In base alle nostre ultime proiezioni fino alla fine dell'anno, la temperatura media nazionale del 2023 risulterà pari a 7,2 °C, valore di 1,4°C superiore alla norma 1991-2020. Il record di 7,4 °C (1,6 °C al di sopra della norma 1991-2020) risale all’anno scorso 2022. Dal periodo preindustriale 1871-1900 all’ultimo trentennio 1994-2023, la temperatura annuale in Svizzera è aumentata di 2,1 °C.
Con una temperatura media di 1,3°C superiore alla norma 1991-2020, l'inverno 2022/23 è stato mite. Si è trattato dell’ottava stagione invernale più mite da quando sono iniziate le misurazioni nel 1864. Sul versante meridionale delle Alpi e in Engadina l'inverno è stato addirittura fra il terzo e il quinto più mite, al Nord localmente il quarto o il quinto.
Alla fine del 2022, l’aria calda di origine subtropicale affluita sul nostro Paese ha fatto registrare temperature massime comprese tra 14 e 16 °C a nord delle Alpi, anche oltre i 17 °C nella Svizzera nordoccidentale e nelle vallate nordalpine interessate dal favonio. I valori più elevati della rete di misurazione di MeteoSvizzera sono stati registrati a Delémont (20,9 °C) e Vaduz (19,3 °C). Per Delémont, si è trattato del secondo valore più alto di dicembre da quando sono iniziate le misurazioni nel 1959. Ad Elm sono stati raggiunti 18 °C, il valore più alto per dicembre nella serie di misurazioni lunga 50 anni. In alcune regioni anche in gennaio sono stati segnati nuovi record. Le temperature più elevate sono state misurate ancora una volta a Delémont con 20,2 °C e a Vaduz con 20,0 °C il 1° gennaio. Per il versante settentrionale delle Alpi, si tratta delle temperature più alte mai registrate in gennaio.
A sud delle Alpi, in Engadina, nel nord e nel centro dei Grigioni le precipitazioni dell’inverno 2022/23 hanno raggiunto tra il 40 e il 65% della norma 1991-2020, dando seguito alla pronunciata scarsità di precipitazioni che al Sud persisteva da due anni. A sud delle Alpi, infatti, per ritrovare precipitazioni mensili superiori alla norma bisognava risalire a febbraio 2021. Nelle restanti regioni, l'inverno ha visto precipitazioni generalmente comprese fra il 70 e il 90% della norma 1991-2020.
Le condizioni miti e le precipitazioni scarse sono state sfavorevoli per il manto nevoso alpino. Ad Arosa, a un'altitudine di circa 1880 m, l'altezza media della neve da dicembre a febbraio ha raggiunto solo i 30 cm. L'ultima volta che è stato registrato un valore altrettanto basso ad Arosa è stato nell'inverno 2016/17.
Sul versante meridionale delle Alpi, in Engadina e nel Vallese, il sole ha brillato quasi ininterrottamente dal 1° al 21 febbraio. A nord delle Alpi c'è stato molto sole dal 7 al 21 febbraio. Nella Svizzera romanda, la durata del soleggiamento ha raggiunto localmente oltre il 180% della norma 1991-2020. Per Ginevra è stato il febbraio più soleggiato da quando sono iniziate le misurazioni nel 1897, con il 191% della norma.
La temperatura media nazionale della primavera è stata di 0,2°C superiore alla norma 1991-2020. Nelle vallate alpine solitamente fredde, come ad Andermatt o a Samedan e Segl-Maria, essa è risultata da 0,9 a 1 °C al di sopra della norma. Per queste zone, si è trattato di una delle dieci primavere più miti da quando sono iniziate le misurazioni nel 1864.
Dopo un mese di marzo mite, la temperatura di aprile è risultata in modo esteso inferiore alla media, dopo sei mesi in cui le temperature mensili erano risultate più elevate della norma. La temperatura di maggio è stata invece leggermente al di sopra della media.
Un marzo e un aprile piovosi hanno portato a quantità di precipitazioni nettamente superiori alla media nelle Alpi e nella Svizzera nord-orientale. Con 430 mm, Vaduz, nel Principato del Liechtenstein, ha registrato di gran lunga la primavera più piovosa dall'inizio delle misurazioni nel 1961. Con 1077 mm, il Säntis ha registrato la terza primavera più piovosa dall'inizio della serie di misurazioni nel 1883. Nella Svizzera occidentale e meridionale, invece, i totali primaverili sono rimasti in alcune zone al di sotto della media.
