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Forti temporali?

MeteoSvizzera-Blog | 07 maggio 2023
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La previsione dei temporali violenti è uno dei compiti di MeteoSvizzera. Come si valuta il rischio di questi eventi? Oggi vi proponiamo un ripasso del “metodo degli ingredienti”.

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Gli eventi convettivi, per loro natura, sono fenomeni molto locali e mettono spesso in difficoltà i modelli numerici, almeno per quanto riguarda la previsione dettagliata. I modelli sono però molto utili nella previsione delle condizioni favorevoli alla convezione.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per lo sviluppo di temporali sono essenzialmente tre: l’instabilità, l’umidità e il sollevamento. Una volta innescata la convezione, le cellule temporalesche possono essere più o meno organizzate in linee/gruppi, essere di durata più o meno lunga o di intensità più o meno forte, a dipendenza dei tagli di vento in quota.

Instabilità

L’instabilità di una massa d’aria è determinata dal profilo verticale della temperatura: l’aria fredda è più densa e “vuole” stare in basso, viceversa l’aria calda “vuole” stare in alto. Le condizioni più instabili sono dunque presenti con il freddo in alto e il caldo in basso. Lo strumento che permette di quantificare l’instabilità è il radiosondaggio, misurato da un pallone sonda o estrapolato dal modello numerico per la previsione.

Umidità

Affinché l’instabilità possa produrre precipitazioni è ovviamente necessario che l’aria contenga sufficiente umidità.

Sollevamento

Nella maggior parte dei casi, nonostante la presenza di instabilità e umidità, la convezione ha bisogno di una “spintarella” per manifestarsi. Questa può essere data dal riscaldamento solare, da un rilievo montuoso, da un fronte (limite di massa d’aria) o da una convergenza di vento.

Tagli di vento

La presenza di tagli di vento in quota, cioè da forti variazioni nella direzione e nell’intensità delle correnti, favorisce la separazione delle correnti ascendenti e discendenti nelle cellule temporalesche. In mancanza di questa separazione, le correnti ascendenti e discendenti tendono ad ostacolarsi a vicenda, portando ad una rapida dissipazione del temporale.

La ricetta

Analizzando le regioni dove gli ingredienti si combinano nelle giuste quantità, è possibile stimare il rischio di eventi convettivi estremi. Questo richiede una certa esperienza: gli appassionati di meteorologia possono cimentarsi nell’impresa (oggigiorno si trovano in rete le simulazioni della maggior parte dei modelli numerici); gli altri possono fare affidamento sulla lunga esperienza maturata dai previsori di ESTOFEX, che pubblicano giornalmente la loro valutazione sul sito https://www.estofex.org, sotto forma di cartina e di spiegazione dettagliata.

Il caso di oggi, 7.5.2023

Oggi, purtroppo, ESTOFEX (composta perlopiù da volontari) non ha pubblicato la sua analisi. Proviamo lo stesso a capire che cosa succede, ad esempio sulla Svizzera nord-orientale, dove nel pomeriggio si sono sviluppati diversi temporali intensi.

Il profilo di temperatura, umidità e vento in figura 1 ci dà qualche prima indicazione: il rapido calo di temperatura con la quota lascia dedurre un’instabilità marcata (ingrediente 1); la vicinanza delle linee di temperatura e punto di rugiada mostra che l’umidità non manca (ingrediente 2); la superficie colorata in rosso (CAPE) non è particolarmente grande, ma si estende su tutta la colonna dal suolo fino a 250 hPa (oltre 10 km), dove la temperatura è di circa -55 °C: sufficiente per la formazione di grandine, ma probabilmente non di grandi dimensioni: lo spessore del CAPE, qui piuttosto piccolo, è direttamente proporzionale alla velocità delle correnti ascensionali. Il chicco di grandine deve restare sospeso sufficientemente a lungo per raggiungere grandi dimensioni, e per questo ha bisogno di correnti ascensionali rapide. Il vento è debole anche ad alta quota.

Il soleggiamento, che induce il sollevamento (ingrediente 3), è stato oggi abbastanza buono, con 3-7 ore di sole e temperature massime sui 21 °C. Sempre dal radiosondaggio in previsione, vediamo che 21 °C sono proprio la temperatura necessaria per innescare il temporale.

I venti, deboli a tutte le quote, hanno due conseguenze opposte: in primo luogo, i temporali tendono ad essere praticamente stazionari e possono così scaricare piogge abbondanti su una piccola regione; in secondo luogo, in assenza di tagli di vento importanti, i temporali tendono ad essere perlopiù di breve durata e non organizzati.

Analisi dei fronti

La figura 2 mostra l’analisi dei fronti sull’Europa. Possiamo notare che la Svizzera settentrionale è vicina ad un fronte freddo: come abbiamo visto sopra, anche questo favorisce il sollevamento (ancora un pizzico di ingrediente 3).

E quindi?

Il caso di oggi non offre indicazioni univoche per forti temporali: alcuni elementi li favoriscono, altri no. I previsori responsabili della regione hanno perciò optato per un’allerta di livello 2 per forti piogge, con il complemento di allerte temporali mirate a breve termine.

Per concludere, un’occhiata anche a sud delle Alpi: anche qui la massa d’aria è marcatamente instabile. L’umidità e ben presente soprattutto sul Sopraceneri, un po’ meno sul Sottoceneri; vale il contrario per il soleggiamento, buono in pianura, più limitato verso le Alpi. Siamo inoltre lontani da limiti di massa d’aria (fronti). Il rischio di temporali di una certa intensità è presente, ma minore rispetto al nord delle Alpi. Le soglie di allerta per la pioggia, inoltre, sono più alte. Tutto considerato, si è deciso di non emettere nessuna allerta su tutto il territorio, limitandosi alle eventuali allerte temporali mirate a breve termine, non escluse fino alla tarda serata.