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Evento di forti nevicate in montagna del 9 e 10 febbraio 2024

MeteoSvizzera-Blog | 21 febbraio 2024
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Una decina di giorni fa le nostre regioni sono state interessate dal passaggio di una perturbazione che ha portato un buon accumulo di neve fresca in montagna e per il quale MeteoSvizzera aveva emesso un'allerta di livello 3.

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In occasione di eventi di maltempo di livello 3 o superiore, procediamo al nostro interno a raccogliere tutte le informazioni che ci permetteranno di ricostruire anche in futuro quanto è effettivamente accaduto a livello meteorologico, anche nell'ottica di un continuo miglioramento delle previsioni. In questo blog condividiamo con voi i principali elementi dell'evento di inizio febbraio.

Contesto meteorologico

Giovedì 8 febbraio l'indebolimento della fascia anticiclonica sul Mediterraneo e l’Europa centrale ha permesso l’avvicinamento di una vasta e complessa zona depressionaria, la quale ha spostato il suo centro al largo delle coste della Cornovaglia. Un fronte caldo, non particolarmente pronunciato sulla regione alpina, è transitato sull’Europa centro-settentrionale. Nel settore caldo, le correnti in quota sulla regione alpina sono così ruotate a sudovest, facendo affluire aria gradualmente più umida e mite di origine marittima in direzione del versante sudalpino. Le prime precipitazioni, intermittenti e ancora piuttosto deboli sono iniziate nella notte tra giovedì 8 e venerdì 9 febbraio.

La situazione di sbarramento sul versante sudalpino è poi perdurata fino a sabato 10 febbraio, dando luogo a precipitazioni frequenti e perlopiù continue. Durante la giornata di venerdì 9 febbraio il passaggio di un’onda secondaria ha rapidamente intensificato le precipitazioni. Nel contempo una marcata diminuzione della pressione al suolo sull’Europa è andata a creare un gradiente barico da sudest che tra la Puglia e la regione alpina ha raggiunto i 18-20 hPa. La corrente sciroccale non è però stata particolarmente marcata con correnti moderate in montagna, praticamente assenti in pianura. Dopo il passaggio di questa prima onda secondaria, le precipitazioni nella notte tra venerdì 9 febbraio e sabato 10 febbraio si sono indebolite, a tratti assumendo un carattere d’intermittenza soprattutto nelle regioni lungo le Alpi. Sul Ticino centrale e meridionale, le precipitazioni sono risultate più persistenti. Sabato mattina alcune stazioni del Sopraceneri situate poco al di sopra dei 2000 metri indicavano già accumuli di neve fresca compresi tra 30 e 50 cm dall’inizio dell’evento.

Già durante il primo mattino di sabato 10 febbraio le precipitazioni si sono riattivate. La causa è da ricercare nell’arrivo di una depressione secondaria piuttosto pronunciata, all'interno del flusso da sudovest a curvatura ciclonica legato alla depressione principale il cui centro si trovava nei pressi dell’Irlanda. L’arrivo di questa struttura barica secondaria ha riattivato le correnti da sud, rinvigorendo la situazione di sbarramento sul versante sudalpino. Aria pressoché satura nei primi 5'000 metri dell'atmosfera e molto umida al di sopra è stata convogliata verso le Alpi.

A partire dal tardo pomeriggio e dalla serata di sabato 10 febbraio la depressione secondaria, indebolendosi, è transitata sulla regione alpina. Nel contempo una nuova depressione secondaria è andata ad approfondirsi sul Mar Ligure e in seguito sull’Italia settentrionale. In questa ultima fase, le correnti sono ruotate gradualmente a est-sudest spostando l’epicentro delle precipitazioni verso le Alpi piemontesi ed indebolendo le precipitazioni a ridosso della cresta alpina principale nel Canton Ticino e nei Grigioni. Nella notte su domenica 11 febbraio un fronte freddo nei bassi strati associato alla depressione principale (centrata presso il Regno Unito) ha gradualmente attraversato la regione alpina determinando una rotazione dei venti in quota ai quadranti occidentali ponendo fine all’afflusso di aria umida sul versante sudalpino. Da notare che durante quest’ultima fase, l’entrata dell’aria fredda nelle vallate superiori ha determinato una cessazione delle precipitazioni nelle regioni più settentrionali del versante sudalpino, mentre sul Ticino centrale e meridionale, con la formazione di convergenze, le precipitazioni sono perdurate ancora per diverse ore.

Il limite delle nevicate è stato molto irregolare sul territorio, ma generalmente compreso tra 1300 e 1700 metri. Durante la seconda parte della notte su sabato 10 febbraio, con l’intensificazione delle precipitazioni, il limite delle nevicate è sceso soprattutto nel Sopraceneri fin verso i 900-1000 metri, con accumuli al suolo già a partire dai 1100 metri. Nel corso della giornata di sabato il limite delle nevicate è poi risalito fin verso i 1200-1300 metri. Nelle restanti regioni esso è invece rimasto generalmente sui 1400-1600 metri durante tutto l’evento.

Allerte

I modelli indicavano il potenziale di questo evento già da qualche giorno. Mercoledì 7.2.2024 è stata dunque emessa una preallerta, confermata con un'allerta di livello 3 il giorno seguente.

Nelle immagini che seguono rappresentiamo una panoramica delle allerte attive durante quei giorni.

Domenica 11 febbraio 2024 alle ore 00.00 tutte le allerte e gli avvisi per nevicate sono stati revocati, mentre l'avviso di livello 2 per forti piogge sul Ticino cnetrale e meridionale è stato revocato domenica alle ore 12.00.

Rilevamenti e misure

Gli accumuli di neve stimati sull'arco di tutto l'evento (72 ore) sono visualizzabili nell'immagine qui sotto. Ben visibile il fatto che la neve al suolo sia rimasta sopra una quota superiore ai 1200 metri, lasciando senza coltre nevosa i fondovalli, anche delle vallate superiori.

Inquadramento climatologico

Per quanto riguarda i periodi di ritorno degli accumuli di neve fresca, l'evento in questione non presenta valori significativi.

Le precipitazioni sono però risultate localmente abbondanti per il mese di febbraio, in particolare nel Sottoceneri. A Morbio Superiore l’accumulo sulle 24 ore (intervallo canonico 6 UTC – 6 UTC) ha raggiunto i 60.1 mm, terzo valore più elevato per il mese di febbraio dall’inizio delle misure nel 1974.
A Stabio e Scudellate gli accumuli sulle 48 ore hanno raggiunto i 106 e i 95.6 mm, valore più elevato, rispettivamente terzo valore più elevato per il mese di febbraio dall’inizio delle misure (1981 e 1974).