La durata del soleggiamento primaverile ha raggiunto il 75-90% della norma 1991–2020 in vaste aree della Svizzera. Al sud, in alcune regioni, essa è invece stata appena al di sopra della norma. Aprile è stato in modo esteso estremamente poco soleggiato, con solo il 60-80% della norma 1991-2020.
A livello nazionale, MeteoSvizzera ha registrato il quinto giugno, l'undicesimo luglio e il settimo agosto più caldi dall'inizio delle misurazioni nel 1864. La temperatura media estiva nazionale (media da giugno ad agosto) è stata di 1,6 °C superiore alla norma 1991-2020. Si tratta della quinta estate più calda mai registrata in Svizzera. Tuttavia, la terza e la quarta estate più calde avevano fatto registrare temperature simili: quella del 2015 +1,8 °C e quella del 2019 +1,7 °C rispetto alla norma. Solo l'estate del 2022 e l'estate del 2003 si sono spinte di oltre 2 °C sopra la norma.
Nella maggior parte delle regioni svizzere la durata del soleggiamento dell'estate 2023 è risultata leggermente superiore alla norma 1991–2020. In giugno, la situazione persistente di alta pressione ha portato molto sole nella prima metà del mese, soprattutto sul versante settentrionale delle Alpi, dove localmente è stato registrato il mese di giugno più soleggiato da quando sono iniziate le misurazioni. In luglio, la durata del soleggiamento è stata vicina alla norma nella maggior parte delle regioni, mentre in agosto il numero di ore di sole è stato appena inferiore alla media in molte località.
Dal 9 all'11 luglio una prima ondata di caldo ha colpito tutta la Svizzera con temperature massime giornaliere comprese tra 33 e 36 °C. Localmente sono stati superati i 37 °C, come a Ginevra (37,4 °C) e a Coira (37,6 °C). Singole stazioni di misura hanno registrato la temperatura più alta mai misurata nel mese di luglio.
Al Sud le temperature massime dal 9 all'11 luglio sono state per lo più comprese tra 31 e poco più di 33 °C, con il valore più elevato registrato a Biasca (35,3 °C). Tra il 15 e 20 luglio il versante sudalpino è stato interessato da una seconda ondata di caldo, con temperature massime di 32-33 °C.
Il 24 luglio a La Chaux-de-Fonds, durante un temporale, sono state misurate velocità del vento estreme, con una raffica di oltre 200 km/h. La tempesta ha causato un morto e 40 feriti e danneggiato numerosi edifici e veicoli. Molti alberi si sono spezzati o sono stati sradicati, una gru edile si è rovesciata e il traliccio di una linea elettrica ad alta tensione è stato piegato dalla forza del vento. Anche l'infrastruttura ferroviaria è stata duramente colpita, con interruzioni su alcune linee per diversi giorni.
A partire dal 12 agosto, e soprattutto dal giorno 18, una nuova ondata di caldo ha colpito tutta la Svizzera.
La Svizzera non aveva mai sperimentato un periodo di caldo così lungo e intenso in questo periodo dell'anno, né al Nord né al Sud. Il caldo ha raggiunto il suo massimo il 24 agosto, quando in 20 stazioni di misura con serie storiche lunghe sono stati stabiliti nuovi record di temperatura per quanto riguarda il mese di agosto. La temperatura più alta in Svizzera è stata raggiunta a Ginevra con 39,3 °C, il valore più alto mai registrato in agosto sul versante settentrionale delle Alpi e in Vallese.
Nella notte tra il 20 e il 21 agosto 2023, l’isoterma di zero gradi sopra la Svizzera ha raggiunto l’altitudine record di 5298 m, superando ampiamente il precedente record di 5184 m stabilito il 25 luglio 2022. Le misurazioni della quota dell’isoterma di zero gradi vengono effettuate giornalmente dai radiosondaggi lanciati a Payerne a partire dal 1954.
Le precipitazioni estive totali da giugno ad agosto sono rimaste al di sotto della media, soprattutto nella Svizzera occidentale. Gran parte del Vallese, il versante meridionale delle Alpi e la Svizzera orientale hanno registrato invece totali estivi attorno alla media 1991–2020 o leggermente superiori ad essa.
