Che tipo di previsione consultiamo? Ci affidiamo a una singola icona per il nostro comune che necessariamente deve riassumere il tempo delle 24 ore o facciamo uno sforzo in più andando a vedere le icone che descrivono l’andamento del tempo su tutto l’arco della giornata? Dedichiamo pochi secondi a guardare le icone o magari ci prendiamo qualche istante in più per leggere il bollettino meteorologico e contestualizzare i simboli che il nostro smartphone ci propone? Magari disponendo anche di qualche conoscenza di base di meteorologia?
E quando si sbaglia, con chi ce la dobbiamo prendere? Con il modello matematico che ci ha dato un’informazione falsa o con il sistema statistico di rielaborazione delle previsioni che non l’ha corretta in modo adeguato? Con il previsore di turno che non ha interpretato correttamente i dati a sua disposizione o con una comunicazione che non ha messo l’accento a sufficienza sull’incertezza di quella previsione delicata?
L’atmosfera è un sistema molto complesso e prevedere nel dettaglio il tempo che farà è compito molto difficile. Negli ultimi decenni la meteorologia ha fatto passi da gigante, ma molto resta ancora da migliorare. Le esigenze degli utenti aumentano sempre più e idealmente la precisione delle previsioni dovrebbe rispecchiarle. Arriveremo mai a soddisfarle? O esse continueranno a crescere di pari passo con gli sviluppi della meteorologia?
Probabilmente, soprattutto durante le situazioni meteorologiche più incerte, quelle meno prevedibili, quelle in cui in un attimo o in poche centinaia di metri il carattere del tempo può cambiare radicalmente, non arriveremo mai alla precisione che alcuni utenti vorrebbero.
Insomma, un problema complesso quello degli errori previsionali. Questi sono solo alcuni spunti di riflessione sul tema, ce ne sarebbero molti altri. Teniamoli presenti la prossima volta che consulteremo una previsione meteorologica e magari rileggiamoli, prima di affrettarci in un generico “non ne azzeccate mai una!”.
Ben consapevoli che le previsioni sbagliate vi saranno anche in futuro, speriamo sempre meno, e sempre pronti ad ammettere i nostri errori.