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Un previsore in vacanza

MeteoSvizzera-Blog | 20 febbraio 2024
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Ecco quattro fotografie delle vacanze nelle Dolomiti di un nostro previsore. Dato che la passione per la meteorologia non va in vacanza, vi è sempre qualche elemento legato al tempo da immortalare.

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Quando scattiamo le fotografie, ognuno di noi si concentra su elementi ed emozioni particolari che ritiene valga la pena immortalare. Naturalmente è così anche per gli appassionati di meteorologia, per i quali c’è sempre qualcosa che ha a che fare con il tempo che vale la pena ricordare.

Il fascino effimero della neve

Iniziamo con l’immagine di copertina, il panorama verso il Latemar nelle Dolomiti due giorni dopo la nevicate dell’11 febbraio 2024. Fra le foto che vi presenteremo oggi, l’interpretazione di questa è probabilmente la più comune: l’autore ha voluto immortalare la bellezza del paesaggio dolomitico ammantato di bianco. La nevicata era già terminata da due giorni e le temperature molto miti per il periodo ne causavano la marcata fusione.

I danni della tempesta

Il soggetto della foto sottostante non è invece la neve, ma i danni provocati alla foresta dalla tempesta Vaia di fine ottobre 2018. Nella mente dell’autore il pensiero è subito corso a quella tremenda e piccola depressione, fenomeno del tutto eccezionale e proprio per questo scientificamente interessante. Chissà che velocità avrà raggiunto il vento su quel versante per abbattere tutti gli alberi, chissà come si è formata una depressione così profonda come quella che ha cambiato i panorami. Nella mente del previsore quest’immagine già evoca cartine sinottiche in grado di dare delle risposte a queste domande, con un misto di stupore per qualcosa che forse si riteneva irrealizzabile. Per non parlare dell'interazione del flusso atmosferico con l'orografia, chissà quali rotori si saranno mai formati in grado di abbattere intere foreste anche sottovento alla corrente sciroccale. Ma non solo, sarà questa la nuova normalità climatica che forgerà i paesaggi? Alberi rasi al suolo dal vento di depressioni sempre più intense e versanti brulli a causa di siccità sempre più frequenti e temperature sempre più alte? E poi magari qualche inverno molto nevoso che sui versanti brulli favorirà la formazione di valanghe di neve fradicia? Trasformeremo i para-sassi della foto in para-valanghe?

Cambio di stagione?

Anche l’immagine scattate dal Passo di Costalunga verso sudest mostra uno scorcio di Dolomiti. Al suolo la neve bagnata di una settimana eccezionalmente mite, in cielo altocumuli, cumuli e stratocumuli. In particolare il cumulo in distanza al centro della foto ci ricorda che la stagione calda è alle porte, che le ascendenze tanto importanti nel determinare il tempo sulle Alpi durante i mesi più caldi si stanno rimettendo in moto dopo la (breve) pausa invernale. Uno scatto che sa più di aprile che di febbraio.

Cumuletti

Osservando il cielo dal fondovalle della Val di Fassa, in Trentino, appaiono alcune nubi che in gergo vengono classificate come cumuli. Chiaro, non i cumuli estivi belli gonfi e a forma di cavolfiore, ma solamente cumuli “a brandelli” che si spostano verso sud con il vento. Ed ecco la domanda: che ruolo avranno avuto le montagne attorno alla valle nel favorire la formazione di queste nubi? Si sarebbero formate lo stesso se l’innevamento fosse stato più abbondante senza prati fino a quasi 2000 metri in grado di scaldarsi più rapidamente dei pendii innevati favorendo l’innesco delle correnti ascensionali? E il profilo verticale della temperatura sarà stato determinante per la loro formazione? Un altro segno che la stagione avanza…

E nelle foto delle vostre vacanze, che ruolo gioca la meteorologia?