In giugno le precipitazioni sono state scarse con totali mensili inferiori al 50% della norma 1991-2020 in molte località e anche al 30% di essa in alcune regioni. Per 85 stazioni di rilevamento con lunghe serie storiche si è trattato del giugno più secco da quando sono iniziate le misurazioni. Fra queste, 11 stazioni hanno serie di misurazioni di oltre 100 anni.
In luglio, i totali mensili sono stati ben al di sopra della media in vaste aree della Svizzera. Nella Svizzera romanda, invece, essi sono risultati inferiori alla norma. Il 17 luglio nell'Alto Vallese è scoppiato un incendio boschivo che si è rapidamente propagato a una vasta area. I lavori di spegnimento con l'uso di elicotteri sono durati diversi giorni.
Verso la fine del mese di agosto, si è verificato un periodo temporalesco con grandi quantità di precipitazioni sul versante meridionale delle Alpi e in alcune parti della Svizzera orientale. Di conseguenza, in alcune regioni il totale mensile delle precipitazioni è risultato ben superiore alla norma. Per alcuni siti con serie storiche lunghe, si è trattato dell'agosto più piovoso dall'inizio delle misurazioni. Nella Svizzera romanda, invece, i totali delle precipitazioni di agosto sono rimasti ampiamente al di sotto della norma.
Durante l’evento di maltempo del 26-29 agosto, in alcune zone del Ticino e del Moesano in 3 giorni sono caduti da 200 a 300 mm di pioggia. Il valore più alto è stato registrato a Biasca con 387 mm. Nelle zone limitrofe del nord e del centro dei Grigioni gli accumuli su 3 giorni hanno raggiunto i 170-270 mm a livello regionale. Nella regione dell'Alpstein, nella Svizzera orientale, diverse stazioni di misura hanno registrato totali di 3 giorni superiori a 200 mm. Per quattro stazioni con più di 100 anni di dati e per quattro stazioni con più di 60 anni di dati, si è trattato dell’accumuli di precipitazioni su 3 giorni più alto dall'inizio delle misurazioni.
Le precipitazioni abbondanti sono state precedute da forti temporali. In particolare, la sera del 25 agosto un temporale molto intenso ha provocato una violenta grandinata sul Locarnese, con chicchi di grandine di 4-7 cm di diametro, dimensioni il cui periodo di ritorno è superiore a 30-50 anni.
A nord delle Alpi, diverse stazioni hanno registrato l'autunno più caldo dall'inizio delle misurazioni nel 1864. A Ginevra, per esempio, la temperatura media stagionale è risultata di 2,4°C superiore alla norma 1991-2020, valore di 0,4 °C superiore a quello del precedente primato dell’autunno 2006. Sul versante meridionale delle Alpi, Locarno Monti ha registrato 1,7 °C al di sopra della norma, valore di solo 0,1 °C inferiore a quello dell'autunno record del 2018.
Su scala nazionale, la temperatura media stagionale è stata di 2,2 °C superiore alla norma, valore che ha decretato il secondo autunno più caldo da quando sono iniziate le misurazioni nel 1864. L'autunno record del 2006 aveva fatto registrare una temperatura media nazionale didi 0,3 °C superiore.
Il tempo a lungo molto mite e soleggiato della prima metà di settembre e della prima metà di ottobre ha portato al settembre più caldo e al secondo ottobre più caldo dall'inizio delle misurazioni. In alcune aree, è stato registrato il periodo di 14 giorni più caldo sia per il mese di settembre che per il mese di ottobre, con valori che localmente sono risultati di circa 2 °C più elevati dei massimi precedenti. A settembre, l’isoterma di zero gradi ha raggiunto i 5253 m, il secondo valore più alto mai registrato in questo mese.
I due mesi autunnali di settembre e ottobre hanno mostrato un andamento simile anche in termini di precipitazioni. Nella seconda metà di entrambi i mesi, infatti, si sono verificate forti precipitazioni su scala regionale. A settembre sono stati particolarmente colpiti il versante meridionale delle Alpi e le zone limitrofe dei Grigioni, mentre nella seconda metà di ottobre una corrente umida da sud-ovest ha determinato tre giorni di forti piogge al Sud e all’Ovest.
