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"Non ne azzeccate una!"

MeteoSvizzera-Blog | 05 agosto 2023
46 Commenti

Chi si occupa di previsioni meteorologiche deve mettere in conto che le lamentele per gli errori previsionali fanno parte del gioco. A volte fondate, a volte no, le critiche fanno parte del nostro lavoro. In questo blog proviamo a ragionare su questo tema.

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“Non ne azzeccate una”, “non siete più quelli di una volta”, ”non sapete nemmeno guardare fuori dalla finestra”, ”dite che piove e c’è il sole, dite che c’è il sole e piove”, ”non ci si può più fidare di voi”,”soldi dei contribuenti buttati via!”. Affermazioni come queste arrivano spesso in sala previsioni, sovente come commenti ai nostri blog e ai nostri post sui social, a volte tramite il formulario di contatto presente sul nostro sito o per e-mail, ogni tanto anche verbalmente al telefono, per fortuna solo raramente con toni offensivi.

È vero, chi si occupa di previsioni per sua natura ha a che fare con gli errori del suo operare. Nel caso delle previsioni meteorologiche gli errori possono essere anche importanti e soprattutto sono sotto gli occhi di tutti, tutti possono guardare fuori dalla finestra e giudicare la bontà di un bollettino meteorologico o di un’icona generata automaticamente da complessi algoritmi.

Chi ci segue con regolarità sa che siamo i primi ad ammettere quando sbagliamo. Il nostro lavoro è fatto anche di questo e proprio dagli errori cerchiamo di imparare per migliorarci. In questo blog vi invitiamo a ragionare su questo tema, sperando che non abbiate già smesso di leggerlo... e magari abbiate già commentato in fondo.

“Un bollettino meteo è come un listino-prezzi; l’ultimo annulla e sostituisce il precedente” scriveva un tempo sul suo bollettino Achille Pennellatore, noto meteorologo ligure. Partiamo proprio da qui: quando giudichiamo la bontà di una previsione meteorologica, lo facciamo basandoci sull’ultima disponibile o sull’ultima che abbiamo consultato? Ci riferiamo ad una previsione elaborata qualche giorno prima e mai più controllata nelle giornate successive oppure alla più recente? Riconoscere il fatto che una previsione possa cambiare man mano che ci si avvicina al giorno d’interesse non vuole certamente nascondere o giustificare i possibili errori commessi in precedenza, ma sicuramente bisogna tener presente che la previsione va consultata in modo regolare perché essa può cambiare, quindi sarebbe poco saggio dimenticarsi di controllare gli aggiornamenti successivi e magari arrabbiarsi perché una previsione vecchia di qualche giorno è risultata sbagliata.

Inoltre, dove si situa il limite per affermare che una previsione è giusta o sbagliata? Se ci riferiamo alle condizioni del cielo, fino a quante nubi possono essere presenti prima di non poter parlare più di giornata soleggiata o parzialmente soleggiata? In caso di precipitazioni, quante gocce siamo disposti a tollerare prima di interrompere la nostra attività all’aria aperta? In altre parole, quanti millimetri di pioggia devono cadere prima di rovinarci la festa? Tutto dipende dall’utilizzo che vogliamo fare della previsione. In alcuni casi qualche errore non porta conseguenze, in altre esse possono essere molto serie. Ognuno di noi ha sensibilità diverse e probabilmente ognuno di noi percepisce questi limiti in modo soggettivo.

Per non parlare del proprio orticello: se sono previsti forti temporali ma il mio giardinetto di casa resta all’asciutto o quasi, siamo proprio sicuri che la previsione sia stata sbagliata? Se sono previsti temporali con grandine e magari a riguardo è stata anche emessa un’allerta, ma i chicchi di ghiaccio non cadono sulla mia auto, è giustificato parlare di previsioni errate?

Che tipo di previsione consultiamo? Ci affidiamo a una singola icona per il nostro comune che necessariamente deve riassumere il tempo delle 24 ore o facciamo uno sforzo in più andando a vedere le icone che descrivono l’andamento del tempo su tutto l’arco della giornata? Dedichiamo pochi secondi a guardare le icone o magari ci prendiamo qualche istante in più per leggere il bollettino meteorologico e contestualizzare i simboli che il nostro smartphone ci propone? Magari disponendo anche di qualche conoscenza di base di meteorologia?

E quando si sbaglia, con chi ce la dobbiamo prendere? Con il modello matematico che ci ha dato un’informazione falsa o con il sistema statistico di rielaborazione delle previsioni che non l’ha corretta in modo adeguato? Con il previsore di turno che non ha interpretato correttamente i dati a sua disposizione o con una comunicazione che non ha messo l’accento a sufficienza sull’incertezza di quella previsione delicata?

L’atmosfera è un sistema molto complesso e prevedere nel dettaglio il tempo che farà è compito molto difficile. Negli ultimi decenni la meteorologia ha fatto passi da gigante, ma molto resta ancora da migliorare. Le esigenze degli utenti aumentano sempre più e idealmente la precisione delle previsioni dovrebbe rispecchiarle. Arriveremo mai a soddisfarle? O esse continueranno a crescere di pari passo con gli sviluppi della meteorologia?

Probabilmente, soprattutto durante le situazioni meteorologiche più incerte, quelle meno prevedibili, quelle in cui in un attimo o in poche centinaia di metri il carattere del tempo può cambiare radicalmente, non arriveremo mai alla precisione che alcuni utenti vorrebbero.

Insomma, un problema complesso quello degli errori previsionali. Questi sono solo alcuni spunti di riflessione sul tema, ce ne sarebbero molti altri. Teniamoli presenti la prossima volta che consulteremo una previsione meteorologica e magari rileggiamoli, prima di affrettarci in un generico “non ne azzeccate mai una!”.

Ben consapevoli che le previsioni sbagliate vi saranno anche in futuro, speriamo sempre meno, e sempre pronti ad ammettere i nostri errori.