valli meridionali dei Grigioni, l'Alta Engadina e la regione dell'Aletsch, Arolla e l'alta Mattertal, sono previsti da 80 a 140 mm.

Come mostra l’immagine sottostante, la previsione d’insieme del modello ICON-CH-2-EPS mostra che questo scenario è abbastanza sicuro, nonostante alcuni membri del modello prevedano quantitativi leggermente superiori a quelli menzionati sopra. Alcune previsioni indicano addirittura più di 300 mm di precipitazione per le zone più colpite. Un’incertezza nei quantitativi attesi non particolarmente marcata è tipica delle situazioni di sbarramento non dominate dalla convezione, come invece capita d’estate quando i singoli membri prevedono le linee convettive su regioni diverse fra loro.

Il limite delle nevicate oscillerà tra i 1200 e i 2100 metri. Al di sopra dei 1800-2000 metri sono attesi da 100 a 150 cm di neve fresca: è stata pertanto emessa un'allerta di livello 4 per la fascia che va dall'alta Valle di Saas all'alto Moesano. Nelle altre regioni al di sopra dei 1600-2000 metri sono attesi da 80 a 110, localmente fino a 130 cm di neve fresca, corrispondenti ad un'allerta di livello 3 per forti nevicate.

Dato che a tratti la neve sarà piuttosto bagnata fino a oltre 2000 metri di quota, i quantitativi di precipitazione menzionati sopra non si tramuteranno uno a uno in centimetri di neve, ma saranno leggermente inferiori. Fra sabato alle 12 e lunedì alle 12 sull’Alto Ticino e sull’Alto Moesano oltre i 1400 metri sono attesi da 15 a 30 cm di neve bagnata, sopra 1800 metri da 70 a 120 cm, sopra 2000 metri da 100 a 150 cm. Spostandosi verso le vallate meridionali dei Grigioni e l’Alta Engadina i quantitativi saranno un po’ più bassi e il limite delle nevicate un po’ più alto: sopra 1600 metri cadranno da 20 a 40 cm, sopra 2000 metri da 70 a 110 cm.

In montagna c’è già tanta neve

Le nevicate attese si depositeranno su un manto nevoso già ben presente in montagna, grazie alle ultime situazioni di sbarramento da sud che sono risultate piuttosto marcate. Nella maggior parte delle regioni alpine, l’altezza della neve presente al suolo è già ben superiore alla media 1991-2020, in particolare alle quote più elevate.

Sbarramento prolungato

Vediamo ora qualche dettaglio meteorologico. La causa delle forti precipitazioni attese nei prossimi tre giorni è da ricercare in una prolungata situazione di sbarramento da sud. In altre parole, i venti umidi meridionali continueranno a soffiare per tre giorni verso le Alpi, contro le quali verranno forzati a salire scaricando l’umidità contenuta nella massa d’aria. Le animazioni sottostanti mostrano che questa situazione è dovuta ad una vasta zona depressionaria sull’Europa occidentale che si sposterà solo lentamente verso est. L’arrivo di aria più fresca da ovest nel corso di sabato pomeriggio e in modo più deciso lunedì mattina potrà anche causare qualche fenomeno convettivo, in altre parole alcuni temporali soprattutto sulla pianura padana e sulla fascia prealpina.

Andando ad analizzare la circolazione atmosferica su scala più piccola, i radiosondaggi rendono bene l’idea del trasporto di umidità che sta alla base delle precipitazioni attese. Qui sotto vi presentiamo grafici per i più esperti, che in sostanza rappresentano il profilo verticale di temperatura, umidità e vento dal suolo fino a oltre 10 km. Il primo grafico mostra il radiosondaggio effettuato oggi a Novara Cameri alle 12 UTC (in nero) e quello previsto domani alle 18 UTC (in blu). Le barbule mostrano come siano presenti venti dal settore sud a tutte le quote, mentre la parte destra del grafico mostra che la velocità del vento sarà piuttosto forte già a partire da 2 chilometri di quota (circa 800 hPa) dove si toccheranno anche domani i 30 nodi. A quote superiori, versoi 4 – 5 km, domani si raggiungeranno anche i 50 nodi di vento da sudovest. La parte sinistra del grafico mostra invece il profilo di temperatura e temperatura di rugiada, che domani saranno piuttosto simili fino in alta quota, segnale di un’atmosfera satura carica di umidità che sarà sospinta contro le Alpi producendo le precipitazioni. Il radiosondaggio previsto invece per lunedì alle 09 UTC mostra invece un certo calo termico al di sotto dei 500 hPa (circa 5500 metri), per l’arrivo di aria più fredda che andrà ad aumentare l’instabilità della massa d’aria. In compenso, il vento da sud sarà un po’ meno intenso. Per questo motivo nella mattinata di lunedì si potrà sentire anche qualche colpo di tuono, non escluso nemmeno sabato sera quando arriverà sulle nostre regioni un primo impulso di aria più fresca.

Non solo forti nevicate, ma anche forti venti

La situazione meteorologica è caratterizzata anche da forti venti di favonio nelle vallate nordalpine. Il favonio ha cominciato a soffiare nella notte su venerdì e ha già raggiunto velocità di 90 – 130 km/h. Sulla cresta alpina i venti da sud hanno toccato i 110-130 km/h.

La tempesta di favonio sulle Alpi e al Nord proseguirà fino a lunedì mattina. Nelle vallate nordalpine si prevedono ancora raffiche da 90 a 120 km/h. Venerdì e sabato il favonio raggiungerà in parte anche le regioni di pianura, tuttavia con raffiche più deboli, attorno a 60 a 90 km/h. Nelle zone esposte, al di sopra dei 1200 metri, sono probabili raffiche da 120 a 150 km/h. La fase più intensa durerà fino a sabato a mezzogiorno. Dopo un temporaneo indebolimento tra sabato sera e domenica a mezzogiorno, è probabile che il favonio aumenti nuovamente nel pomeriggio di domenica e nella notte sul lunedì, prima che un fronte freddo ponga fine a questo evento di favonio lunedì mattina.

Rimanete sempre aggiornati sui pericoli naturali consultando la nostra carta dei pericoli naturali.