A novembre, il tempo a lungo piovoso sul versante settentrionale delle Alpi e nel Vallese ha portato a precipitazioni mensili ben superiori alla norma. In alcune regioni della Svizzera settentrionale e nord-orientale è stato registrato il novembre più piovoso dall'inizio delle misurazioni.
Nel loro insieme, i tre mesi autunnali di settembre, ottobre e novembre hanno visto precipitazioni superiori alla media su un'ampia area. In alcune regioni, è caduta dal 150 al 180% della precipitazione normalmente attesa. A livello locale, è stato uno degli autunni più piovosi da quando sono iniziate le misurazioni. Con 700 mm, Elm ha registrato il secondo autunno più piovoso dall’inizio delle misurazioni nel 1878. Durante l'autunno record del 2002 erano stati misurati quasi 730 mm.
Grazie al tempo persistentemente soleggiato della prima metà di settembre e della prima metà di ottobre, diversi siti di misurazione a nord delle Alpi con serie storiche di oltre 100 anni hanno registrato uno degli autunni più soleggiati. Con 440 ore di sole, Lucerna ha registrato di gran lunga l'autunno più soleggiato. In questa località in autunno non erano mai state superate le 400 ore di sole. Ginevra e Neuchâtel hanno registrato un nuovo record autunnale con rispettivamente 481 e 479 ore di sole. In entrambe le località il record precedente era di circa 470 ore.
Fra il 29 e il 30 novembre, a nord delle Alpi una forte nevicata ha accumulato al suolo un primo manto nevoso di 2-5 cm su una vasta regione. Le pianure nordalpine sono state ricoperte dalla neve nuovamente il 2 dicembre. In base alla climatologia, alle basse quote del Nord il primo manto nevoso si registra intorno a fine novembre / inizio dicembre. Tuttavia, per alcune regioni le quantità di neve fresca cadute a inizio dicembre 2023 sono risultate eccezionali. A Zurigo-Fluntern sono caduti 26 cm in un giorno, valore più elevato mai registrato fra metà novembre e metà dicembre. Fra l’1 e il 3 dicembre sono state misurate grandi quantità di neve fresca giornaliera anche in alcune regioni delle Alpi orientali, come 30 cm a San Gallo, 47 cm a Scuol, 48 cm a Elm o 65 cm ad Arosa.
Fra l'8 e il 15 dicembre correnti da ovest e da nord-ovest hanno causato un continuo apporto di aria umida e mite verso le Alpi. Tra il 9 e il 13 dicembre si sono verificate precipitazioni abbondanti in gran parte della Svizzera centro-occidentale. Localmente, nell’arco di quattro giorni sono state misurate le precipitazioni normalmente attese sull’intero mese di dicembre. Il limite delle nevicate è talvolta salito a 1500 - 2200 m, causando la caduta di pioggia fino a quelle quote e la conseguente marcata fusione del manto nevoso già presente. Di conseguenza, in alcune regioni si sono verificate inondazioni di fiumi e laghi.
Soprattutto lungo il versante nordalpino, gli ultimi giorni di dicembre promettono ancora precipitazioni.
In molte regioni svizzere la temperatura media annuale del 2023 risulterà fra 1,3 e 1,7 °C superiore alla norma 1991-2020. In Vallese, a sud delle Alpi e in Engadina l’anomalia positiva sarà invece compresa fra 1,0 e 1,4 °C. Su scala nazionale, la temperatura annuale risulterà superiore alla media di 1,4 °C.
A pochi giorni dal termine dell’anno, le precipitazioni annuali risultano comprese far il 90 e 120 % della norma 1991-2020. Lungo il versante nordalpino e in Vallese i valori superano localmente il 130 % di essa. Ad Elm l’anno potrebbe chiudere fra i tre più piovosi (inizio misure nel 1879), a Sion fra i dieci più piovosi (inizio misure nel 1865). Per Vaduz, invece, con circa il 170 % della norma si tratta dell’anno di gran lunga più ricco di precipitazioni dall’inizio delle misure circa 60 anni fa.
La durata annuale del soleggiamento risulta compresa fra il 100 e il 110 % della norma 1991-2020.
A fine anno verrà pubblicato un blog dedicato al resoconto climatico del 2023 a sud delle Alpi.
Il bollettino climatico nazionale definitivo dell’anno 2023 sarà invece disponibile a partire dal 15 gennaio 2024 nella sezione Pubblicazioni.
Tutti i bollettini climatici del 2023 (mensili e stagionali)