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La capitale dei fulmini

MeteoSvizzera-Blog | 10 aprile 2023
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Uno studio del 2016 che ha utilizzato dati sui fulmini ad elevata risoluzione, ha confermato che l’Africa è il continente maggiormente interessato dai fulmini. Su scala regionale l’analisi ha mostrato che la regione con il maggior numero di fulmini non è, come a lungo presupposto, il bacino orientale del Congo, in Africa, bensì il Lago di Maracaibo, in Venezuela. In questa regione fino a 260 notti all'anno i fulmini illuminano l'oscurità tropicale. Se si vive qui bisogna per forza maggiore convivere con questo fenomeno atmosferico, temibile, ma molto spettacolare.

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La Terra ha una nuova capitale dei fulmini, secondo una studio del 2016 che ha utilizzato le osservazioni del Lightning Imaging Sensor a bordo della Tropical Rainfall Measurement Mission della NASA. Siete intimoriti da questo fenomeno atmosferico molto spettacolare ma altrettanto pericoloso? Allora, almeno durante le ore notturne, evitate il Lago di Maracaibo!

Il lago Maracaibo, in Venezuela, si è guadagnato il primo posto con una media di circa 233 lampi per chilometro quadrato all'anno, secondo lo studio. In precedenza, i ricercatori avevano identificato il bacino del Congo in Africa come luogo di massima densità di fulmini.

Il team di ricerca ha costruito una serie di dati ad altissima risoluzione derivati da 16 anni di osservazioni spaziali del progetto Land Information System (LIS) per identificare e classificare i punti "caldi" per quanto riguarda la fulminazione. La ricerca è stata descritta nella prestigiosa rivista scientifica Bulletin of the American Meteorological Society (BAMS).

"Ora possiamo osservare la densità dei fulmini in modo molto dettagliato su scala globale", ha dichiarato Richard Blakeslee, scienziato del progetto LIS presso il Marshall Space Flight Center della NASA. "Una migliore comprensione dell'attività dei fulmini in tutto il mondo consente ai responsabili politici, alle agenzie governative e ad altri soggetti interessati di prendere decisioni più coerenti sulle tematiche meteo-climatiche".

Il lago di Maracaibo ha una geografia e una climatologia uniche, molto favorevoli per lo sviluppo di fenomeni convettivi e quindi anche di fulmini. Questo lago non è una novità per i ricercatori che si occupano di temporali e fulmini. Situato nel Venezuela nordoccidentale lungo una parte della Cordigliera delle Ande, è il lago più grande del Sud America. I temporali si formano frequentemente durante la notte, quando le brezze di montagna s'intensificano e creano convergenze sull'aria calda e umida sopra la superficie del lago. Queste condizioni, uniche, contribuiscono allo sviluppo di frequenti e intensi fenomeni convettivi: in media si sviluppano 297 temporali notturni all'anno, con un massimo nel mese di settembre.

L'Africa rimane in ogni caso il continente con il maggior numero di "hotspots" per quanto riguarda i fulmini: sei delle dieci regioni nel mondo con un'intensa attivitâ di fulminazione si trovano proprio in questo continente. Famoso, o meglio, tristemente famoso (a causa dei numerosi incidenti causati dai temporali che coinvolgono le imbarcazioni dei pescatori), è il lago Vittoria. Altri luoghi molto attivi si trovano lungo la vallata della Rift dell'Africa orientale. Queste regioni hanno una geografia simile a quella del lago Maracaibo.

Lo studio ha inoltre confermato i risultati precedenti, secondo i quali l'attività dei fulmini tende a concentrarsi sulla terraferma e a ridursi sugli oceani. Inoltre sulla terraferma i fulmini sono più frequenti durante il pomeriggio (seguono il ciclo diurno, causano primariamente dalla destabilizzazione causata dalla radiazione solare).

Sviluppato da Marshall, LIS rileva la distribuzione e il tipo di fulmini, da nube a nube (cloud-to-cloud), all'interno della nube (intra-cloud) e da nube a terra (cloud-to-ground)- che si verificano nelle regioni tropicali del pianeta. LIS utilizza una tecnica ad alta velocità per identificare i cambiamenti nell'emissione dello spettro elettromagnetico causati dai fulmini nella parte superiore delle nuvole. Analizzando una stretta banda di lunghezze d'onda intorno ai 777 nanometri - che si trova nella regione del vicino infrarosso dello spettro - i sensori possono individuare brevi lampi di luce, anche durante il giorno, tipici del fulmine.

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Blog originale pubblicato su NASA News