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Fiumi fumanti

MeteoSvizzera-Blog | 28 luglio 2023
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In inverno, quando l’aria è fredda e secca, a volte sulle superfici dei laghi o dei fiumi si può osservare la nebbia da evaporazione. Si ha l’impressione che il lago o il fiume “fumi” direttamente attraverso la superficie. Anche in estate però i fiumi delle vallate alpine possono "fumare" e questa volta il caldo non centra. Il processo è diverso da quello invernale, ma per gli attenti osservatori della natura, è altrettanto spettacolare.

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In inverno...

Le condizioni migliori per lo sviluppo della nebbia da evaporazione invernale si verificano quando una massa di aria piuttosto secca e fredda, o addirittura molto fredda, scorre sopra una superficie di acqua più calda. In inverno la superficie dell’acqua riscalda il sottile strato di aria con cui è a contatto diretto. Quest’ultimo assorbe il vapore acqueo (umidità dell’aria). Poiché questo sottile strato di aria si mescola con lo strato di aria sovrastante, ancora più freddo, il vapore acqueo appena assorbito condensa di nuovo, sotto forma di minuscole goccioline, formando la nebbia da evaporazione (nebbia). Quello che vediamo come “nebbiolina” non è dunque acqua allo stato gassoso, bensì un insieme di innumerevoli goccioline d’acqua.

... e in estate

Le condizioni per avere i fiumi fumanti in estate sono invece differenti. Necessaria è una giornata grigia e uggiosa con valori di umidità relativa molto alta (indicativamente > 90%).  Idealmente il fiume si deve trovare in una vallata dove la temperatura dell'acqua è abbastanza fredda non facendo tempo a riscaldarsi nel suo percorso verso le pianure o i laghi. Se poi le precipitazioni sono stati abbondanti, facendo ingrossare la portata del fiume limitando ulteriormente l'aumento di temperatura dell'acqua nel suo percorso verso quote più basse ancora meglio, il processo è più evidente e la nebbiolina più visibile.

In pratica l'aria a contatto e in prossimità del letto del fiume viene raffreddata dall'acqua. Nelle condizioni descritte, essendo una giornata uggiosa, l'umidità relativa dell'aria è molto alta. Questo significa che la temperatura dell'aria è molto vicina al punto di rugiada. Una lieve diminuzione della temperatura è sufficiente per far sì che l'umidità relativa raggiunga il 100% e inizi quindi un processo di condensazione.

Come illustrato nella figura 3, più ci avviciniamo al letto del fiume, più la temperatura scende. Al momento del raggiungimento del punto di rugiada (al momento e nel luogo indicato nella foto Td = 15°C) l'umidità presente condensa e una nebbiolina rarefatta si rende visibile presso il letto del fiume. Talvolta, avvicinandoci al letto del fiume, la diminuzione della temperatura e l'aumento dell'umidità relativa è percettibile anche sulla nostra pelle e non rilevabile unicamente con gli strumenti di misura.

La nebbiolina che si forma è più dinamica rispetto a quella invernale che si forma sui laghi: il suo movimento è influenzato dalla corrente generata dallo scorrimento dell'acqua nel fiume. Essa tende quindi a muoversi nella stessa direzione dell'acqua e ovviamente, a causa dell'attrito, con velocità inferiore. Il movimento risulta comunque risulta piuttosto caotico a causa dell'interazione con gli strati d'aria superiori.

Riuscite a riconoscere il processo di condensazione nella sequenza delle foto sucessive? è necessario aguzzare la vista, talvolta la nebbiolina risulta molto rarefatta!

E se il flusso diventa troppo turbolento...

La nebbiolina che abbiamo presentato sopra non dev'essere confusa con le goccioline in sospensione che vengono letteralmente "eiettate" da flusso d'acqua quando la corrente diventa troppo turbolenta o nel caso di forti attriti, come nel caso delle cascate. In quei casi non è il processo di condensazione che rende opaca l'atmosfera, ma sono appunto un insieme di goccioline in sospensione. Questo è tipicamente osservabile in prossimità delle cascate: non dipende dall'umidità dell'aria ed è un fenomeno presente con qualsiasi tempo!

Piena della cascata Gribbiasca in Media Leventina il 3 ottobre 2020.